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vol1 - Pagine Ribelli

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a guardarmi e sorridendomi continua: “Se é molto<br />

che aspetto? Sono rimasto qui tutto il giorno, dal<br />

tiepido calore del mattino é venuto mezzogiorno, la<br />

calura del pomeriggio, il fresco della sera ed ora, ora il<br />

freddo della notte ed io, caro lei, aspettando il treno<br />

giusto sono diventato il vecchio che lei vede ora.<br />

Stamani ero giovane ed ora sono un vecchio che ha<br />

lasciato passare tutti i treni senza prenderne mai uno<br />

per paura non fosse quello giusto. Se é molto che<br />

aspetto? Sapesse quanti rimpianti per i treni che ho<br />

lasciato passare, non si può, non si può” ripeteva<br />

scrollando la testa.<br />

Mancano ormai pochi minuti a mezzanotte, la<br />

campanella della stazione comincia a suonare per<br />

indicare che sta arrivando un treno, l'ultimo. Tra<br />

poco uscirà il capostazione con il suo fischietto.<br />

“Sa, ora non é che abbia molta scelta, questo é<br />

l’ultimo”, mi dice sconsolato alzandosi e prendendo<br />

in mano la sua valigia. “Ora lo devo prendere per<br />

forza il treno e, creda, sento che proprio ora sto<br />

cominciando a vivere, proprio ora che vado<br />

verso…”.<br />

Interrompe la frase, si avvicina ai binari, una luce<br />

sulle rotaie si avvicina piano piano verso la stazione,<br />

sento il fischio della locomotiva che sta arrivando, il<br />

capostazione esce dalla sua guardiola indossando il<br />

cappello con un fischietto ed una paletta in mano.<br />

Rimango li seduto. Il vecchio, salendo su uno dei<br />

vagoni, volge lo sguardo verso di me, mi sorride,<br />

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