VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli
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malato e poi guarito. E tutte e due le volte subentrano poi i Giudei in maniera polemica:<br />
l’uomo guarito viene rimproverato, mentre Gesù è minacciato di morte.<br />
All’inizio si parla genericamente di una «festa», ma non si dice quale. Comprendiamo la<br />
reticenza quando al centro del racconto e poi alla fine compare il riferimento al riposo del<br />
«sabato» 8 , vero e proprio pilastro della pietà giudaica dal post-esilio in poi. Quello che qui<br />
importa è il rapporto tra Gesù e il giorno del Signore, e dunque la relazione tra Gesù e il<br />
Padre. Il racconto, di evidente carattere simbolico, è ricchissimo di sfumature. Ne<br />
dobbiamo lasciar cadere molte per limitarci all’essenziale.<br />
4. Guarire e vivere<br />
L’ambientazione è terribile: un luogo ampio (cinque portici!) e famoso per le sue qualità<br />
terapeutiche attira «un gran numero» di disgraziati: infermi, ciechi, zoppi e paralitici.<br />
Naturalmente chi è sano se ne sta alla larga. I malati si raccolgono nella speranza della<br />
guarigione e attendono… Quando l’acqua della piscina si increspa, il primo a entrarvi<br />
viene guarito. Questa macabra gara – che possiamo immaginare a tratti anche cruenta –<br />
premia chi pensa a se stesso e ancora in qualche modo ce la può fare da solo o con<br />
l’aiuto di qualcuno (in altre parole chi ha meno bisogno). E sembra fatta apposta per<br />
confermare o le peggiori idee che ci si possa fare dell’arbitrio di Dio, oppure le peggiori<br />
idee sul proprio peccato, meritevole di un simile castigo. Ovvio che per quelli che non<br />
erano per nulla autosufficienti, costretti alla passività totale anche dalla mancanza di aiuto,<br />
doveva essere uno spettacolo crudele.<br />
In mezzo a questa umanità, immiserita dalla sofferenza e radunata intorno alla piscina<br />
presso la porta delle Pecore (è troppo vedervi un rimando a Gv 10?) non dalla solidarietà<br />
ma dalla lotta di tutti contro tutti per la sopravvivenza, arriva Gesù attirato a Gerusalemme<br />
da una festa (memoriale della salvezza). Emozionante. Vede il più impotente di tutti, che<br />
giace da 38 anni e non ha nessuno, e gli chiede se vuole essere guarito. La domanda<br />
sembra impertinente. Eppure c’è da credere che impotenza e isolamento abbiano bloccato<br />
nel malato anche il desiderio della guarigione, non fosse altro che per non soffrire troppo.<br />
Infatti la risposta è anche più impertinente della domanda e tuttavia illuminante: ci<br />
saremmo aspettati un sì deciso, e invece pur avendo finalmente presso di sé qualcuno<br />
(Gesù che gli parla, e che gli sta chiedendo di lui) dice che non ha nessuno, quasi a<br />
giustificarsi del suo essere ancora malato. Ha già perso l’occasione buona troppe volte e<br />
non vuole illudersi più? E’ oppresso dai sensi di colpa? D’altra parte è pur sempre lì ad<br />
aspettare, sebbene non sappia forse più che cosa o chi… Eppure deve dichiarare almeno<br />
il suo bisogno di un altro per poter sperare. Gesù gli dice: Alzati! E sull’istante guarì 9 e<br />
cominciò a camminare. Notiamo due particolari.<br />
A – Il verbo camminare è usato da Gesù, e poi ripreso dal guarito e dai Giudei, in<br />
senso assoluto. Non si dice camminare in una certa direzione o in un certo modo, ma solo<br />
camminare. E’ come se qui Gesù dicesse: vivi! Per il momento non gli interessa di<br />
8 «Sabato», da shabbàt. Il nome deriva da una radice verbale che significa «cessare». Il «giorno del<br />
Signore» ha come caratteristica fondamentale il riposo, inteso come cessazione da ogni attività che non sia<br />
la (e quindi distragga dalla) contemplazione / lode di Dio. Ai tempi di Gesù la legislazione del sabato era<br />
assai rigorosa e molte attività erano proibite in quanto interpretate come «lavoro». La violazione ripetuta del<br />
riposo sabbatico da parte di Gesù è un tratto ricordato da tutte le tradizioni evangeliche.<br />
9 Un parallelo è abbastanza trasparente e ci verrà utile anche più avanti. La sequenza comando /<br />
accadimento ricorda il testo della creazione. In Genesi 1 ricorre continuamente. Cf per esempio 1,3: «Dio<br />
disse: Sia la luce! E la luce fu».<br />
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