letture - Dipartimento di Architettura - Università degli Studi di Firenze
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Le architetture effimere commissionate<br />
ad Aldo Rossi (si veda anche la “Porta<br />
d’ingresso alla mostra <strong>di</strong> <strong>Architettura</strong> all’Arsenale”<br />
per la Biennale <strong>di</strong> Venezia<br />
del 1980), a <strong>di</strong>spetto del nome, non saranno<br />
<strong>di</strong>sponibili alla contingenza <strong>di</strong><br />
una apparizione, poiché l’autore cercherà<br />
nel carattere del frammento quel<br />
mito dell’eterno, ritrovandolo in altre<br />
esperienze, in altre <strong>di</strong>mensioni e procastinandolo<br />
in altri <strong>di</strong>segni, in altri montaggi<br />
in altri luoghi.<br />
Sembra che Venezia abbia pre<strong>di</strong>sposto<br />
come l’aspettativa <strong>di</strong> tale apparizione,<br />
attraverso mitici racconti: quale, ad<br />
esempio, il luogo del teatro palla<strong>di</strong>ano<br />
per gli Accesi (il piccolo cortile <strong>di</strong> Ca’ Dolfin<br />
o il grande cortile del convento della<br />
Carità)?. Lasciando agli storici il compito<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>rimere gli antichi carteggi, ciò che<br />
importa al “pensiero architettonico”, al<br />
“pensiero della costruzione”, sono i racconti<br />
inestricabili dalla storia della città:<br />
“mezzo teatro <strong>di</strong> legname ad uso <strong>di</strong><br />
Colosseo... all’incontro del quale era<br />
posta la ricchissima scena rassomigliante<br />
una città con tanto bell’or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> colonne e altre prospettive...”.<br />
Rossi sembra aver esau<strong>di</strong>to d’un colpo<br />
tale nesso città/teatro inseguito nelle ricerche<br />
architettoniche fin dal rinascimento<br />
e che ha nell’Olimpico <strong>di</strong> Vicenza<br />
più un voto che un raggiungimento,<br />
una speranza più che una realtà.<br />
“Così sorgeva il progetto <strong>di</strong> Fukuoka e,<br />
come tutti i gran<strong>di</strong> progetti, si riferiva<br />
ad altre esperienze, altre <strong>di</strong>mensioni,<br />
altre voci. Quali voci? Forse solo a<br />
quelle dell’architettura: al demone dell’analogia<br />
che può unire il battistero <strong>di</strong><br />
Parma al tempio del Budda <strong>di</strong> Gifu, i<br />
canali <strong>di</strong> Trieste a quelli <strong>di</strong> Fukuoka...”<br />
È nel me<strong>di</strong>tare tale “spiegazione” del<br />
56<br />
progetto data da Aldo Rossi per il suo<br />
progetto giapponese, che ho pensato -<br />
nell’allestire la sua mostra alla “Fondazione<br />
Masieri” a Venezia nel <strong>di</strong>cembre<br />
del 1990 - <strong>di</strong> far partecipare la facciata<br />
del Palazzo <strong>di</strong> Fukuoka a quella intenzione<br />
scenografica che è sostanza e<br />
tema del Canal Grande: ricomporla in<br />
quel gioco <strong>di</strong> corrispondenze e riflessi<br />
elevato dalla città a se stessa e a cui<br />
forse il progetto stesso appartiene.<br />
Grazie al prezioso “retablo” (il plastico<br />
in legno della facciata è nell’incre<strong>di</strong>bile<br />
scala <strong>di</strong> 1:10) messo a <strong>di</strong>sposizione da<br />
Piero Molteni per la mostra, e grazie alla<br />
felice ubicazione “ in curva de canal”<br />
della Fondazione Masieri (allora sede <strong>di</strong><br />
mostre <strong>di</strong> architettura), si è potuto regalare<br />
al visitatore, come in una finzione<br />
teatrale, un quadro <strong>di</strong> una Venezia irreale<br />
eppure possibile, nuova eppur riconoscibile,<br />
come nei montaggi <strong>di</strong> architetture<br />
Palla<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> un Guar<strong>di</strong> o <strong>di</strong> un<br />
Canaletto (la cui sostanza teorica è stata<br />
rivelata dallo stesso Aldo Rossi).<br />
Così, quasi a testimonianza <strong>di</strong> quel demone<br />
analogico dell’architettura, un’ulteriore<br />
(l’ultima?) facciata “absoluta” si<br />
aggiunge al tema compositivo per eccellenza<br />
<strong>di</strong> Venezia: il Canal Grande, in<br />
cui da sempre la città si autorappresenta<br />
e si riassume. La trasfigurazione scenica<br />
dell’arco trionfale operata da Michele<br />
San Micheli per la facciata <strong>di</strong> Palazzo<br />
Grimani trova una inaspettata continuazione<br />
nel concretarsi <strong>di</strong> nuove immagini<br />
antiche. La sovrapposizione <strong>degli</strong> or<strong>di</strong>ni<br />
emerge, in una estrema semplificazione,<br />
sul decumano d’acqua della più esigente<br />
delle città come omaggio e come custode,<br />
ad un tempo, <strong>di</strong> quella monumentale<br />
speranza nascosta nella ricerca<br />
continua e ininterrotta <strong>di</strong> Aldo Rossi.<br />
L’immagine <strong>di</strong> Umberto Ferro documenta la<br />
mostra <strong>di</strong> Aldo Rossi tenutasi alla Fondazione<br />
Masieri (<strong>di</strong>cembre 1990-febbraio 1991)<br />
<strong>di</strong>retta da Luciano Semerani.