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amici del sobborgo che diventava sempre più<br />
fatiscente, come la sua città, per le distruzioni della<br />
guerra e la miseria dovuta all’accerchiamento dei<br />
soldati che durava da secoli, secondo la sua amica<br />
Tanja, che sapeva perché i soldati sparavano anche ai<br />
ragazzini che tiravano i sassi: come era successo a suo<br />
fratello Ismail, morto a diciasette anni, colpito da un<br />
soldato che aveva più o meno la sua età.<br />
Un giorno di primavera Tanja, che era molto più<br />
vecchia di lei e che tutti i giorni si fermava a<br />
chiacchierare, sparì senza motivo. Riapparve alcuni<br />
giorni dopo fotografata su tutti giornali. Se ne era<br />
accorta perché la mamma di Tanja piangeva<br />
disperatamente alzando al cielo un giornale, tra grida<br />
e preghiere che si accavallavano stroncate da<br />
singhiozzi e lamenti strazianti. Tanja appariva con<br />
una tuta che non le aveva mai visto addosso e una<br />
fascia verde sulla fronte. Non sapeva che gioco era<br />
andata a fare nella città oltre il lungo muro grigio: non<br />
gliene aveva mai parlato e si sentì quasi offesa per<br />
questo segreto che si era voluto tenere tutto per sé e<br />
capì che il gioco di Tanja forse non era un gioco;<br />
infatti c’era scritto che era una martire, che aveva<br />
ucciso diversi nemici, ma anche un bambino. Fatima<br />
pensò che forse il bambino aveva sbattuto la testa<br />
correndo addosso a qualcosa, oppure che fosse<br />
caduto giocando da un muretto. La sua amica Tanja<br />
era buona e amava i bambini, non poteva averlo<br />
ucciso come scrivevano. Alcuni giorni dopo<br />
l’apparizione di Tanja sul giornale, alla mattina all’alba<br />
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