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letture - Dipartimento di Architettura - Università degli Studi di Firenze

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ideologie e una certa musica al <strong>di</strong>alogo<br />

o alla conversazione?<br />

Si tratta dunque <strong>di</strong> salvare tutto dall’oblio,<br />

in attesa che venga nel futuro<br />

qualcuno e in<strong>di</strong>chi con competenza<br />

quanto deve scomparire, quanto rimanere?<br />

L’Egitto antico ha trascinato nelle<br />

tombe mummie e simulacri <strong>di</strong> tutto ciò<br />

che allora era in vita; il nostro tempo si<br />

accanisce a riscoprire il passato remoto<br />

e così facendo lo riassoggetta all’usura<br />

che rode rapidamente il suo presente.<br />

Oppure si affretta a seppellirlo <strong>di</strong><br />

nuovo e a non conservarne che delle<br />

immagini. Si tratta veramente <strong>di</strong> salvare?<br />

O, come è il caso per l’arte, forse<br />

anche l’archeologia è ormai immessa<br />

nel circuito del consumo e i suoi prodotti<br />

non sono più altro che elementi<br />

appetibili della realtà del mondo turistico?<br />

Considereremo memorabili le periferie<br />

più invivibili, come spesso si fa per<br />

gli ex-conventi, già trasformati in carceri<br />

o uffici pubblici, che improvvisamente,<br />

nel presente, assumono una nuova<br />

destinazione, per la quale non sono necessariamente<br />

adatti, nemmeno dal<br />

punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>stributivo? Memorabili<br />

come conventi o come carceri o come<br />

uffici, dal momento che il presente fa<br />

presto a <strong>di</strong>ventare passato? La confusione<br />

nei valori è grande, e per stabilire<br />

il genere <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> cui parliamo le deleghe<br />

ad esperti sono impossibili tanto<br />

quanto arbitrarie le decisioni in<strong>di</strong>viduali.<br />

Un caso: <strong>Firenze</strong><br />

Ma pren<strong>di</strong>amo, per esempio, <strong>Firenze</strong>,<br />

la sua pianura, le sue colline. Un antico<br />

equilibrio è stato da tempo sconvolto;<br />

l’antica città stato, poi capitale <strong>di</strong> uno<br />

stato regionale è stata largamente sfi-<br />

64<br />

gurata, fino dall’Ottocento, senza che<br />

per questo le sue possibilità produttive<br />

abbiano raggiunto il livello <strong>di</strong> un grande<br />

centro contemporaneo. Se questo ha<br />

concorso, in qualche misura, alla salvaguar<strong>di</strong>a<br />

delle colline, la pianura ha<br />

subito aggressioni non pianificate,<br />

spora<strong>di</strong>che, <strong>di</strong> estensione casuale;<br />

l’e<strong>di</strong>lizia popolare, ma anche quella privata,<br />

hanno adottato moduli urbanistici<br />

frammentari, rivolti soprattutto a sod<strong>di</strong>sfare<br />

le richieste <strong>di</strong> abitazioni a prezzo<br />

modesto; i servizi si sono lentamente<br />

alloggiati in ambienti malamente <strong>di</strong>mensionati<br />

con soluzioni <strong>di</strong> fortuna,<br />

generalmente lungo le gran<strong>di</strong> strade interne<br />

alla periferia. Il traffico pesante e<br />

veloce è rimasto intricato nella rete viaria<br />

spesso assurda, <strong>di</strong> sezione inadeguata,<br />

con curve ad angolo retto o acuto,<br />

altre volte interessata da un traffico<br />

eccessivo, non previsto, in continuo<br />

aumento. L’assenza <strong>di</strong> tangenziali e <strong>di</strong><br />

circonvallazioni adeguate al traffico<br />

peggiora ancora la situazione; il trasporto<br />

pubblico soffre delle con<strong>di</strong>zioni<br />

delle vie e quin<strong>di</strong> non è usato appieno.<br />

Ma non solo: per essere il centro <strong>di</strong><br />

un’area metropolitana, la sua carenza<br />

<strong>di</strong> strutture amministrative intercomunali,<br />

<strong>di</strong> una rete alberghiera con offerte<br />

<strong>di</strong>versificate, ma anche con servizi<br />

quali il mondo <strong>degli</strong> affari richiede, <strong>di</strong><br />

cablaggio del territorio e <strong>di</strong> infrastrutture<br />

informatiche aggiornate la relegano<br />

alla periferia della modernità. Del resto<br />

è molto probabile che la città non voglia<br />

affrontare il presente, preferisca<br />

l’isolamento dalle nuove economie per<br />

puntare soltanto sull’arte del passato,<br />

la pelle e il vino. Questo declino, conseguenza<br />

<strong>di</strong> una politica attardata e rinunciataria,<br />

è il primo ostacolo da ri-<br />

muovere perché la città storica possa<br />

riprendere a respirare e possa costruire,<br />

ad esempio, centri <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> avanzati,<br />

