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Brescia - La Voce del Popolo

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2 <strong>La</strong><br />

Buone notizie<br />

<strong>Brescia</strong>:<br />

l’Opal propone<br />

la 2ª rassegna<br />

cinematografica<br />

Qual è la relazione tra conflitti e migrazioni di popoli? Ci possono essere vari modi per affrontare<br />

un discorso importante e di grande impatto socio-emotivo come questo e, scegliere<br />

di parlare di tutto ciò attraverso l’universale linguaggio cinematografico può essere una<br />

soluzione davvero innovativa. “Migrazioni forzate e conflitti – Storie di persone e di armi”<br />

è il titolo <strong>del</strong>la rassegna cinematografica proposta dall’Osservatorio permanente sulle armi<br />

leggere di <strong>Brescia</strong>. L’Opal è una onlus promossa da diverse realtà <strong>del</strong>l’associazionismo, tra<br />

cui la Consulta <strong>del</strong>la Pace <strong>del</strong> Comune di <strong>Brescia</strong>, la Commissione diocesana “Giustizia e Pace”,<br />

il Gruppo Armi e Disarmo <strong>del</strong>l’Università Cattolica, il Centro Saveriano di animazione<br />

missionaria, unitesi a favore <strong>del</strong>la pace per diffondere informazioni scientifiche sulla produzione<br />

e il commercio <strong>del</strong>le cosiddette “armi leggere”. Per la 2ª edizione <strong>del</strong>la sua rassegna<br />

cinematografica Opal ha scelto di proporre, nei quattro sabati di febbraio, la visione di<br />

documentari in lingua originale (sottotitolati), ambientati in vari Paesi toccati da conflitti e<br />

conseguenti migrazioni. Ad ogni proiezione, farà seguito, la testimonianza diretta di uomini<br />

e donne che hanno vissuto “sulla loro pelle” la fuga da Paesi in guerra e che hanno dovuto<br />

affrontare un difficile processo di integrazione in altri Paesi ed altre società. Durante la prima<br />

serata, prevista per sabato 5 febbraio, verrà proiettato il film tedesco Tarifa Trafic, al quale<br />

seguiranno, sabato 12, Lost Boys Of Sudan, sabato 19, Rata Nece Biti e, infine, sabato 26, il<br />

documentario italiano Stanze. Ogni proiezione, ad ingresso gratuito, avrà inizio alle 20.30<br />

presso il teatro <strong>del</strong>l’Oratorio di Cristo Re a <strong>Brescia</strong>. Ad anticipare la rassegna, lo spettacolo<br />

multimediale “Prima che cadano le foglie”, che sarà portato in scena dall’Associazione Culturale<br />

Teatro Dioniso, sabato 29 gennaio, alle 20.45, nella chiesa bresciana di San Cristo. (l.d.p.)<br />

o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato<br />

in prostitute le ragazze che frequentavano casa<br />

Berlusconi, non è stata (solo) un’operazione giudiziaria,<br />

bensì (anche) una violazione <strong>del</strong>la dignità<br />

di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto,<br />

eventualmente, uso <strong>del</strong> proprio corpo”.<br />

Ho riletto questo passaggio perché non credevo<br />

ai miei occhi. Se fossi una donna avrei qualcosa<br />

da spiegare a Ostellino, a proposito di dignità. Da<br />

uomo vorrei capire che differenza c’è fra l’uso <strong>del</strong><br />

corpo per interessi vari e la prostituzione. Senza<br />

alcuna pretesa morale (chi se ne preoccupa più?),<br />

ma solo per capirsi. Intanto il giorno dopo il “Corriere”<br />

ha offerto il contorno con un servizio intitolato<br />

“I parenti (ambiziosi) <strong>del</strong>le ragazze di Arcore”.<br />

Con i fratello che dice a una <strong>del</strong>le frequentatrici<br />

di Arcore: “Quello ci risolve tanti problemi a tutti,<br />

a mamma, a te e a me”. E il papà che rincara:<br />

“Mia figlia morosa di Silvio? Magari fosse, magari<br />

Agenzia fotografica: Foto Eden<br />

Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI Spa<br />

Via <strong>del</strong>l’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) -<br />

Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566<br />

Progetto grafico:<br />

Maurizio Castrezzati - Coop. <strong>La</strong> nuvola nel sacco<br />

Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale di <strong>Brescia</strong><br />

n. 184 - 1/12/1961<br />

fosse!”. E un altro papà che rimbrotta la figliola:<br />

“Ti sei vista passare davanti questa e quest’altra,<br />

e Giada, e Isabella e Cristina, ma svegliati!”. Commenta<br />

l’autore <strong>del</strong> pezzo: “Le carte <strong>del</strong>l’inchiesta<br />

su Ruby Rubacuori parlano come un trattatello<br />

di sociologia e disegnano famiglie italiane a metà<br />

strada tra ambizione e disperazione, voglia di<br />

scorciatoia e bisogno di ossigeno (…) nello specchio<br />

deformante e amorale dei tempi moderni”.<br />

In questo panorama la magistratura non c’entra<br />

nulla. Stiamo solo assistendo a una discesa agli inferi,<br />

una regressione nel buio <strong>del</strong>le menti e <strong>del</strong>le<br />

coscienze. Veronica <strong>La</strong>rio ne aveva parlato anzitempo<br />

con lucidità: “Quello che emerge dai giornali<br />

è un ciarpame senza pudore. E tutto in nome<br />

<strong>del</strong> potere. Figure di vergini che si offrono al drago<br />

per rincorrere il successo e la notorietà e per<br />

una strana alchimia, il Paese tutto concede e tutto<br />

giustifica al suo imperatore” (28 aprile 2009).<br />

Associato<br />

UNIONE STAMPA<br />

PERIODICA ITALIANA<br />

Associato<br />

FEDERAZIONE ITALIANA<br />

SETTIMANALI CATTOLICI<br />

VOCE•MEDIA<br />

Centro diocesano<br />

per le comunicazioni<br />

sociali<br />

<strong>La</strong> testata “<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>del</strong> <strong>Popolo</strong>”<br />

fruisce di contributi<br />

di cui all’art. 3 comma 3<br />

<strong>del</strong>la legge 250 <strong>del</strong> 7/8/1990<br />

editoriale<br />

di Adriano Bianchi<br />

Icone di vita buona<br />

suora <strong>del</strong> mio asilo era madre Teresina, una canossiana<br />

tutta d’un pezzo. Visse al mio paese per lungo tempo;<br />

insegnò a generazioni di bambini a tenere le mani giunte,<br />

le risposte <strong>del</strong> catechismo in vista <strong>del</strong>la prima Comunione<br />

e a non far attaccare l’ostia consacrata al palato. <strong>La</strong> rividi<br />

in occasione <strong>del</strong>la mia prima Messa, orgogliosa come tutte<br />

le suore che possono dire di aver accompagnato un loro<br />

bambino all’altare. Suor Celinia, dorotea di Cemmo, era una<br />

specie di folletto sempre in movimento. Per noi ragazzi era il<br />

gioco, il canto e l’amore per l’oratorio. Un’oratorio da sentire<br />

come casa, dove stare bene, dove essere protagonisti <strong>del</strong>la<br />

vita <strong>del</strong>la comunità. Suor Aldina, invece, mi fece scoprire<br />

l’esistenza dei poveri. Per un breve tratto accompagnò la mia<br />

adolescenza. Il suo costante desiderio di tornare in Argentina<br />

mi fece incontrare il mistero di un Dio il cui abbraccio<br />

d’amore racchiude il mondo intero. Come lei suor Giuliana<br />

che ancora oggi vive la sua missione nel Congo dilaniato<br />

dalla guerra. A suor Annamaria, monaca in Assisi, devo<br />

l’ergersi prepotente <strong>del</strong>la forza <strong>del</strong>la preghiera e il germe di<br />

una chiamata <strong>del</strong> Signore che poteva essere vera anche per<br />

me. A suor Antonella e suor Viatrice il tempo <strong>del</strong>la decisione.<br />

