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Il Guado dell'Antico Mulino - Aprile 2010 - Sanpietroingu .net

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LA FIABA<br />

ILLUSTRATA<br />

<strong>Il</strong> canto dell’usignolo<br />

Testo di Sonia Galdeman<br />

<strong>Il</strong>lustrazioni di Gloria Zanella<br />

Nel villaggio degli gnomi dal naso lungo viveva<br />

anche Notabella, una splendida femmina di<br />

usignolo, dal piumaggio folto e violaceo. Notabella<br />

aveva piume lunghe e morbide, attorno al collo<br />

un collare rosato, dello stesso colore della punta<br />

della coda e delle ali. Un becco ad uncino, color<br />

del sole, zampe sottili e scattanti, artigli pronti<br />

alla difesa, ma che mai gli erano serviti fi no<br />

a quel momento. E quando si librava in volo,<br />

le sue ali erano talmente grandi da offrire un<br />

caldo riparo, nei giorni di pioggia, ai calabroni,<br />

alle libellule, agli scarafaggi, agli scarabei.<br />

Ma la grande qualità di Notabella era la voce: il<br />

suo canto era magico.<br />

Ogni giorno allietava, dal ramo dell’ombroso<br />

pino, il lavoro degli gnomi: c’era chi raccoglieva<br />

le bacche fi schiettando armoniose melodie,<br />

chi faceva scendere per le acque del ripido<br />

ruscello i rami e i pezzi di tronco fi no al villaggio<br />

superando le fatiche del duro lavoro grazie al<br />

canto soave dell’usignolo. E c’erano le donne<br />

gnomo che stendevano i panni, spolveravano i<br />

tavoli della cucina, lucidavano i vetri delle fi nestre,<br />

preparavano le focacce ripiene di marmellata di<br />

mora, lavavano i piatti, saltellando di qua e di<br />

là, cullate da quella melodia. I ragazzi gnomi<br />

andavano a scuola correndo vivacemente, facendo<br />

slalom tra un tronco e l’altro; i giovani andavano<br />

al lavoro in bicicletta per poter godere dei suoni<br />

della natura; i vecchi, seduti nella loro sedia a<br />

dondolo in vimini, nella veranda della loro casa,<br />

stavano ore con gli occhi chiusi, imprigionati dalla<br />

soavità della melodia che echeggiava nell’aria.<br />

E quando qualcuno si perdeva, tra i fi tti pini tutti<br />

uguali, o nelle tenebre della notte, Notabella<br />

aiutava a trovare la via del ritorno. Quando qualche<br />

animale si feriva, o cadeva dentro ai burroni, così<br />

numerosi nella foresta, Notabella fi schiava per<br />

tre volte consecutive: segnale divenuto ormai<br />

universale per gli abitanti del villaggio, e faceva<br />

pag. 38<br />

giungere sul luogo dell’incidente immediati aiuti.<br />

E ancora, quando il cielo era buio e tetro, senza<br />

luna e stelle, Notabella svolazzava sopra i pini e<br />

le case e, grazie alle sue piume che brillavano<br />

nella notte, offriva un punto di riferimento: la<br />

luce che rischiarava, una sicurezza, una certezza.<br />

Notabella lasciava al suo passaggio una ventata di<br />

freschezza: le margherite dei prati riacquistavano<br />

vigore, le violette e i mughetti freschezza, le<br />

orchidee selvatiche brillantezza, perfi no i fi li<br />

d’erba sembravano più verdi e volersi elevare<br />

al cielo. La giovane femmina di usignolo viveva<br />

in quel villaggio dalla nascita: amava quelle<br />

montagne invase da pini ricolmi di pigne, quei<br />

prati verdi, quelle distese fi orite durante l’estate,<br />

che si ricoprivano di neve d’inverno.<br />

Amava le rocce e i sassolini, le strade scoscese<br />

e i sentieri tortuosi, i torrenti che scendevano<br />

dalla cima dei monti grazie allo scioglimento dei<br />

ghiacciai e si andavano ingrossando, formando<br />

piccole cascate, offrendo riparo a temerarie<br />

anguille, fi no a scendere armoniosamente a<br />

valle. Amava il sole che sfi dava le temperature<br />

a volte pungenti, amava le stelle che brillavano<br />

in cielo, amava le nuvole che si rincorrevano<br />

nel cielo. Amava restare sul ramo a guardare le<br />

foglie secche, il manto marroncino che ricopriva<br />

il terreno, scovare nel sottobosco i ricci che<br />

contenevano le castagne, i funghi nascosti<br />

tra i tronchi. Amava anche il vulcano, ormai<br />

addormentato da anni, ma che alto e imponente<br />

si ergeva nei pressi del villaggio. Notabella non<br />

lo aveva mai visto scatenarsi in tutta la sua furia,<br />

ma racconti di altri animali, i più vecchi e saggi,<br />

l’avevano terrorizzata: raccontavano fosse come<br />

il ruggito di una tigre, lo strazio di una gazzella<br />

divorata dai leoni, il lamento di un animale ferito,<br />

l’ululato di un lupo nella notte spaventosa.<br />

La vita trascorreva tranquilla nel villaggio, con<br />

il canto di Notabella che allietava il lavoro degli<br />

gnomi e accompagnava le passeggiate nei boschi<br />

o i pisolini sull’amaca nei momenti di relax.<br />

Anche gli gnomi avevano i loro problemi, ma<br />

venivano affrontati serenamente, con il dialogo,<br />

con la sincerità, con la volontà di ascoltarsi e di<br />

venirsi incontro: sembrava di essere in paradiso!<br />

Vermicella, la strega che viveva nella casupola<br />

costruita interamente in pietra bianca, ricoperta<br />

di edera rampicante, infestata da rovi e ortiche,

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