VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli
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differenza e alterità, è il modo per non confondere (e nascostamente rimpiazzare) il Regno<br />
di Dio con la chiesa e Gesù con noi.<br />
1. Lettura «di superficie» degli inizi della missione<br />
Seguendo il filo della narrazione (Atti 1-8) senza problematizzazioni si può mettere in<br />
sequenza una serie di elementi che effettivamente sono gli elementi strutturali della<br />
testimonianza-missione.<br />
• L’incontro con il Risorto. Anche per Atti 1 la sequela del Maestro si riaggrega grazie<br />
alla manifestazione del Risorto. Il nuovo atto rivelativo, che porta a compimento la<br />
predicazione di Gesù a proposito del Regno di Dio, pone la base per una rinnovata<br />
comprensione. Essa è resa possibile più precisamente dal dono dello Spirito santo,<br />
dono che in altri racconti resta implicito e che Giovanni e <strong>Luca</strong> indicano<br />
esplicitamente come frutto della pasqua di Gesù.<br />
• Il dono dello Spirito e il compimento. In Atti 2 si narra la Pentecoste. Essa appare<br />
come una teofania, ma è significativamente ribaltata – è discendente e condivisa –<br />
rispetto alla sua immagine di riferimento, quella della manifestazione al Sinai, che è<br />
tutta ascendente e riservata a Mosè soltanto (cf Es 19, 32-34, con però la<br />
significativa eccezione di Es 24). Alla confusione delle lingue (Gn 11: la torre di<br />
Babele) mette ora riparo non il ritorno a un’unica lingua, bensì la possibilità di<br />
attraversare i «confini» delle diverse lingue mantenendo però la differenza, che<br />
appare dunque non come un handicap ma come un elemento originario di valore<br />
(cosa bella / buona). E’ questo elemento originario che la predicazione, frutto<br />
immediato del dono dello Spirito, dovrà tenere assolutamente presente.<br />
• L’annuncio. Il centro dell’annuncio apostolico (=missionario) è la risurrezione di<br />
Gesù e il suo valore salvifico per noi (per tutti). Il Risorto è però il Crocifisso, e la<br />
passione di Gesù è ricollocata sullo sfondo delle antiche promesse quale loro<br />
sorprendente compimento.<br />
• La comunità. A conclusione del primo annuncio di Pietro e come chiusa del cap 2<br />
<strong>Luca</strong> tratteggia (in termini volutamente ideali) la vita nuova dei cristiani. La comunità<br />
radunata attorno all’annuncio di Gesù Risorto (insegnamento, frazione del pane,<br />
preghiere) è caratterizzata dalla condivisione fraterna (ancora più esplicita in Atti<br />
4,32-35), e rappresenta la vita rinata nella nuova alleanza. E’ comunque il Signore<br />
che «ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (2,48).<br />
• I segni messianici. L’annuncio è accompagnato da segni («messianici») di<br />
liberazione dal male (cf Atti 3,1ss.; 5,12-16).<br />
• Le persecuzioni. Quasi dall’inizio, però, l’annuncio è osteggiato (cf 3; 4; 5; 7...).<br />
Come aveva predetto il Maestro, e come era accaduto a lui per primo, l’esperienza<br />
del Regno di Dio si accompagna alla persecuzione. Tuttavia è proprio l’esperienza<br />
del Risorto a persuadere della «forza» incontenibile della salvezza e del suo<br />
annuncio. La corsa della Parola non può essere arrestata.<br />
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