VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

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II GLI INCONTRI DI GESÙ Lo stile della cura paterna di Dio A. Fare spazio all’altro B. Ospitare l’altro dentro la relazione con il Padre C. Lo stile dell’«itineranza» D. Scheda di lavoro 2 28
- A - FARE SPAZIO ALL’ALTRO Marco 7,24-30 (La siro-fenicia) Il meglio di quello che Gesù è e ha «passa» (come un’energia, una forza) principalmente attraverso i suoi incontri personali. La scelta di questa strategia colpisce perché non sembra risultare da una attenta riflessione sulle forze a disposizione rispetto all’obiettivo immenso che si deve perseguire (la salvezza del mondo, in soli tre anni di ministero pubblico!). Insomma, sembra che Gesù si lasci distrarre e si perda in una serie di incontri che appaiono troppo particolari e che sembrano condannare la sua predicazione a restare troppo circoscritta. In realtà questa scelta strategica di Gesù corrisponde alla verità di Dio e dell’uomo. Ecco cosa c’è in gioco, niente meno che questo: Gesù si concentra e si trova nell’incontro con le persone, e in questo farsi del tutto particolare l’incontro propizia il ritrovamento di sé da parte delle persone e la possibilità di intravedere finalmente una relazione effettiva e affettiva con Dio. La «verità» cristiana (che è Gesù e la sua rivelazione del Padre) è universale in quanto realtà personale che si particolarizza sempre e ovunque; è cioè l’offerta di una relazione personale possibile a ciascuno in ogni luogo e in ogni tempo. In questa meditazione e nella prossima metteremo a fuoco due tratti caratteristici del modo di relazionarsi di Gesù con gli altri: il «fare spazio» e l’«ospitare dentro la relazione con il Padre». Naturalmente questi tratti non sono gli unici, ma sono davvero fondamentali per capire lo stile di Gesù e dunque di Dio; e sono sempre in qualche modo presenti, sebbene di volta in volta appaia più accentuato l’uno o l’altro. 1. Contesto Siamo alla fine del cap 7 di Marco, e dunque a ridosso della «confessione di Cesarea» (8,27ss.), un momento a prima vista sorprendente poiché per un attimo Gesù interromperà il «segreto messianico» che poi scioglierà soltanto alla fine (cf 14,61ss.). Questo episodio di Cesarea, nel quale Gesù chiederà ai suoi «Voi, chi dite che io sia?», rappresenta un passaggio decisivo, un vero e proprio spartiacque nel vangelo, che inaugura la seconda parte: da lì in avanti il Maestro comincerà ad annunciare apertamente la sua passione, provocando l’incomprensione crescente anche dei suoi. La predicazione di Gesù in Galilea (prima parte del vangelo) si chiude in mezzo a opposizioni. Vediamo rapidamente: • Cap 6: o Nazaret: «si scandalizzavano di lui»; «si meravigliava della loro incredulità» o Missione dei 12 (nonostante la loro incomprensione sia già cominciata al cap 4, dove hanno dimostrato di non capire le parabole) o Esecuzione di Giovanni Battista o Prima moltiplicazione dei pani (il «pane» è simbolo che ritorna in maniera strategica in questi capitoli) o Notte sul lago e incomprensione dei discepoli (tempesta sedata, 4,35ss.: «chi è dunque costui?»; Gesù cammina sulle acque, 6,45ss.: spavento, 29
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