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Linee guida Linee guida per la diagnosi e - Cardiologia interventistica

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nalisi in tempo reale del tratto ST mediante monitoraggio<br />

elettrocardiografico continuo a 12 derivazioni collegato<br />

a un computer rappresenta un valido strumento<br />

diagnostico. Svariati studi hanno riportato che il 15-<br />

30% dei pazienti con SCA-NSTE mostra alterazioni<br />

transitorie del tratto ST, consistenti <strong>per</strong> lo più in sottoslivel<strong>la</strong>mento,<br />

e che questi pazienti sono ad aumentato<br />

rischio di sviluppare eventi cardiaci. Il monitoraggio<br />

del tratto ST è in grado di fornire informazioni prognostiche<br />

aggiuntive rispetto a quelle desumibili dall’ECG<br />

a riposo, dal<strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> troponina e da altri parametri<br />

clinici 62-65 .<br />

Test da sforzo e altri stress test. Il test da sforzo non deve<br />

essere eseguito in pazienti con <strong>per</strong>sistente dolore toracico<br />

ischemico. Ciononostante, questo test possiede<br />

valore predittivo ed è <strong>per</strong>tanto utile eseguirlo pre-dimissione<br />

in pazienti con ECG non diagnostico, in assoluta<br />

assenza di dolore toracico e segni di scompenso<br />

cardiaco e in presenza di normali livelli dei marker biochimici<br />

(misurazioni seriate). Un testo da sforzo eseguito<br />

precocemente ha elevato valore prognostico negativo.<br />

I parametri che riflettono <strong>la</strong> prestazione cardiaca<br />

forniscono informazioni prognostiche al pari di<br />

quelli indicativi di ischemia, mentre l’associazione di<br />

queste due tipologie di dati consente di ottenere il miglior<br />

dettaglio sul<strong>la</strong> prognosi 66 .<br />

4.2.3 Marcatori biochimici<br />

Recentemente sono stati valutati alcuni marcatori biochimici<br />

ai fini di un loro utilizzo nel<strong>la</strong> stratificazione<br />

diagnostica e del rischio. Questi riflettono diversi<br />

aspetti fisiopatologici delle SCA-NSTE, come il danno<br />

miocardico minimo, l’infiammazione e l’attivazione<br />

piastrinica o neurormonale. Per quanto concerne <strong>la</strong> prognosi<br />

a lungo termine, anche gli indici di disfunzione<br />

ventrico<strong>la</strong>re sinistra o renale o quelli <strong>per</strong> il diabete hanno<br />

un ruolo rilevante.<br />

Marcatori di danno miocardico. La cTnT e <strong>la</strong> cTnI sono<br />

i marker preferenziali di danno miocardico, in quanto<br />

si dimostrano più specifici e più sensibili dei tradizionali<br />

enzimi cardiaci, come <strong>la</strong> creatinchinasi (CK) o<br />

il suo isoenzima MB (CK-MB). In questo contesto, <strong>la</strong><br />

mioglobina non è sufficientemente specifica e sensibile<br />

da consentire l’identificazione del danno cellu<strong>la</strong>re<br />

miocardico e, <strong>per</strong>tanto, non ne viene raccomandato l’uso<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> routinaria e <strong>per</strong> <strong>la</strong> stratificazione del<br />

rischio 67 .<br />

Si ritiene che un’elevazione dei livelli di troponina<br />

rispecchi una necrosi delle cellule miocardiche irreversibile,<br />

causata da embolizzazione distale di trombi ricchi<br />

di piastrine a partenza da una p<strong>la</strong>cca rotta. Di conseguenza,<br />

<strong>la</strong> troponina può essere considerata un<br />

marker surrogato del<strong>la</strong> formazione di trombi. Nel contesto<br />

di un quadro di ischemia miocardica (dolore toracico,<br />

alterazioni del tratto ST), secondo il Documento<br />

di Consenso ESC/ACC/AHA 5 attualmente in fase di re-<br />

607<br />

<strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> e il trattamento delle SCA-NSTE<br />

visione 68 , elevati livelli di troponina depongono <strong>per</strong> una<br />

<strong>diagnosi</strong> di IM.<br />

La troponina rappresenta il marker biochimico ottimale<br />

<strong>per</strong> predire l’outcome a breve termine (30 giorni)<br />

re<strong>la</strong>tivo a IM e mortalità 69-72 . Il valore prognostico del<strong>la</strong><br />

misurazione del<strong>la</strong> troponina è stato anche confermato<br />

a lungo termine (≥1 anno). L’aumentato rischio che<br />

si associa al riscontro di elevati livelli di troponina è indipendente<br />

e aggiuntivo rispetto ad altri fattori di rischio,<br />

quali le alterazioni elettrocardiografiche a riposo<br />

o durante monitoraggio continuo e i marker di attività<br />

infiammatoria 52,71 . Inoltre, l’identificazione dei pazienti<br />

con aumentati livelli di troponina è anche utile <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

scelta dell’opzione terapeutica più appropriata nei pazienti<br />

con SCA-NSTE 73-75 .<br />

In pazienti con IM, un primo aumento del<strong>la</strong> troponina<br />

nel sangue <strong>per</strong>iferico si osserva dopo 3-4 h e può <strong>per</strong>sistere<br />

<strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo fino a 2 settimane a causa del<strong>la</strong><br />

proteolisi dell’apparato contrattile. In pazienti con SCA-<br />

NSTE, una lieve elevazione del<strong>la</strong> troponina può essere<br />

documentata solo dopo 48-72 h (Figura 2). L’alta specificità<br />

del test <strong>per</strong> <strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> troponina consente<br />

di identificare <strong>la</strong> presenza di danno miocardico in pazienti<br />

con SCA-NSTE, che <strong>la</strong> CK-MB non sarebbe in<br />

grado di individuare in un terzo dei casi. In pazienti con<br />

SCA-NSTE, un incremento lieve o moderato del<strong>la</strong> troponina<br />

è associato al rischio precoce più elevato 72 .<br />

Un singolo test negativo all’arrivo del paziente in<br />

ospedale non è sufficiente <strong>per</strong> escludere un’elevazione<br />

delle troponine, giacché queste in molti pazienti possono<br />

essere misurabili solo nelle ore successive. Al fine di<br />

dimostrare o escludere un danno miocardico, è necessaria<br />

<strong>la</strong> ripetizione dei prelievi ematologici e delle misurazioni<br />

nelle 6-12 h successive al ricovero e dopo<br />

ogni episodio di dolore toracico intenso 76 . Se l’ultimo<br />

episodio di dolore toracico manifestato dal paziente si<br />

è verificato oltre le 12 h precedenti l’inizio del<strong>la</strong> determinazione<br />

del<strong>la</strong> troponina, in assenza di altri indici di<br />

sospetto, si può omettere l’esecuzione di un secondo<br />

prelievo.<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Multipli di limite su<strong>per</strong>iore di riferimento<br />

Mioglobina<br />

CK-MB<br />

cTnl<br />

cTnT<br />

0 20 40 60 80 100<br />

Ore post-ricovero<br />

Figura 2. Esempio di ri<strong>la</strong>scio di marcatori cardiaci in un paziente con<br />

sindrome coronarica acuta senza sopraslivel<strong>la</strong>mento del tratto ST (l’area<br />

ombreggiata indica il range di normalità). CK-MB = creatinchinasi-<br />

MB; cTnI = troponina cardiaca I; cTnT = troponina cardiaca T.

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