Il Guado dell'Antico Mulino - Aprile 2010 - Sanpietroingu .net

fatto male, o qualche insistenza di troppo; allora
urlava: “Sito simpio?”, e brontolava qualcosa di
incomprensibile. Più colorito, da questo punto di
vista, era mio zio Nisio, suo fratello minore, che
aveva una sequenza tipo: “Porca Eva, porca la
s-ciopa, porca la mona dele moreje!”.
Girava allora la leggenda che “paròn Menego”
fosse tirchio: bè, certo non era un consumista
e non c’era pericolo che facesse o permettesse
sprechi; però dal mio punto di vista e da quello
degli altri nipoti, credo possiamo ricordarlo come
generoso: non ci ha fatto mai mancare niente
delle cose indispensabili, ci ha sempre offerto da
bere un’aranciata o un gelato da 20 lire (allora
due palline costavano così… circa 1 centesimo di
euro attuale), e alle feste tirava fuori dal panciotto
una moneta d’argento da 500 lire.
Quando poi mi sono laureato, mi ha regalato la
sua 126 che non usava più, e nel testamento ha
lasciato un ricordo a tutti i suoi nipoti.
* * *
Certo i tempi sono molto cambiati dopo la sua
morte, ma, se da una parte non penso li avrebbe
vissuti volentieri, dall’altra, se in Italia si fossero
seguite di più quelle regole che facevano parte
integrante dei suoi insegnamenti, forse non
ci troveremmo nella situazione attuale: Stato
indebitato fi no al collo, ferrovie allo sfascio,
problemi alle USL, casi come quello della
Parmalat, Alitalia, Fiat, famiglie piene di debiti,
tendenza a far male il proprio lavoro e voler fare
invece quello degli altri, banchieri che fanno i
fi nanzieri, tecnici che fanno i politici, politici che
non ne vogliono sapere dei tecnici… e quasi tutti
che fanno i giudici…
Forse aveva ragione “el paròn Menego”, quando
diceva che prima di tutto bisogna lavorare e
far bene il proprio lavoro, qualunque esso sia;
non fare debiti, e anzi risparmiare, per potersi
permettere una casa e una famiglia, e… “mezo
toscan, meza ombra de bianco e on toco de
formajoda magnare coi tosi, e la compagnia se
trovarà sempre!”.
pag. 52
Feltre, luglio 1950. Battesimo dell’autore dell’articolo.
Mènego e Lisèta al centro.
Ai lati i nonni materni Bepi e Elena Barbante
Domenico Grazioli jr. - Soranzen, 18-04-09
d.grazioli@libero.it
Riferimenti Bibliografi ci:
N. Grazioli: “Vegno anca mi insieme con ti”
Op. a stampa Bl 1978
Riferimenti fotografi ci:
Tutte le foto provengono dall’archivio privato
Mirco Grazioli San Pietro in Gu, salvo quella del
mio battesimo, che è di mia proprietà.
Dedicato ai miei cari nonni Lisetta Lozzera e
Domenico Grazioli.