Dolcezza e vicinanza nel discernimento, coraggio e sostegno<br />

nel timore di affidare la vita al progetto di Dio. Con suor<br />

Giovanna ho condiviso l’amicizia, la creatività e l’entusiasmo<br />

<strong>del</strong> primo tempo <strong>del</strong>la sequela, la fantasia <strong>del</strong> progettare<br />

insieme e la gioia <strong>del</strong> servire i piccoli. Di suor Terenzia ho nel<br />

cuore la maternità e l’accoglienza familiare. Di suor Tersilla e<br />

suor Luciana, il ricordo tanti piccoli passi di collaborazione.<br />

A suor Lucilla, che è già in Paradiso, debbo la certezza di un<br />

appoggio sicuro nella corresponsabilità educativa e l’aiuto<br />

fraterno nell’imparare ad essere prete. In suor Enza e nelle<br />

sue sorelle leggo l’attualità di una vita ancora affascinante<br />

per tante giovani. In suor Maria e suor Erminia godo la cura<br />

umile e discreta per la vita dei sacerdoti che, nella Chiesa<br />

bresciana, dagli anni <strong>del</strong> Seminario a quelli <strong>del</strong>la malattia<br />

e <strong>del</strong>la vecchiaia non è ancora venuta meno. Queste icone<br />

stupende di vita buona secondo il Vangelo sono in mezzo<br />

a noi. Per me hanno i volti che vi ho raccontato, per molti<br />

quelli dei tanti religiosi, religiose, consacrati e consacrate<br />

incontrati nella vita. Amici, testimoni, educatori. <strong>La</strong> loro<br />

esistenza ci parla. Ce lo ricordano i Vescovi nel messaggio<br />

per la Giornata <strong>del</strong>la vita consacrata <strong>del</strong> prossimo 2 febbraio:<br />

“Non ci si educa alla vita buona <strong>del</strong> Vangelo in astratto, ma<br />

coinvolgendosi con Cristo, lasciandosi attrarre dalla sua<br />

persona, seguendo la sua dolce presenza”. Così di queste<br />

suore e consacrati che ci rammentano il dono totale di sé e<br />

la conformazione al Risorto non possiamo che essere grati<br />

al Signore. <strong>La</strong> loro vita secondo il Vangelo rappresenta “una<br />

sfida profetica – dicono i Vescovi – una vera e propria ‘terapia<br />

spirituale’ per il nostro tempo. L’uomo, che ha un bisogno<br />

insopprimibile di essere amato e di amare, trova – continua<br />

il messaggio – nella testimonianza gioiosa <strong>del</strong>la castità un<br />

riferimento sicuro per imparare a ordinare gli affetti alla<br />

verità <strong>del</strong>l’amore, liberandosi dall’idolatria <strong>del</strong>l’istinto; nella<br />

povertà evangelica, egli si educa a riconoscere in Dio la<br />

nostra vera ricchezza, che ci libera dal materialismo avido di<br />

possesso e ci fa imparare la solidarietà con chi è nel bisogno;<br />

nell’obbedienza, la libertà viene educata a riconoscere che<br />

il proprio autentico sviluppo sta solo nell’uscire da se stessi,<br />

nella ricerca costante <strong>del</strong>la verità e <strong>del</strong>la volontà di Dio,<br />

che è “una volontà amica, benevola, che vuole la nostra<br />

realizzazione”. Non sono parole, sono volti a cui dobbiamo,<br />

forse, quel poco di vita buona che siamo capaci di vivere.

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