alleandosi con le numerosissime università<br />

straniere che vi operano ignorandola<br />

e ignorandosi. La curiosità<br />

complessiva per l’universo contemporaneo<br />

è lo strumento più fondamentale<br />

per una ripresa <strong>di</strong> autorevolezza nel<br />

mondo della cultura come in quello <strong>degli</strong><br />

affari. L’apertura politico-amministrativa<br />

ai centri cosiddetti minori, alle<br />

aree produttive, anche se non è nelle<br />

tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una terra <strong>di</strong> campanili, va<br />

sperimentata ad ogni costo, dovrebbe<br />

essere veramente obbligatoria. L’arte<br />

sbia<strong>di</strong>sce nel clima <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza,<br />

apatia e insofferenza che caratterizza<br />

le amministrazioni comunali in perpetua<br />

rivalità tra <strong>di</strong> loro; è lo specchio per<br />

le allodole dei turisti mal guidati, male<br />

ospitati, male accolti; <strong>di</strong>venta una corvée<br />

come un’altra, un sacrificio alla religione<br />

della vacanza.<br />

Temi<br />

Malgrado tutto questo, ci sono temi che,<br />

portati a compimento, arricchirebbero la<br />

città <strong>di</strong> motivi <strong>di</strong> interesse e <strong>di</strong> nuove avventure<br />

per l’architettura: uno è la sistemazione<br />

delle rive dell’Arno, fiume che dopo le trasformazioni<br />

ottocentesche, la creazione <strong>di</strong><br />

lungarni continui su entrambe le rive, è <strong>di</strong>ventato<br />

quasi invisibile, comunque ininteressante,<br />

se non per pochi pescatori e per<br />

qualche audace bagnante. Da centro manufatturiero<br />

dotato <strong>di</strong> appro<strong>di</strong> e <strong>di</strong> scali almeno<br />

fino al Quattrocento, ricco <strong>di</strong> mulini<br />

galleggianti e <strong>di</strong> mulini fortificati su entrambe<br />

le rive, l’Arno, non solo a <strong>Firenze</strong>, è pensato<br />

come un grande collettore, scarsamente<br />

ossigenato da una corrente torrentizia<br />

<strong>di</strong> portata molto variabile. Poco salubre,<br />

dunque, scarso d’acqua d’estate e d’autunno,<br />

e tuttavia capace <strong>di</strong> piene pericolose.<br />

L’Ottocento ha ristretto il suo alveo in<br />

più punti, soprattutto ad est; nessuno sa<br />

oggi con precisione quando saranno conclusi<br />

i lavori <strong>di</strong> sistemazione del fiume in<br />

Mugello per scongiurare le inondazioni.<br />

Con tutto questo, il tema spaziale dell’Arno<br />

– che può essere connesso con quello <strong>degli</strong><br />

spazi e reti sotterranee della città– attende<br />

tuttora <strong>di</strong> essere riportato all’attualità<br />

come connessione <strong>di</strong>retta tra le <strong>di</strong>verse<br />

parti <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> che vi si affacciano.<br />

Un altro tema è la città sotterranea, coeva<br />

della città <strong>di</strong> superficie, che attraversa<br />

l’Arno alla pescaia <strong>di</strong> San Niccolò,<br />

e della quale, a mia conoscenza,<br />

non esiste una rilevazione completa.<br />

Ma certamente alle testate dei ponti<br />

più antichi le consorterie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

schierate ai due lati della strada, formavano<br />

una rete <strong>di</strong> collegamenti sotterranei<br />

tra palazzo e palazzo, così<br />

come in altri casi –via Santo Spirito, via<br />

Maggio, via San Niccolò e certamente<br />

in tutto il centro più antico– le famiglie<br />

aristocratiche, sodali tra loro, comunicavano<br />

per tunnels scavati sotto la via,<br />

durante le guerre civili. Altrettanto certamente<br />

la costruzione <strong>di</strong> lungarni prima<br />

inesistenti non è sta fatta esclusivamente<br />

con la costruzione <strong>di</strong> terrapieni e<br />

con materiale <strong>di</strong> risulta: Se esistono, le<br />

strutture che reggono i lungarni andrebbero<br />

esplorate e conosciute.<br />

Un terzo tema è quello dei giar<strong>di</strong>ni e<br />

<strong>degli</strong> orti interni alla quadrettatura delle<br />

vie; e poi il grande tema dei parchi:<br />

Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Boboli, Parco Bar<strong>di</strong>ni, Collina<br />

