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VANGELO E MISSIONE 3 _2008_ - Luca Moscatelli

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15 Ma essi godono della mia caduta, si radunano,<br />

si radunano contro di me per colpirmi all'improvviso.<br />

Mi dilaniano senza posa,<br />

16 mi mettono alla prova, scherno su scherno,<br />

contro di me digrignano i denti.<br />

17 Fino a quando, Signore, starai a guardare?<br />

Libera la mia vita dalla loro violenza,<br />

dalle zanne dei leoni l'unico mio bene<br />

Quando gli amici circondano il malato per consolarlo, diventano suoi nemici, come accade<br />

a Giobbe. Ma più spesso ciò che si verifica è un vero a proprio abbandono, ed è questo<br />

che uccide. Vediamo questa sequenza di salmi:<br />

Salmo 31<br />

Salmo 38<br />

Salmo 88<br />

Salmo 102<br />

13 Sono caduto in oblio come un morto,<br />

sono divenuto un rifiuto<br />

12 Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe,<br />

i miei vicini stanno a distanza<br />

19 Hai allontanato da me amici e conoscenti,<br />

mi sono compagne solo le tenebre<br />

8 Veglio e gemo<br />

come uccello solitario sopra un tetto<br />

Non si tratta soltanto di solitudine, bensì di proscrizione. Qui la vita è messa in gioco sul<br />

dono o sul rifiuto della solidarietà e del mutuo soccorso. E quello che si sperimenta è il<br />

rifiuto. Che la malattia (la disgrazia) sia il risultato di influssi maligni, oppure che essa<br />

spaventi perché segnala l’irrompere della morte, oppure ancora che appaia come<br />

punizione per i peccati, non cambia la constatazione: essa rivela il fatto che «l’inconscio<br />

umano vede una colpa in ogni caduta, in ogni incidente, in qualsiasi insuccesso» (P.<br />

Beauchamp); e questo trascina nell’ingranaggio dell’accusa e della contro-accusa.<br />

Come abbiamo già ricordato il nome ebraico del Maligno è satan, cioè accusatore. A<br />

muoverlo è l’invidia (Sap 2,24). Chi concepisce la vita come un campo di battaglia dove<br />

arraffare il più possibile per sé non può avere riguardi per gli altri: il bene toccato a un altro<br />

lo farà soffrire, mentre il bene sottratto a un altro gli darà gioia. E se non potrà avere quello<br />

che è di un altro, almeno che non ce l’abbia più lui (e possibilmente nessuno): così si può<br />

arrivare a godere della pura e semplice distruzione, si può arrivare ad augurare la morte e<br />

a gioire di essa. Si può arrivare a uccidere.<br />

Uno degli inestimabili regali che i salmi del giusto perseguitato ci fanno è l’aiuto che essi ci<br />

offrono al disinnesco dell’accusa. Essi guardano in faccia il male e ne stanano tutta la<br />

gravità; ospitano tutta la gamma dei sentimenti della vittima, anche quelli meno nobili;<br />

fanno perfino spazio alla richiesta di vendetta... ma lasciano che sia Dio ad agire e<br />

confidando nella sua giustizia (non rassegnandosi all’apparente vittoria dell’ingiustizia)<br />

evitano di portare altra legna al fuoco dell’accusa e dell’invidia.<br />

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