A MODO MIO 12 Costruttori di fiducia Avere un rapporto con le aziende, scoprire come lavorano, toccare con mano la ricerca e i processi produttivi consente ai retailer di sapere cosa si potrà veramente vendere meglio. E vale più di tante “vacanze premio” Dopo aver trascorso una mezza giornata in un’azienda produttrice di abbigliamento neve di ottima qualità, e con un know-how straordinario ma che passa perlopiù inosservato, ho aperto gli occhi su un mondo che pensavo di conoscere. Un’esperienza paradigmatica di quello che dovrebbe accadere più spesso a me e a molti colleghi che si reputano negozianti ‘specializzati’, ma che è ancora molto distante dall’essere una prassi comunemente praticata. Passare una manciata di ore in azienda mi ha svelato tanti risvolti prima non considerati, e ora, forte di questa esperienza, mi sento in grado di sostenere che ciò assuma oggi tutto un altro valore rispetto alla pratica commerciale (abusata in passato) di aziende e distributori che organizzano giornate di sci, escursioni, soggiorni relax intorno al mondo, per coccolare i negozianti e incentivarli in questo modo all’acquisto o, diciamocelo meglio, a stilare ordini di maggiore consistenza. Oggi sarebbe senz’altro meglio, anzi dovrebbe essere indispensabile, portare la propria clientela negli stabilimenti, per farle comprendere e toccare con mano il lavoro quotidiano, la ricerca, l’analisi dei prodotti, la produzione vera e propria. Quanto più costruttivo sarebbe essere chiamati per ottenere una formazione, non quella accademica fine a se stessa – tipica di certe full immersion di marketing molto americaneggianti –, quanto piuttosto orientata a creare un rapporto stretto e solido tra l’azienda e il negozio suo partner per sapere cosa si vende realmente, e per riuscire a farlo sempre meglio insieme. Dai miei confronti, specie in queste ultime settimane di grande attività fieristica, ho appreso che molte aziende, in un mercato ancora sofferente, stanno limando il prodotto, cercando di risparmiare sulle materie prime e sui componenti per mantenere un prezzo accettabile. In apparenza può sembrare un’agevolazione anche nei nostri confronti, in realtà questo crea un drammatico impoverimento, perché al grande effetto visivo non corrisponde più la necessaria sostanza. Durante il mio tour aziendale, molto più stimolante di una visita fieristica, ho potuto passeggiare nel reparto ricerca, guardare il lavoro dei tecnici in mezzo a un’infinità di macchine, stupendomi del fatto che anche una ditta di dimensioni tutto sommato contenute potesse avere al proprio interno un centro ricerche dove si studiano i dettagli di una produzione di fatto realizzata nell’Est Europa. Riprova dell’innegabile valore del made in Italy, quando appunto c’è di Michele De Masis della sostanza. Ho visto le prove sul prodotto: resistenza, tenuta, usura. La crisi è sicuramente un male, ma indubbiamente sollecita anche i più volenterosi e ‘appassionati’ a trovare nuove soluzioni che non rispondano solo alla pura logica di far tornare i conti a tutti i costi. Proprio mentre scoprivo questo mondo, ho compreso che dove nascono vere e profonde sinergie tra produttore e venditore, c’è vera ricchezza di idee, di prodotti, di prospettive future. Basti pensare a come i retailer potrebbero informare le aziende sul trend delle vendite, sui feedback dei clienti affidabili ed esperti. Mentre ora capita che certe richieste spiazzino il commerciante a corto di adeguate informazioni non trasmessegli dall’azienda (o dai suoi rappresentanti), in questo nuovo modo di operare il negoziante diverrebbe un fondamentale anello di congiunzione tra consumatore e produttore. Con ciò, quindi, si potrebbero anticipare i tempi, avere una conoscenza sia del prodotto che dei trend, riuscendo ad affrontare le sfide future con una maggiore serenità di spirito che deriverebbe proprio dalla condivisione di obiettivi finalmente sentiti come comuni. michele.demasis@topsport.it Contro il rischio omologazione e per riuscire a competere la chiave sta in una solida partnership tra azienda e retailer
Si fa presto a dire piumino Viaggio intorno allo sportswear da neve. Fra piume doc, cloni sintetici e molto altro, sull’onda di una tecnologia sempre più raffinata Raffinatezza, grande personalità e straordinaria innovazione tecnica: ecco il mix vincente dello sportswear sportivo proiettato al futuro. Pantaloni supertecnici da sci a vita bassa per un perfetto effetto jeans sotto la giacca di piuma quadrettata. Bogner yle 13
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