<strong>di</strong> San Miniato, Collina <strong>di</strong> Monteoliveto<br />

e, ancora, rive d’Arno, fuori e den-<br />

tro i confini comunali. Tema veramente<br />

museale, e insieme <strong>di</strong> estremo interesse<br />

per un ritorno della natura nell’economia<br />

dello spazio <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>. Non si<br />

tratta sempre <strong>di</strong> definire pubbliche delle<br />

aree per le quali sono decisivi il rispetto<br />

e la salvaguar<strong>di</strong>a: si tratta piuttosto<br />

<strong>di</strong> investire in alberature dovunque<br />

questo possa <strong>di</strong>ventare fattibile e<br />

soprattutto nelle periferie più squallide,<br />

che sono la maggioranza e dove<br />

ad aree, relativamente ampie, costruite<br />

e abbandonate, possono essere sostituite<br />

aree alberate, e portare un beneficio<br />

altrettanto importante che l’inse<strong>di</strong>amento<br />

<strong>di</strong> un centro commerciale<br />

o <strong>di</strong> una enoteca.<br />

Un quarto e forse ultimo tema è quello<br />

che riguarda la guida a una conoscenza,<br />

circostanziata e approfon<strong>di</strong>ta, della<br />

città, come se ne è parlato all’inizio <strong>di</strong><br />

questo testo (La città, memoria delle<br />

città). Si tratta <strong>di</strong> un argomento assolutamente<br />

nuovo nella pratica turistica –<br />

salvo per le visite in zone archeologiche–<br />

ma che, ben illustrato, può offrire<br />

ai visitatori un senso più compiuto delle<br />

realtà urbane che incontrano, passando<br />

dall’esposizione <strong>di</strong> un inventario<br />

<strong>di</strong> oggetti a una vera penetrazione nella<br />

“biologia” che le ha formate. Nel<br />

caso <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, poi, come ho già avuto<br />

modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare (in: Della Città<br />

dei Fiorentini, <strong>Firenze</strong>, 1992) sono numerose<br />

le sub-città che compongono<br />

la metropoli del Trecento: città <strong>di</strong> Santa<br />

Croce, città <strong>di</strong> San Lorenzo, città <strong>di</strong><br />

Santo Spirito e <strong>di</strong> Pitti, città del Carmine<br />

o <strong>di</strong> San Fre<strong>di</strong>ano, città <strong>di</strong> Santa<br />

Maria Novella, città dell’Annunziata e<br />

<strong>di</strong> San Marco, oltre alla città <strong>di</strong> Santa<br />

Maria del Fiore. Città, ognuna, con sue<br />

caratteristiche precise, una storia speciale<br />

e fenomeni e<strong>di</strong>lizi caratteristici,<br />

eppure tutte immerse nello stesso fiume<br />

<strong>di</strong> storia che le ha portate insieme<br />

fino a noi come una sola costellazione.<br />

Una forma <strong>di</strong> guida sarà, nel caso, necessaria,<br />

e sarà curata la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

delle curiosità personali, così che<br />

non si tratti solamente <strong>di</strong> una ricerca <strong>di</strong><br />

ricostruzione <strong>di</strong> una antica fisionomia<br />

urbana, ma, volta a volta, la scoperta<br />

<strong>di</strong> fatti viventi: attività insospettate, importazioni<br />

rare, oggetti preziosi e cibi<br />

particolari, accanto a giar<strong>di</strong>ni, antiche<br />

mura, basiliche, tabernacoli.<br />

I temi proposti qui non sono isolati l’uno<br />

dall’altro: quello che sembra interessante<br />

a chi scrive è che possono essere affrontati<br />

per fasi successive, e quin<strong>di</strong> interrotti<br />

dove lo richiede l’esperimento;<br />

ma anche perché possono introdurre<br />

nella città antica una forma <strong>di</strong> progettazione<br />

che la ravviva ed estenderla alle<br />

periferie e comuni limitrofi; volevo <strong>di</strong>mostrare<br />

che esistono idee verificabili<br />

e senza dubbio le possibilità materiali<br />

per realizzarle. Resta da vedere se<br />

questo avrà un qualche peso per le volontà<br />

politiche.<br />

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