VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

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- A - FARE SPAZIO A GESÙ «STRANIERO» Marco 3,1-35 Tutto il vangelo è orientato a dare risposta (o forse più precisamente a dare orientamento) a questa ricerca: chi è Gesù? Come cambia la nostra vita nell’incontro con la rivelazione della sua «verità»? E questo cambiamento quale responsabilità comporta nei confronti del mondo? Tuttavia i vangeli documentano un fatto incontestabile: man mano che procedeva la rivelazione di Gesù si infittiva il suo mistero e insieme quello dell’uomo e di Dio. Il Dio che aveva fatto l’uomo a sua «immagine e somiglianza» emergeva talmente diverso e stupefacente dalle parole di Gesù da provocare la necessità di una revisione di tutto il reale. Non stupisce che il Maestro sia stato sentito come «strano», «straniero». D’altra parte, non era forse presunzione quella che ci faceva pensare al Dio tre volte santo (ovvero tre volte «diverso» e dunque «straniero») come a una presenza famigliare e ormai del tutto conosciuta? E’ per questo che il dono paradossale di questo nostro tempo è proprio la crescente estraneità di Gesù e del suo vangelo rispetto alla nostra società. Gesù appare sempre più straniero nell’Europa di antica cristianità. La marginalità del cristianesimo è certamente una realtà che fa soffrire, e tuttavia porta con sé una grazia: quella di porre come necessaria la riscoperta del vangelo proprio perché la sua trasmissione non va più da sé. E’ come se il Signore avesse concesso che ci venisse tolto di mano quello che ritenevamo un possesso affinché potessimo riceverlo di nuovo quasi fosse la prima volta. Ciò che ci era famigliare lo ritroviamo inaudito, già solo per il fatto che quello che fino a ieri era ovvio oggi lo dobbiamo motivare; e non solo agli altri, ma anche (anzi, prima di tutto) a noi stessi. Come sempre l’incontro con una estraneità pone un problema, crea una tensione. Ma insieme, chiedendo accoglienza, amplia lo spazio interiore, apre nuove prospettive, dilata gli orizzonti. Nel caso di Gesù l’accoglienza della sua estraneità (o «stranierità», come dice Enzo Bianchi) è particolarmente faticosa. Essa infatti arriva troppo a fondo, destabilizza duramente, tocca una cosa troppo sacra e dalla quale non ci vogliamo staccare: l’immagine che ci siamo fatti di Dio e sulla quale appoggiamo le nostre certezze… Cerchiamo di vedere nel capitolo 3 di Marco quali dinamiche sono attivate da Gesù e quali si attivano intorno a lui e suo malgrado. Sono certo che per noi, oggi, saranno assai istruttive. 1. Al centro la vita (offesa) altrui (vv 1-6) Dinamica: • Gesù ENTRA nella sinagoga, luogo della Parola / preghiera. • E’ al centro dell’attenzione (malevola: cercano un motivo d’accusa) / mette al centro l’uomo dalla mano inaridita (invita alla benevolenza: «salvare una vita o toglierla?») / lo guarisce – Gesù si decentra. 48
• Farisei e erodiani ESCONO dalla sinagoga (e tengono consiglio per togliere la vita a Gesù). La forza salvifica che Gesù esprime scatena la reazione di chi è duro di cuore (per motivi religiosi!) e lo fa uscire dalla presenza di Dio. Osservando questa dinamica «dentro / fuori», che ritornerà ancora lungo il capitolo, si tenga presente che la parola «estraneo / straniero» ha a che fare con la radice latina «extra», cioè «fuori». L’estraneo è colui che sta fuori / viene da fuori, cioè colui che «non è dei nostri», non appartiene alla nostra «casa». 2. Al centro delle attese dei poveri (vv 7-12) Dinamica: • Gesù si ritira / viene cercato dalle folle («sentendo ciò che faceva») che convergono verso di lui dai quattro punti cardinali: Gesù è al centro. • Chi ha qualche male si getta su di lui per toccarlo / Gesù attira, ma deve sottrarsi al bisogno dei poveri che rischiano di uccidere la fonte della loro salvezza – Gesù si decentra. • Gli spiriti immondi si gettano ai piedi di Gesù perché lo conoscono (sembrano gli unici capaci di tanto nel vangelo di Marco!). Il bisogno che rende rapaci, e gli spiriti cattivi che fomentano le attese dei poveri manifestando inopportunamente la divinità di Gesù, cercano di uccidere (il primo involontariamente, i secondi volutamente) colui che dà la vita. 3. Al centro i discepoli (vv 13-19) Siamo al centro del capitolo… Dinamica: • Gesù sale / chiama a sé i Dodici (li fa USCIRE dalla loro vita precedente / li fa ENTRARE nella relazione con lui e con il Padre). • Istituisce i Dodici perché stiano con lui... • ... ma anche per mandarli a fare quello che fa lui (li fa ENTRARE nella sua missione / li fa USCIRE verso tutti) – Gesù si decentra. 4. Al centro della comunità-famiglia (vv 20-21.31-35) Dinamica: -A- vv 20-21 • Gesù ENTRA in una casa / si raduna molta folla. • Il Maestro e i suoi non possono neppure mangiare (viene loro letteralmente presa la vita) – Gesù si decentra. • I suoi famigliari (verremo a sapere che c’è anche sua madre) ESCONO per andare a prenderlo (=«arrestarlo»: cf 14,44.46.49!) perché dicono che è FUORI di sé 49
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