Il Guado dell'Antico Mulino - Aprile 2010 - Sanpietroingu .net
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<strong>Il</strong> primo viaggio in treno<br />
e la prima gasosa bevuta<br />
di Toni Munari<br />
Era l’anno 1941 e c’era la guerra.<br />
Mia sorella Isetta lavorava all’ospedale di Marostica<br />
come infermiera. Con altre tre amiche di lavoro<br />
decise di fare una gita a Padova per visitare<br />
la città e per salutare alcuni compagni di lavoro<br />
che erano stati richiamati a far servizio presso<br />
l’ospedale militare.<br />
Partirono da Marostica in bicicletta ed arrivarono<br />
a Barche nel pomeriggio; era il mese di giugno e<br />
fecero così una bella passeggiata in bici.<br />
Dormirono a casa nostra ed io ebbi tutto il tempo<br />
di far loro capire che ero curioso di viaggiare<br />
in treno e di vedere una grande città. Mia sorella<br />
acconsentì a portarmi con lei ed io non sono<br />
quasi riuscito a dormire per l’emozione e per la<br />
paura di prendermi a letto e di rimanere così a<br />
casa.<br />
Al mattino la mamma mi svegliò e mi fece mille<br />
raccomandazioni per paura che mi perdessi.<br />
Siamo saliti sul treno di Camerini, alla stazione<br />
di Grantorto.<br />
Ci siamo sistemati sui sedili di legno e io mi sono<br />
subito scorto dal fi nestrino per godermi il paesaggio.<br />
<strong>Il</strong> treno, a<br />
quel tempo, era<br />
ancora a vapore e<br />
quindi veniva bruciato<br />
il carbone.<br />
Nel giro di pochi<br />
minuti il mio viso<br />
era diventato tutto<br />
grigio per il fumo e<br />
mia sorella dovette<br />
faticare un bel po’<br />
per togliermi dagli<br />
occhi, con la punta<br />
del fazzoletto, tutti<br />
i pezzettini di caligine.<br />
pag. 53<br />
Arrivati a Padova ci incamminammo per una strada<br />
con il fondo di sassi: era così che io la vedevo a<br />
quel tempo. Raggiungemmo la Basilica del Santo<br />
e la visitammo. Dopo ci dirigemmo verso l’ospedale<br />
militare per andare a salutare i compagni di<br />
lavoro di mia sorella. Entrati nella portineria, trovammo<br />
subito il medico e l’infermiere amici che<br />
ci attendevano. Comunicarono all’uffi ciale che<br />
sarebbero usciti e ci allontanammo tutti insieme<br />
dall’0spedale.<br />
Mi rendo conto che questi particolari che sto<br />
raccontando potrebbero sembrare insignifi canti<br />
e che nessun bambino di oggi descriverebbe o<br />
ricorderebbe dopo tanti anni. Ma per me , e per<br />
molti del mio tempo, queste “piccole avventure”<br />
sono indimenticabili, anche nei minimi dettagli.<br />
Uscimmo quindi dall’ospedale e andammo a sederci<br />
in un bar. <strong>Il</strong> barista ci servì diversi tipi di bibite<br />
all’interno di piccole bottigliette. A me toccò<br />
una gasosa: era la prima volta che ne bevevo<br />
una ed era una bontà.<br />
Da allora è trascorso molto tempo, ho viaggiato<br />
ancora in treno senza prendermi la caligine negli<br />
occhi, di città ne ho viste tante, però gasose di<br />
quella bontà non ne ho più bevute.<br />
San Pietro in Gu, 12.04.<strong>2010</strong><br />
Munari Antonio<br />
Padova: stazione Borgo Magno, 2 aprile 1911, inaugurazione della linea ferroviaria verso Piazzola.<br />
Foto tratta da “La ferrovia di Camerini” di Giorgio Chiericato e Mario Santinello, Calosci - Cortona