VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli
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vederlo come un indemoniato. Per dominare il turbamento che produce si finisce per<br />
abituarsi al male fino al punto che la sua sparizione improvvisa, ritenuta impossibile,<br />
spaventa. Così accade che agli occhi della gente l’estraneità dei due, anziché essere tolta,<br />
viene sancita definitivamente: Gesù, lo straniero il cui potere spaventa (e danneggia: molti<br />
maiali sono morti!), non viene accolto ed è invitato ad andarsene; colui che era posseduto<br />
è guardato con paura, tanto che ormai sente più famigliarità con un ebreo che viene da<br />
fuori piuttosto che con i suoi concittadini in mezzo ai quali è nato e vissuto. Questo accade<br />
perché i geraseni (come tutti del resto) hanno stabilito confini ovunque per stare tranquilli:<br />
la città qui, i sepolcri là; i sani noi, l’indemoniato lui; il male quello, il bene questo; i nostri di<br />
qui della frontiera, gli altri di là... Peccato che questi confini spesso fanno morire o quanto<br />
meno fanno vivere assai male. Gesù vuole la vita e li attraversa, li sconvolge per liberare.<br />
Ma questo non può essere tollerato. Questa forza, alla quale il Maestro dà il nome di<br />
misericordia, non è prevista e non viene accolta. Lo schema infranto disturba troppo.<br />
Gesù se ne va, ma lascia dietro di sé un testimone della misericordia di Dio. Manda colui<br />
che ha guarito (la formula di invio è tipica del mandato missionario) ad annunciare alla sua<br />
famiglia quanto Dio ha fatto per lui. Lo costituisce «apostolo» anche se non fa parte dei<br />
dodici e della sequela. Ed egli farà anche più di quello che gli viene chiesto<br />
«evangelizzando» tutta la decapoli, non solo la sua famiglia. Non può annunciare la<br />
risurrezione di Gesù perché non è ancora avvenuta, ma può annunciare la propria<br />
«risurrezione» grazie alla misericordia di Dio. Maria di Magdala sarà costituita «apostola<br />
degli apostoli» (cf Giovanni 20,17-18), e anche da lei Gesù aveva fatto uscire ben sette<br />
demoni (cf <strong>Luca</strong> 8,1-4). E che dire della samaritana di Giovanni 4, o addirittura di Pietro<br />
che «vagliato come il grano da satana» (cf Lc 22,31-34) ha rinnegato il Maestro tre volte?<br />
Sembrerebbe che per essere missionari 2 occorra aver conosciuto a fondo la realtà del<br />
male, della propria miseria, e insieme aver sperimentato la liberazione grazie all’incontro<br />
con la misericordia di Dio. Soltanto da questa umile e grata consapevolezza possono<br />
venire quegli atteggiamenti che segnano in maniera inconfondibile lo stile della missione<br />
cristiana.<br />
2 «Apostolo» e «missionario» sono parole che derivano rispettivamente dal greco e dal latino, ma significano<br />
la medesima cosa: inviato.<br />
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