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letture - Dipartimento di Architettura - Università degli Studi di Firenze

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58<br />

Città e paesaggio, cicatrici della civiltà<br />

Roberto Berar<strong>di</strong><br />

Memoria e civiltà<br />

L’idea <strong>di</strong> museo nasce dall’esperienza<br />

del tempo, creatore e <strong>di</strong>struttore, e<br />

dalla sfida che la memoria presume <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>chiarare al tempo. Gli uomini operano<br />

attraverso lo spazio; è nello spazio<br />

che vedono scorrere il tempo. E operano<br />

nel tempo: è in esso che vedono<br />

trasformarsi lo spazio, prendere corpo<br />

il futuro, scomparire il passato. Lo<br />

spazio in cui gli uomini producono è<br />

quello del tempo, mentre la sostanza<br />

<strong>di</strong> ciò che producono è materia, cosa<br />

dello spazio, corpo; oppure è dell’or<strong>di</strong>ne<br />

del pensiero, strana e <strong>di</strong>versa dalla<br />

prima: una irrealtà, che si forma e si <strong>di</strong>pana<br />

nel tempo. Le cose, prodotte dagli<br />

uomini nel tempo, ma con materie<br />

scelte nello spazio, possono sfuggire<br />

alla <strong>di</strong>struzione e alla per<strong>di</strong>ta, quando<br />

siano collocate in uno spazio <strong>di</strong> rifugio<br />

che accolga e protegga la materia <strong>di</strong><br />

cui sono fatte. Grazie alla salvaguar<strong>di</strong>a<br />

della memoria dei fatti e delle cose e<br />

all’organizzazione dello spazio, l’uomo<br />

può immaginare una propria immortalità<br />

e la memoria <strong>di</strong>venta sapienza,<br />

merito, virtù civile, cultura.<br />

Questo spazio rende tangibile il tempo,<br />

lo cattura nella materia e rende<br />

compresenti tutti i tempi, attraverso la<br />

materia che li ha attraversati. Così la<br />

creazione dello spazio e il culto della<br />

memoria si sono fusi, ad esempio, nella<br />

trasformazione del mondo che le civiltà<br />

greche hanno operato attraverso<br />

quello strumento, sostanzialmente inventato,<br />

alzato, piegato, articolato da<br />

loro, che è la città stato, nel suo insieme,<br />

in ogni sua accezione e in ogni<br />

parte <strong>di</strong> essa. La storia stessa è storia<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> città, delle loro strategie<br />

e dei loro errori; anche delle loro riuscite<br />

luminose.<br />

Ogni città <strong>di</strong> quel passato è fusa –non<br />

solo spazialmente, ma anche politicamente–<br />

con le terre che governa, siano<br />

costruite, coltivate o allo stato naturale,<br />

e con le navi che arma. Lo spazio<br />

della città segue il conta<strong>di</strong>no nel campo,<br />

il cacciatore nella selva, il marinaio<br />

sulla nave. Il tempo della città, la sua<br />

storia, la tra<strong>di</strong>zione delle sue ra<strong>di</strong>ci vivono<br />

nella trasposizione mitica del sacrificio<br />

e del teatro tragico, e cioè nei<br />

templi dell’armonia o della <strong>di</strong>sarmonia<br />

<strong>di</strong>vine. Per una strana, fortunata anomalìa<br />

della storia, le città del Me<strong>di</strong>o<br />

Evo, sorte tra il Mille e il Milleduecento<br />

in tutta l’Europa, hanno riproposto una<br />

concezione assai simile della città e<br />

della società citta<strong>di</strong>na; e le circostanze<br />

hanno poi condotto lo spazio fisico, e<br />

quello politico, economico e sociale <strong>di</strong><br />

queste a evoluzioni e trasformazioni<br />

compatibili con la loro originaria struttura<br />

fino al XVII° secolo.<br />

Dunque, all’origine del museo ci sono le<br />

tombe, il palazzo-città me<strong>di</strong>o orientale,<br />

il villaggio, la casa, la città. Valga fra tutti<br />

il caso dell’Acropoli, dove la cittadella<br />

<strong>degli</strong> antichi re ctonii custo<strong>di</strong>sce l’olivo<br />

e la polla salmastra, doni <strong>di</strong>vini e le case<br />

<strong>di</strong> Atena, sorte su più antichi santuari,<br />

mentre alle sue porte sono custo<strong>di</strong>te le<br />

pitture più belle, e in tutti i suoi e<strong>di</strong>fici<br />

fiorisce la scultura, sia architettonica<br />

che figurativa, le quali esaltano il pregio<br />

delle capacità contemporanee. Tuci<strong>di</strong>de<br />

farà <strong>di</strong>re a Pericle:<br />

Dirò insomma che la nostra città è, nel<br />

suo complesso, la scuola dell’Ellade, e<br />

che ciascuno singolarmente, per quanto<br />

a me sembra, sviluppa presso <strong>di</strong> noi<br />

una personalità autonoma che accoglie<br />

con elegante versatilità le più svariate<br />

forme <strong>di</strong> vita.<br />

… Amiamo il bello, ma con moderazione;<br />

e la cultura non ci infiacchisce. La<br />

ricchezza è per noi stimolo <strong>di</strong> attività,<br />

non motivo <strong>di</strong> superbia loquace …<br />

Disorientamento e piacere<br />

Nella società a cui apparteniamo e in<br />

questo momento del tempo lo spazio<br />

ere<strong>di</strong>tato dai secoli precedenti è quello<br />

scosso e frantumato, nei suoi propri significati,<br />

dai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> applicazione della<br />

rivoluzione industriale all’economia dei<br />

territori, da due guerre mon<strong>di</strong>ali, dalle<br />

guerre <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza coloniale, dalla<br />

