20.05.2013 Views

VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

un clamore accusatorio assordante. Eppure, dicono i testi, in quel momento Gesù è più<br />

vicino che mai a tutti noi. In questo silenzio Gesù è stato iniziato dalla lettura delle sacre<br />

Scritture, dove già aveva fatto capolino la figura del giusto perseguitato «che non apre la<br />

sua bocca».<br />

Che cosa succede al «giusto» che grida nei salmi, soprattutto in quelli di lamento (cf p. es.<br />

Sal 37; 38; 39; 55; … 73; … con Lam 3,21ss)? La risposta è molto semplice: egli è caduto<br />

in disgrazia, sta sperimentando un momento di grande difficoltà nella sua vita. L’immagine<br />

che i salmisti usano spessissimo è quella del malato, per dire che quanto accade loro è<br />

visibile, colpisce il corpo e diminuisce drammaticamente le loro possibilità di vita. I<br />

tentacoli della morte penetrano nell’esistenza e pongono pubblicamente l’orante sul ciglio<br />

della fossa. Tutto questo accade a uno che non ha abbandonato – o se si preferisce: a<br />

uno che non vuole abbandonare – l’alleanza con Dio, che ha sperimentato la<br />

«beatitudine» e la «regalità» di questa relazione; ma che ora vede lontane da sé le<br />

«benedizioni» del Signore e teme il suo abbandono definitivo (la morte). Chi sta intorno a<br />

lui, però, in molti modi conferma o addirittura insinua proprio questo timore.<br />

Due considerazioni. La prima riguarda la fede, messa alla prova dalla disgrazia. Solo una<br />

visione ingenua della fede può pensare che al giusto, cioè a colui che crede alle promesse<br />

di Dio, non debba capitare mai nulla di male. Anzi, per alcuni aspetti (e ne vedremo<br />

qualcuno) è proprio a lui che capita di peggio. La seconda riguarda la testimonianza del<br />

salmista – che pregando vogliamo fare nostra –: egli non si rassegna affatto a perdere il<br />

suo Signore, cioè la vita. E così ci offre le parole di un desiderio, ci fa fare esperienza di<br />

una tensione che aspira comunque alla vita e porta alla conferma dell’immagine migliore di<br />

Dio. Davanti a chi lo vorrebbe zittire additandolo per l’evidenza del suo male il salmista<br />

non smette di elevare il suo grido di supplica. Già questo è assai liberante... Siamo al<br />

cuore di quell’esperienza che trova in Giobbe la sua insuperabile figura.<br />

Che quella del salmista voglia essere consapevolmente una «testimonianza» è<br />

confermato dal fatto che il giusto caduto in disgrazia, malato e vicino alla morte, è anche<br />

un accusato. Si vede trascinato in giudizio e deve rispondere di una presunta (ma per chi<br />

lo accusa è certa) colpevolezza. Chi testimonierà in suo favore? Intanto lui testimonia in<br />

favore di Dio, e attende da lui la dimostrazione della sua innocenza (del suo non essere<br />

colpevole al punto da meritare quanto gli accade!):<br />

Salmo 35<br />

Signore, giudica chi mi accusa,<br />

combatti chi mi combatte.<br />

2 Afferra i tuoi scudi<br />

e sorgi in mio aiuto.<br />

(...)<br />

10 Tutte le mie ossa dicano:<br />

«Chi è come te, Signore,<br />

che liberi il debole dal più forte,<br />

il misero e il povero dal predatore?».<br />

11 Sorgevano testimoni violenti,<br />

mi interrogavano su ciò che ignoravo,<br />

12 mi rendevano male per bene:<br />

una desolazione per la mia vita.<br />

13 Io, quand'erano malati, vestivo di sacco,<br />

mi affliggevo col digiuno,<br />

riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.<br />

14 Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello,<br />

come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore.<br />

58

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!