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15 aprile 2011 | Bolzano - TopSport

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uomini e donne intorno alla 50ina,<br />

ma i numeri lasciano il tempo che<br />

trovano. Meglio allora definirli come<br />

persone che, superata ormai l’età<br />

per praticare qualunque disciplina a<br />

livello professionistico, vedono comunque<br />

se stessi in una luce positiva,<br />

sono a proprio agio con l’età che<br />

hanno e trovano sempre il gusto per<br />

sperimentare cose nuove. Non va<br />

sottovalutato il fatto che, nei tre<br />

maggiori mercati europei (Germania,<br />

Italia, Francia) 1/4 degli acquirenti di<br />

scarpe e di abbigliamento sportivo<br />

sono over 45, mentre 1/10 è over<br />

55, per un giro d’affari pari a 5000<br />

milioni di euro. Come si può incrementare<br />

questo target? Come ci si<br />

può rapportare a questo tipo di consumatori<br />

in maniera più mirata? Il dibattito<br />

è aperto, anche perché gli<br />

stessi agers cambiano a seconda<br />

della nazione di riferimento. Quelli<br />

tedeschi, ad esempio, sono molto<br />

esigenti, vogliono consulenza e cercano<br />

un buon rapporto qualità/prezzo:<br />

moda e tecnicismi, per loro, sono<br />

valori meno importanti di quanto lo<br />

siano per le nuove generazioni.<br />

In Italia, lo scenario cambia radicalmente:<br />

gli agers nostrani sono più<br />

orientati alla moda e hanno il culto<br />

dell’apparenza visiva. Sono stati 478<br />

i milioni di euro spesi per l’equipagiamento<br />

sportivo nel nostro Paese<br />

nel corso del 2008: in generale, ogni<br />

fascia di consumo tiene molto alla<br />

qualità, dando però maggiore importanza<br />

all’apparenza rispetto all’effettiva<br />

comodità. La classica via di mezzo,<br />

forse a causa della sua anima<br />

mediterranea contaminata dal pragmatismo<br />

nord-europeo, è rappresentata<br />

dalla Francia. Qui gli agers non<br />

sono così modaioli, ma sanno quello<br />

che vogliono e sono esigenti in merito<br />

al comfort. Il prezzo conta, eccome:<br />

non per nulla, è il Paese dove la<br />

maggioranza degli acquisti si fa negli<br />

ipermercati o tramite internet.<br />

Assi tra gli stand. Come tutti gli anni,<br />

Ispo ha omaggiato un campione<br />

del passato che si continua a distinguere<br />

per la promozione dello sport<br />

in generale e per progetti benefici<br />

particolari. Quest’anno è stato il turno<br />

di Katarina Witt, impegnatissima<br />

nel promuovere la candidatura di<br />

Monaco 2018 e nell’aiuto ai bambini<br />

disabili con la sua fondazione “Katarina<br />

Witt Stiftung”. Cresciuta nell’ex<br />

DDR a Karl Marx Stadt (ora Chemnitz),<br />

divene un’atleta famosissima<br />

negli anni ’80 grazie ad un talento<br />

straordinario – che la fece diventare<br />

regina nel pattinaggio di figura alle<br />

Olimpiadi di Calgary 1988 – e ad<br />

una indubbia bellezza – che sfruttò<br />

per diventare un’icona sexy in foto<br />

che nulla lasciavano all’immaginazione.<br />

Ma al di là del fatto fisico, è il suo<br />

palmares a parlare: 2 titoli olimpici, 4<br />

mondiali e 6 europei. A fine carriera<br />

ha lavorato anche come attrice, scrittrice<br />

e imprenditrice, e nel 2005 vede<br />

la luce la sua fondazione, con lo<br />

scopo di allenare alla mobiltà bambini<br />

con handicap. Nel’Ispo Cup succede<br />

ad un altro tedesco, Oliver<br />

Kahn, grande portiere del Bayern e<br />

della nazionale tedesca vicecampione<br />

del mondo 2002. Tra gli italiani<br />

premiati in passato figurano Zeno<br />

Colò, Reinhold Messner, Gustavo<br />

Thoeni e Alberto Tomba (l’ultimo, nel<br />

2003).<br />

La bellissima Katarina Witt non è >><br />

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