letture - Dipartimento di Architettura - Università degli Studi di Firenze
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Palazzo del Cinema al Lido, 1990<br />
... Unito idealmente alla Biennale il Lido rappresenta un’altra Venezia... Ora è indubbio che il fascino <strong>di</strong> quest’altra Venezia,<br />
oltre ad essere <strong>di</strong>screto, è legato ad una stagione, la stagione del cinema, alla fine dell’estate, quando la città si va un poco<br />
svuotando del più affollato turismo, e il pubblico del cinema dovrebbe sostituire il pubblico dell’estate. Mi sembra chiaro come<br />
questo insieme <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni offra al luogo del nostro progetto qualcosa <strong>di</strong> particolare, uno speciale senso <strong>di</strong> abbandono, <strong>di</strong><br />
fine dell’estate, e nel contempo un senso <strong>di</strong> festa...<br />
Il clima <strong>di</strong> “una rotonda sul mare” delle ripetute canzoni <strong>degli</strong> anni sessanta e settanta, un clima che è il clima del Lido, anzi <strong>di</strong><br />
cui il Lido avrebbe dovuto essere un riferimento, e in parte lo è stato. Si pensi alla grande stagione del cinema italiano (Visconti,<br />
Fellini ecc.) quando il Leone d’Oro rappresentava nel mondo qualcosa <strong>di</strong> eccezionale dal punto <strong>di</strong> vista culturale e celebrativo.<br />
Ecco allora una prima decisione architettonica: noi manteniamo il cinema, il palazzo del Cinema... lo manteniamo dal punto <strong>di</strong><br />
vista del clima che esso evoca, <strong>di</strong> tutto quel mondo forse perduto <strong>di</strong> cui abbiamo parlato. Il palazzo del Cinema esistente,<br />
anche se certamente non è una delle migliori architetture <strong>di</strong> quegli anni, è un pezzo <strong>di</strong> quel mondo e ne possiede il carattere<br />
e il fascino. Come si colloca il palazzo del Cinema all’interno del progetto? È il caso <strong>di</strong> parlare dell’interno del progetto<br />
perché esso si trova proprio compreso nel nostro progetto, come se ne fosse generatore e generato, e questo è il rapporto <strong>di</strong><br />
base, il carattere <strong>di</strong> tutto il progetto che è costituito dalla unione delle <strong>di</strong>verse parti: l’atrio, il palazzo, l’arena compresi in un<br />
solo organismo. E <strong>di</strong>segnandolo vedevo sorgere la complessità <strong>di</strong> una forma appena intravista che si andava compiendo ogni<br />
giorno. Il fascino <strong>degli</strong> antichi complessi e<strong>di</strong>lizi all’interno della città dove il luogo e l’architettura si confondono e si avvertono<br />
nell’insieme urbano...<br />
Il nuovo palazzo del Cinema è visibile, per chi arriva da Venezia, per il suo grande atrio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno chiaro, con ampie porte e<br />
vetrate che illuminano le sale superiori. Entrati nel grande atrio si vede chiaramente la facciata del palazzo attuale, la scoperta<br />
<strong>di</strong> un esterno-interno, un susseguirsi quasi cinematografico <strong>degli</strong> spazi.<br />
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