vol1 - Pagine Ribelli

casa nonna Agnese, dicendo con voce alterata che il
nonno non era rincasato e che a Ballarò, proprio
dove era andato nonno Antonio, c’era stato un
ennesimo bombardamento degli americani mentre
c’era mercato. Si cercò papà che era ufficiale alla
polveriera di Villagrazia e papà cominciò a girare tutti
gli ospedali. Poi mi addormentai fra le braccia di
nonna Agnese.
Per qualche giorno non vidi più né il nonno né la
nonna. Come poteva essersi scordato di me, nonno
Antonio? Perché non veniva a prendermi per passare
qualche giorno con lui? Avevo voglia di giocare anche
per distrarmi da una certa inquietudine che,
inspiegabilmente, mi sorprendeva nei momenti più
impensati.
Lo chiesi alla mamma che mi rispose frettolosamente
che il nonno non poteva pensare solo a me con tutto
quello che faceva. Ci restai male e continuai
malinconicamente a giocare da solo, pensando alle
nostre passeggiate, ai giuochi in giardino, alla Villa
Bonanno, ai gelati, anche se quelli da una lira.
Qualche giorno dopo bussarono alla porta. Erano
due poliziotti.
“Siamo colleghi del nonno”, mi dissero dopo avermi
dato un bacetto. “Il nonno è molto occupato e non
può venire ma ha mandato noi per dirti che ti pensa
tanto e che ora puoi giocare con questi ad essere
grande”.
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