15 aprile 2011 | Bolzano - TopSport
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È tempo di riflettere<br />
sulla natura dei negozi,<br />
le verticalizzazioni e il<br />
posizionamento dell’attività,<br />
passando per l’innovazione,<br />
la formazione, l’immagine<br />
e l’organizzazione che<br />
persone e prodotto hanno<br />
all’interno del sistema retail<br />
stupido il consumatore, perché i dati stanno dimostrando<br />
come l’acquirente cerchi la concretezza, non l’eccesso di<br />
marketing. Anzi, sento sempre più consumatori lamentare<br />
il fatto che talvolta nell’outlet paghino un prodotto più che<br />
in un negozio normale. Credo che i commercianti, ovvero<br />
gli imprenditori del libero commercio, debbano salutare<br />
questa opportunità con gioia, visto il successo che stanno<br />
avendo, mentre bisognerebbe rimettere in discussione<br />
gli outlet, pur facendo anche questi parte del gioco.<br />
Eticamente, infatti, reputo che siano da mettere in discussione,<br />
perché alla fine si rischia di prendere in giro il consumatore.<br />
Tuttavia finché funzionano, e finché i commercianti<br />
accettano certe proposte – tanto più osservando la<br />
corsa della clientela verso questi centri dell’acquisto – non<br />
si può che prendere atto della loro presenza sul mercato<br />
e accettarli.<br />
Diverso è il discorso per Decathlon, dove chi ha studiato<br />
le diverse situazioni lo ha fatto bene, e ha saputo proporre<br />
soluzioni che hanno incontrato e guadagnato il rispetto<br />
del pubblico. Il colosso francese ha sviluppato una<br />
modalità di commmercio che funziona, e la risposta dei<br />
negozianti deve essere quella di analizzare questa modalità<br />
e trarne spunto. Magari mettendosi insieme ai produttori,<br />
contro un competitor che, con le sue private label,<br />
ha la forza di accaparrarsi fette di mercato altrimenti<br />
destinate ai produttori. Se quindi alle fasce di prezzo di<br />
Decathlon si contrappone il valore del marchio, lavorando<br />
sulle sinergie tra negozio specializzato e produttori, il<br />
mondo retail è ancora in grado di far emergere tanti<br />
e importanti valori aggiunti.<br />
Resto dell’idea che la filosofia giusta sia quella di Sport<br />
Alliance, ovvero la voglia di mettersi insieme per costituire<br />
alleanze, raggiungere gli stessi volumi di grandi realtà<br />
come il colosso francese, per accedere a prezzi migliori.<br />
Ciò è infatti dimostrato dal fatto che dove esistono gli<br />
stessi volumi, si riescono a esporre le medesime proposte<br />
di Decathlon. Chiaramente bisogna anche saper<br />
capire le necessità dei consumatori, perché, ad esempio,<br />
spesso i nostri clienti cercano un prodotto di qualità<br />
superiore.<br />
Circa i saldi e le proposte di spostarne la data, si può<br />
dire che è una questione che c’è sempre stata e sempre<br />
ci sarà, per via di un congenito conflitto di interessi tra<br />
abbigliamento e articolo sportivo. Tante volte se la<br />
neve arriva tardi le vendite iniziano proprio nel periodo<br />
dei saldi, mentre se cade prima si ha il tempo di lavorare<br />
in un maniera decisamente migliore. Per mantenere il<br />
marchio “vendite di fine stagione” in piedi occorrono<br />
quindi dei compromessi. Basti pensare che per l’articolo<br />
sportivo l’ideale sarebbe iniziare i saldi intorno al <strong>15</strong>-20<br />
di gennaio, come accade per tutti i settori in Germania,<br />
mentre per l’abbigliamento sarebbe perfetta la prima<br />
quindicina del mese. Si può dire allora che quello attuale<br />
è un compromesso che da un lato sembra accontentare<br />
entrambi i settori, mentre di fatto li scontenta entrambi,<br />
se si analizzano separatamente i due ambiti.<br />
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