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Linee guida Linee guida per la diagnosi e - Cardiologia interventistica

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Theroux ’88<br />

Cohen ’90<br />

RISC ’90<br />

Cohen ’94<br />

Holdright ’94<br />

Gurfinkel ’95<br />

FRISC ’96<br />

Tutti<br />

re al dosaggio impiegato nel<strong>la</strong> profi<strong>la</strong>ssi del<strong>la</strong> trombosi<br />

venosa profonda (TVP). Nelle SCA-NSTE le EBPM<br />

sono solitamente somministrate <strong>per</strong> via sottocutanea<br />

ogni 12 h, al fine di evitare il rischio di un grado di attività<br />

anti-Xa inadeguato in fase di trattamento 149,151-155 .<br />

È stata anche suggerita <strong>la</strong> possibilità di un primo bolo<br />

endovenoso in pazienti ad alto rischio 151 . Sul<strong>la</strong> base degli<br />

studi condotti sul TEV, il range terapeutico di attività<br />

anti-Xa è stato definito pari a 0.6-1.0 UI/ml, senza<br />

nessun riferimento partico<strong>la</strong>re al rapporto tra attività<br />

anti-Xa e outcome clinico. Tuttavia, a livelli di attività<br />

anti-Xa >1.0 UI/ml si assiste ad un aumento del rischio<br />

di sanguinamento 145,146 . Nello studio TIMI-11A, che<br />

prevedeva <strong>la</strong> somministrazione di enoxaparina al<strong>la</strong> dose<br />

di 1.5 mg/kg 2 volte/die, i pazienti con episodi emorragici<br />

maggiori mostravano un’attività anti-Xa compresa<br />

tra 1.8 e 2.0 UI/ml; il verificarsi di ripetuti episodi di<br />

sanguinamento ha portato a ridurre il dosaggio 156 . Allo<br />

stato attuale, i dosaggi impiegati nel<strong>la</strong> pratica clinica<br />

non richiedono il monitoraggio dell’attività anti-Xa, ad<br />

eccezione di partico<strong>la</strong>ri categorie di pazienti come<br />

quelli affetti da insufficienza renale od obesità.<br />

Il trattamento prolungato non comporta l’immobilizzazione<br />

del paziente 153,157 e questo consente, <strong>per</strong>tanto,<br />

di poter proseguire <strong>la</strong> terapia fintanto che non venga<br />

deciso di indirizzare il paziente ad angiografia coronarica<br />

153 . In virtù del fatto che non sono stati riscontrati<br />

effetti protettivi su<strong>per</strong>iori contro le recidive di eventi<br />

ischemici ed emorragici in seguito a trattamento prolungato,<br />

si raccomanda l’interruzione del<strong>la</strong> somministrazione<br />

di EBPM al<strong>la</strong> dimissione 157 . Il rischio di sanguinamento<br />

durante assunzione di EBPM è corre<strong>la</strong>to al<br />

dosaggio e risulta aumentato in pazienti di età avanza-<br />

615<br />

<strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> e il trattamento delle SCA-NSTE<br />

N. Mortalità e IM al<strong>la</strong> fine del trattamento farmacologico Sanguinamenti maggiori<br />

243<br />

69<br />

399<br />

214<br />

285<br />

143<br />

1506<br />

2859<br />

Incidenza<br />

4.7 vs 7.4%<br />

Eparina+ Ctrl+ Eparina+ Ctrl+<br />

Eparina+ Ctrl+<br />

0 20% 40% 0.25 0.5 1 2 1 10 10 2 ∞ 10 2 10 1 0% 3% 6% 0.1 0.5 1 2 10<br />

Odds ratio e IC 95%<br />

0.55 (0.39-0.77)<br />

NNT e IC 95%<br />

31 (23-62)<br />

Incidenza<br />

1.1 vs 0.5%<br />

Odds ratio e IC 95%<br />

2.3 (0.97-5.4)<br />

Figura 3. Mortalità, infarto miocardico (IM) e sanguinamenti maggiori al<strong>la</strong> fine del trattamento farmacologico in trial randomizzati sull’eparina non<br />

frazionata/eparine a basso peso moleco<strong>la</strong>re (barre piene) vs gruppo di controllo (barre vuote). IC = intervallo di confidenza; NNT = numero dei pazienti<br />

da trattare <strong>per</strong> evitare un evento.<br />

ta, di sesso femminile, con minore peso corporeo, ridotta<br />

funzionalità renale e sottoposti a procedure interventistiche<br />

146 .<br />

Effetti terapeutici. L’efficacia delle EBPM nei pazienti<br />

con SCA-NSTE trattati con aspirina è stata valutata vs<br />

p<strong>la</strong>cebo nel trial FRISC 157 , che prevedeva <strong>la</strong> somministrazione<br />

di dalteparina 120 U/kg 2 volte/die, e in un altro<br />

studio di piccole dimensioni 158 . I risultati hanno mostrato<br />

una sostanziale riduzione del rischio di morte e<br />

IM a fronte di un esiguo aumento del rischio emorragico.<br />

Alcuni trial hanno analizzato l’efficacia e <strong>la</strong> sicurezza<br />

di diverse EBPM confrontate singo<strong>la</strong>rmente con<br />

l’ENF. La dalteparina e <strong>la</strong> nadroparina si sono dimostrate<br />

altrettanto efficaci e sicure al pari dell’ENF in pazienti<br />

trattati con aspirina 155,159 , con una maggiore efficacia<br />

a favore del<strong>la</strong> dalteparina in pazienti con test del<strong>la</strong><br />

troponina positivo rispetto a quelli con test del<strong>la</strong> troponina<br />

negativo 160 . L’enoxaparina è stata paragonata con<br />

l’ENF in diversi trial. Nell’ESSENCE e nel TIMI-11B<br />

non è stata incoraggiata una strategia invasiva e, conseguentemente,<br />

l’incidenza di rivasco<strong>la</strong>rizzazione in entrambi<br />

i trial è risultata bassa in rapporto all’attuale pratica<br />

gestionale 151,152 .<br />

Un’analisi congiunta dei due studi ha evidenziato<br />

una significativa riduzione del<strong>la</strong> mortalità e di IM al<strong>la</strong><br />

fine del <strong>per</strong>iodo di osservazione, a scapito di un aumento<br />

significativo delle complicanze emorragiche minori<br />

(ma non maggiori). Nell’INTERACT e nell’ACUTE-2<br />

è stato confrontato un regime farmacologico costituito<br />

da enoxaparina + eptifibatide o tirofiban con un altro<br />

costituito da ENF + eptifibatide o tirofiban in pazienti<br />

trattati con aspirina 161-163 . Ambedue i trial non avevano

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