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Brescia - La Voce del Popolo

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<strong>del</strong> loro complice prima di dileguarsi.<br />

Uno smacco per il governo<br />

e per un Paese dove i controlli di<br />

sicurezza sono ossessivi. Lo stesso<br />

presidente Medvedev, annunciando<br />

un regime di sicurezza speciale, ha<br />

ammesso che finora le misure antiterrorismo<br />

non sono state applicate<br />

correttamente. Alcuni analisti<br />

non escludono una guerra sotterranea<br />

tra forze di sicurezza. Altri che<br />

si tratti di un segnale: per richiamare<br />

al Cremlino l’uomo forte, Vladimir<br />

Putin, indebolendo Medvedev,<br />

apparso impotente sotto i riflettori<br />

<strong>del</strong>la tv.<br />

Gli egiziani in piazza al Cairo<br />

Reazioni internazionali<br />

Un vento freddo<br />

sulla pace<br />

Il segretario di Stato americano Hillary<br />

Clinton ha affermato che gli<br />

Usa “sono al fianco <strong>del</strong> popolo <strong>del</strong>la<br />

Russia in questo momento di dolore<br />

e di lutto e porgono cordoglio e solidarietà<br />

mentre prosegue la lotta in<br />

cui molti di noi sono impegnati a far<br />

fronte alla minaccia <strong>del</strong> terrorismo<br />

internazionale”. I ministri degli Esteri<br />

<strong>del</strong> G8 hanno condannato “l’attacco<br />

barbaro” e hanno espresso la volontà<br />

di “lavorare insieme per combattere<br />

e prevenire il terrorismo”. Aprendo<br />

lunedì 24 gennaio, nel pomeriggio,<br />

a Strasburgo la sessione invernale<br />

(24 – 28 gennaio) <strong>del</strong>l’assemblea<br />

parlamentare <strong>del</strong> Consiglio d’Europa<br />

(Apce), Thorbjørn Jagland, segretario<br />

generale <strong>del</strong> CdE, ha rivolto un pensiero<br />

alle 35 vittime e ai circa 170 feriti<br />

<strong>del</strong>l’attentato kamikaze che poco<br />

prima aveva colpito l’aeroporto moscovita<br />

di Domodevodo. Il segretario<br />

generale ha sottolineato il ruolo<br />

cruciale <strong>del</strong> Consiglio d’Europa e l’importanza<br />

<strong>del</strong>la sua riforma che mira<br />

all’esercizio di un’azione politica su<br />

scala paneuropea. “Un vento freddo<br />

– ha affermato – soffia sull’Europa”<br />

e “la nostra missione consiste nel<br />

salvaguardare le fondamenta morali<br />

e giuridiche <strong>del</strong>l’unità europea,<br />

tra gli Stati e i popoli, le culture e le<br />

religioni”. Jagland ha aggiunto che<br />

in Europa non dovrebbero esistere<br />

“cittadini di seconda classe”.<br />

LA VOCE DEL POPOLO<br />

28 GENNAIO 2011<br />

Libano<br />

Mikati nuovo capo <strong>del</strong> governo<br />

provoca tensioni nel Paese<br />

Il movimento filosiriano Hezbollah entra nel governo libanese e in Libano<br />

esplode la protesta dei sunniti, mentre gli Usa guardano con preoccupazione<br />

all’evoluzione politica di questo <strong>del</strong>icatissimo anello <strong>del</strong><br />

gioco mediorientale. Il presidente libanese, Michel Sleiman, ha nominato<br />

come primo ministro il candidato sostenuto da Hezbollah, Najib<br />

Mikati. Il magnate <strong>del</strong>le telecomunicazioni, un sunnita di 55 anni, ha<br />

già avviato le consultazioni per la formazione <strong>del</strong> governo e ha invitato<br />

“tutte le fazioni libanesi a superare le divergenze”. Sleiman ha conferito<br />

l’incarico a Mikati dopo un incontro con i gruppi parlamentari in<br />

cui ha verificato che dispone di una maggioranza in Parlamento: a suo<br />

favore si sono schierati 68 dei 128 membri <strong>del</strong>l’assemblea.<br />

Mikati, milionario, laureato a Harvard, tycoon <strong>del</strong>le telecomunicazioni,<br />

primo ministro <strong>del</strong> governo che nel 2005 portò alle elezioni che sancirono<br />

la fine <strong>del</strong> dominio siriano nel Paese è un sunnita – lo deve essere,<br />

secondo la Costituzione, il primo ministro – come la maggioranza dei<br />

libanesi, tradizionalmente legati al partito di Hariri, <strong>del</strong> quale si dichiara<br />

“fratello”, ma è anche amico personale <strong>del</strong> presidente siriano Bashar<br />

al-Assad. <strong>La</strong> sua indicazione da parte di Hezbollah, movimento sciita, e<br />

dei suoi alleati – ai quali col suo ennesimo cambio di casacca si è unito<br />

il leader druso Walid Joumblatt – ha avuto molteplici scopi: creare un<br />

corto circuito nella maggioranza sunnita, offrire al Paese un volto considerato<br />

moderato, tranquillizzare per quanto possibile l’Arabia Saudita<br />

e gli alleati occidentali <strong>del</strong>l’ormai ex premier, visto che Mikati ha<br />

interessi anche a Riyadh. Che, per ora, tace. E mentre gli Stati Uniti si<br />

“riservano il giudizio” su un esecutivo espresso da un partito che essi<br />

collocano tra i gruppi terroristici, la Francia ricorda che il Libano è un<br />

Paese la cui indipendenza va salvaguardata.<br />

Fin dal momento <strong>del</strong>la sua candidatura, Mikati si è definito “di moderazione<br />

e accordo”. “Non vedo – ha aggiunto – la mia candidatura come un<br />

sfida nei confronti di nessuno”. Hariri gli ha replicato, sottolineando la<br />

sua indicazione da parte di Hezbollah. Il Partito di Dio, da parte sua, ha<br />

detto di volere un governo di unità nazionale. Al momento per lo meno<br />

<strong>del</strong> tutto improbabile. E Mikati, a quanto si dice, starebbe pensando a<br />

un esecutivo composto di “tecnici”.<br />

Ma la nomina ha provocato immediatamente la protesta dei sunniti che<br />

considerano Mikati un traditore per essersi candidato per conto <strong>del</strong> gruppo<br />

radicale sciita di Hezbollah, “usurpando” un posto che in base alla spartizione<br />

dei poteri in Libano spetta a un candidato espressione dei sunniti. I<br />

sostenitori <strong>del</strong> primo ministro uscente, il filo-occidentale Saad Hairi, sono<br />

scesi nelle strade contro il movimento sciita di Hezbollah. A Tripoli sono<br />

stati dati alle fiamme copertoni d’auto e bloccate le strade. I dimostranti<br />

hanno assaltato e distrutto un furgone <strong>del</strong>l’emittente <strong>del</strong> Qatar al Jazeera<br />

e hanno preso di mira anche mezzi di altri network televisivi considerati<br />

vicini a Hezbollah. Manifestazioni ci sono anche a Beirut e a Sidone. Tra i<br />

primi impegni, il nuovo governo avrà il dossier <strong>del</strong> Tribunale speciale per<br />

il Libano. Voluto dal Consiglio di sicurezza per indagare sull’assassinio di<br />

Rafic Hariri, ex premier e padre di Saad, il Tribunale ha ricevuto dal procuratore<br />

i nomi degli accusati, ufficialmente segreti.<br />

Il nuovo primo ministro libanese<br />

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