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VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

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uomo al dominio di satana. La realtà, invece, sarebbe lì da vedere in tutta semplicità:<br />

uomini posseduti vengono liberati. Eppure il criterio evangelico del discernimento, che<br />

invita a giudicare la bontà dell’albero dai suoi frutti, non viene assunto. Spesso neppure<br />

oggi... Perché?<br />

Il male è troppo forte. E Gesù gli va troppo vicino. Deve esserci sotto qualcosa.<br />

Impossibile che si tratti di Dio, giacché il male è quanto di più lontano da Lui si possa<br />

immaginare: è la sua antitesi. Per questo modo di pensare, l’agire di Gesù, il suo<br />

approssimarsi a chi giace schiavo sotto la pressione del male, non può essere accolto<br />

come novità benefica, ma è patito come scandalo. Infatti sconvolge lo schema. Abbiamo<br />

cercato rassicurazione mettendo ordine. E siamo riusciti a stabilire dove c’è il male e dove<br />

c’è il bene, dove c’è satana e dove c’è Dio... Ci siamo rassegnati a convivere con il male, a<br />

non sperare più nella sua sconfitta. Stabilite distanze di sicurezza, possiamo illuderci di<br />

avere il controllo. Certo, chi cade dall’altra parte è spacciato. Ma questo è il prezzo<br />

accettabile che il potere può pagare per la sua «tenuta».<br />

Purtroppo per noi e per il nostro «ordine» – e tuttavia per nostra salvezza – il Padre di<br />

Gesù non è questo idolo che garantisce l’ordine e la sicurezza abbandonando alcuni (ma<br />

alla fine, prima o poi, tutti) alla morte. Si immerge nella nostra umanità di persona e fino in<br />

fondo. E mostra l’inconsistenza dei confini che abbiamo tracciato per difendere la nostra<br />

presunta giustizia e integrità. Nella sequela del Maestro di Nazaret dovremo prepararci a<br />

più di un «disordine», se vorremo imparare da lui ad avere a cuore prima di tutto la vita.<br />

Altrimenti un giorno ci sentiremo ripetere: «Se aveste compreso che cosa significa:<br />

Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa» (Mt<br />

12,7).<br />

2. Contesto<br />

Il tema di fondo è l’identità di Gesù e della sua missione, e dunque l’identità di Dio<br />

(Regno). Tre questioni che per il vangelo sono strettamente connesse.<br />

2.1. Le parabole<br />

Quasi tutto il capitolo 4 è consacrato all’insegnamento. Gesù parla del Regno di Dio<br />

attraverso le parabole. In questo modo istruisce su come pensare Dio e insieme su come<br />

ascoltare questo insegnamento, cioè prendendo posizione. Ora che Gesù è venuto è<br />

possibile farlo. Egli appare qui essenzialmente come Maestro.<br />

2.2. La tempesta<br />

Alla fine del suo insegnamento, e anche della giornata, Gesù con i suoi attraversa il lago di<br />

Genezaret. Vengono colti da una tempesta assai pericolosa, ma Gesù dorme come si<br />

legge che fece il profeta Giona nel libro omonimo. Egli è però ritratto come più grande di<br />

Giona e del tutto simile al Dio che in quel libro comanda agli elementi della natura ed essi<br />

obbediscono prontamente. Gesù è un profeta (cf Mc 6) destinato anche ai pagani, come si<br />

legge di Giona che fu mandato a Ninive? Per ora il testo lo presenta come Signore delle<br />

potenze impazzite della natura.<br />

2.3. Il Geraseno, l’emorroissa, la figlia di Giairo<br />

Effettivamente però, subito dopo il racconto della tempesta, ecco Gesù approdare in<br />

territorio pagano. Guarirà il Geraseno e l’emorroissa, e risusciterà la figlia di Giairo. Gesù<br />

è più forte del Maligno e della morte.<br />

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