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Il Guado dell'Antico Mulino - Aprile 2010 - Sanpietroingu .net

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si accorse che dal suo becco non usciva alcun<br />

suono. Vermicella, che aveva visto la scena, si<br />

spostò l’orecchino verde, e tornò a rimboccarsi<br />

le calde coperte a pois, in tinta con le tende,<br />

sorridendo compiaciuta di sé, del suo incantesimo<br />

e, modestamente, della sua bravura. Notabella,<br />

che sapeva benissimo l’origine del malefi cio perché<br />

tante volte era stata minacciata della strega, era<br />

esterrefatta, non capiva come la cattiveria di<br />

qualcuno potesse arrivare a tanto, non capiva<br />

come un essere umano potesse solo immaginare<br />

di far così tanto male al prossimo. Notabella era<br />

disperata, e nonostante avesse sempre visto il lato<br />

positivo delle situazioni, il dritto della medaglia,<br />

il bicchiere mezzo pieno, stavolta proprio non<br />

sapeva cosa fare. Non si sentiva più utile. Si sentiva<br />

triste, impotente di fronte a tanto male.<br />

E, siccome le disgrazie non vengono mai da sole,<br />

qualche giorno dopo accadde un altro fatto<br />

strano: il cielo si rannuvolò, grosse nubi coprirono<br />

il villaggio, la pioggia non cadeva, ma tutto<br />

era diventato scuro e cupo. Sembrava volesse<br />

cominciare a piovere da un momento all’altro, ma<br />

nemmeno una goccia d’acqua cadeva sul terreno.<br />

Notabella volle fare un giro di ricognizione sopra<br />

al villaggio per accertarsi che non ci fossero<br />

problemi e la situazione fosse sotto controllo:<br />

sorvolò la casa diroccata di Vermicella e vide la<br />

strega intenta e truccarsi con il rossetto del suo<br />

colore preferito, mentre faceva le smorfi e davanti<br />

allo specchio; volò radente ai ruscelli, mentre e<br />

i pesci correvano a rintanarsi nello loro case;<br />

svolazzò tra i rami e le foglie, tra i prati e fra i<br />

monti, ma non riuscì a scovare nulla di strano.<br />

pag. 40<br />

Passò tra i cespugli pieni di bacche e volò radente<br />

ai tetti delle case degli gnomi, scrutò il cielo e si<br />

inoltrò tra le nuvole: nulla sembrava presagire a<br />

una catastrofe. In realtà Notabella non era affatto<br />

tranquilla, percepiva che nell’aria qualcosa non<br />

andava, le sembrava di sentire perfi no un leggero,<br />

impercettibile, odore di bruciato, le sembrava di<br />

vedere un fumo leggero nell’aria, ma continuava<br />

a ripetersi che era solo soggezione. Poi le venne in<br />

mente di avvicinarsi ai monti più alti, dove dormiva,<br />

o almeno sperava fosse così, il vecchio vulcano<br />

spento da anni. Quando si avvicinò, percepì una<br />

sorta di calore insopportabile nell’aria, che le<br />

faceva sudare le ali e cadere le goccioline dal ciuffo<br />

sbiadito sulla testa. <strong>Il</strong> fumo, che non era più solo<br />

un impressione, cominciava ad appannarle la vista,<br />

impedendole di dirigersi verso la bocca bollente<br />

del vulcano. L’odore di fuliggine e di bruciato la<br />

stava soffocando. Ma riuscì comunque ad arrivare<br />

in cima e lo spettacolo che le si presentò davanti,<br />

nonostante la temperatura, la fece rabbrividire:<br />

zampilli incandescenti e rossastri bollivano dentro<br />

al cratere che le sembrava essere un pentolone<br />

sul punto di straripare. La lava ancora non stava<br />

uscendo, ma ci sarebbero voluti forse solo un<br />

paio di giorni e poi, piano piano, con movimenti<br />

lenti ed impercettibili, come una biscia che striscia<br />

silenziosamente, sarebbe scesa, spazzando via<br />

alberi e case, pali della luce e cisterne dell’acqua,<br />

bruciando prati, fi ori, rovi, giardini e roseti selvatici,<br />

trascinando con sé l’intero villaggio, le serre, gli<br />

orti, i panni stesi ad asciugare…gli gnomi, i sorrisi<br />

dei bimbi, le risate, gli allegri fi schiettii, lasciando al<br />

suo passaggio solo distruzione, grigiore, cenere.<br />

Notabella doveva avvertire immediatamente gli<br />

gnomi di modo che avessero il tempo di raccogliere<br />

le loro cose più importanti, radunare le famiglie<br />

e fuggire abbastanza lontano, e, proprio in quel<br />

momento, si rese conto di quanto indispensabile<br />

potesse essere il suo magico canto in un momento<br />

di simile pericolo. Avrebbe potuto fi schiare per tre<br />

volte consecutive e gli gnomi avrebbero capito<br />

l’imminente pericolo, avrebbe potuto parlare con<br />

gli altri animali, che insieme avrebbero trovato<br />

il modo di comunicarlo agli gnomi, avrebbe<br />

potuto salvare un intero villaggio. Ma non era<br />

così, e doveva assolutamente inventarsi qualcosa.<br />

Volò radente sui tetti del villaggio degli gnomi,<br />

che guardavano il cielo con il naso all’insu’,

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