BESTIE DA DISPIACERE racconto di Maurizio ... - Exclusion.net

Cercavo di raggiungere la stanzetta del dottore di turno,
perché mi faceva male il braccio. La gentilissima
infermiera, capelli rossi, corpo massiccio, che cantava
canzoni napoletane, ma senza strascicare le parole né
calcando la voce nei momenti topici, l’infermiera, dicevo,
prima di rimboccarmi le coperte, m’aveva rassicurato: “se ti
fa male il braccio vai dal dottore e ti fai fare l’iniezione”.
Solo due giorni prima stavo giocando a impennare con la
bicicletta. Tutta la strada, più di cento metri, su una ruota
sola. Avevo 13 anni, era giugno, fra pochi giorni avrei fatto
l’esame di terza media, e poi mare, finalmente il mare.
Non m’ero fatto male perché impennavo. Appena sceso
dalla bicicletta, nemmeno messo piede sul marciapiede, una
moto m’aveva travolto. Il centauro stava cercando di
imitarmi, andava anche lui su una ruota, però sul
marciapiede. Che poi è un vecchio vizio del sud, occupare i
marciapiedi.
Il tizio su una ruota, Gianluca Citarella, mi ha visto alla fine,
troppo tardi. Ho messo le mani avanti per ripararmi e ho
fatto male, subito il braccio sinistro aveva ceduto con una
specie di rumore che adesso non saprei definire. Un brutto
rumore, comunque.
La diagnosi: radio e urna rotti. Si trattava di una frattura
scomposta ed esposta, in quando, non solo le ossa avevano
ceduto in più punti, ma un pezzo d’urna aveva bucato
l’avambraccio ed era uscito fuori. La visione del fenomeno
(la fuoriuscita dell’osso) aveva causato lo svenimento
dell’impennatore, il suddetto Gianluca Citarella, 15 anni, e
di Matteo u’chioz, così detto, perché aveva la tendenza a
incantarsi davanti a qualcosa di sconosciuto e ciondolare la
testa avanti e indietro con la bocca aperta. Soprannome
volgare, devo ammetterlo.
Matteo, dopo un lungo momento di ciondolamento, anche
lui di fronte al fenomeno inatteso era svenuto, battuto la
testa e si era ritrovato con me al pronto soccorso.
Se mi ricordo bene: cinque punti.
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