costruzione e dalla <strong>di</strong>struzione dell’URSS,<br />

dalla contrapposizione <strong>di</strong> giganteschi<br />

blocchi politico-economici<br />

capaci <strong>di</strong> determinare la sorte <strong>di</strong> vaste<br />

aree del pianeta, dalla presa <strong>di</strong> conoscenza<br />

dell’enorme estensione, fra gli<br />

uomini, della fame, della malattia e della<br />

morte, dell’alterazione, per ora irreversibile,<br />

<strong>degli</strong> equilibri climatici e biologici,<br />

dall’incombenza della possibilità<br />

della <strong>di</strong>struzione atomica; e poi dal formarsi<br />

<strong>di</strong> un nuovo spazio, insieme fisico<br />

e mentale, subìto e progettato, non<br />

assoggettato ad alcun vincolo: quello<br />

delle macchine, che ha sostituito, fisicamente<br />

e mentalmente, quello delle<br />

culture precedenti; mentre parallelamente<br />

lo sviluppo della biologia fa intravedere<br />

orizzonti prima inimmaginabili<br />

e rivela un campo, quello subcellulare,<br />

che determina larga parte della<br />

nostra esistenza <strong>di</strong> corpi fin qui considerati<br />

come automi biologici suscettibili<br />

o meno <strong>di</strong> riparazione.<br />

Infine la <strong>di</strong>ffusione dei personal computers<br />

ha portato in tutte le case d’Occidente<br />

la logica delle macchine pensanti<br />

e la loro coerenza, complice con<br />

il mercato. Lo spazio –ancora una volta<br />

fisico e mentale– del commercio<br />

sembra aver occupato in esclusiva tutto<br />

lo spazio <strong>degli</strong> uomini e tutti i suoi<br />

significati. Riferito all’equivalente universale<br />

–il denaro– ogni bene oggetto<br />

<strong>di</strong> scambio viene considerato un bene<br />

come ogni altro; ed ogni forma <strong>di</strong><br />

scambio sottintende la sua vera struttura<br />

<strong>di</strong> scambio venale. Dunque tutti i<br />

beni si equivalgono perché hanno la<br />

stessa natura; la <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> importanza<br />

tra bene e bene è stabilita dalla<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> prezzo. Lo spazio ineffabile,<br />

sacrale, che era proprio dell’arte,<br />

si è così polverizzato –non nella sua fisicità,<br />

ma nella qualità, nell’incomprensibilità<br />

dei suoi segnali– e si è convertito<br />

nello spazio sempre mutevole<br />

dello stupore e della meraviglia, che<br />

privilegia l’ine<strong>di</strong>to e rifiuta, in prima<br />

istanza, la riflessione.<br />

Si tratta <strong>di</strong> uno spazio insieme <strong>di</strong> attenzione<br />

e <strong>di</strong> smemoratezza: <strong>di</strong> attenzione<br />

perché qualunque merceologia la esige<br />

e il desiderio la provoca; <strong>di</strong> smemoratezza<br />

perché il valore o il trend passano<br />

velocemente da certi oggetti ad<br />

altri, e ciò che non ha più valore –che<br />

non è più trendy– scade nell’oblìo, perde<br />

interamente il suo valore venale insieme<br />

ai fans, che non lo desiderano<br />

più, non lo richiedono più.<br />

Ve<strong>di</strong>amo così, almeno in seno alle generazioni<br />

più recenti, prendere forma –<br />

e cambiarla– luoghi ai quali è attribuito<br />

grande valore collettivo, come ad<br />

esempio gli sta<strong>di</strong>, dove le partite <strong>di</strong><br />

foot-ball uniscono masse spesso tra-<br />

volte in una sorta <strong>di</strong> furore sacrificale<br />

che può arrivare, dalla <strong>di</strong>struzione del<br />

luogo, fino all’omici<strong>di</strong>o e alla turbolenza<br />

urbana; altre volte, invece, negli<br />

stessi luoghi, o simili, si celebra il rito<br />

del canto e della promiscuità, stregata<br />

dagli allucinogeni, <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> età –<br />

assai <strong>di</strong>latato, per la verità– considerato<br />

selvatico <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e <strong>di</strong> fatto abbandonato<br />

a qualunque frenesia e a qualunque<br />

insi<strong>di</strong>a<br />

Qualunque sia la loro natura, questi<br />

spazi esistono, anche se non sempre<br />

rivestono una fisionomia architettonica<br />

o urbana, e sono i luoghi in cui l’esperienza<br />

della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza in<strong>di</strong>viduale<br />

e della trasgressione a qualunque<br />

norma trovano attuazione. Come<br />

l’arena dei tornei, l’autostrada è luogo<br />

dell’agone in automobile, mentre la <strong>di</strong>scoteca<br />

è il tempio della comunità nella<br />

solitu<strong>di</strong>ne in<strong>di</strong>viduale, dove la musica,<br />

trasformata in percussione binaria,<br />

ha lo scopo <strong>di</strong> indurre la trance, aiutando,<br />

quando è il caso, la droga a produrre<br />

effetti <strong>di</strong> onnipotenza, e quin<strong>di</strong>, a<br />

volte, provocando la manifestazione<br />

sacrificale delle gare d’alta velocità<br />

controsenso.<br />

Con<strong>di</strong>vise o meno, queste creazioni<br />

del mercato e dei costumi rivelano i<br />

valori, certamente oscuri e travisati<br />

nella pratica, che animano un mondo –<br />

quello giovanile e quello che non è capace<br />

<strong>di</strong> invecchiare– e non un’età transeunte.<br />

Soprattutto, sembra <strong>di</strong> cogliere<br />

nell’adattabilità dei riti <strong>di</strong> questo<br />

mondo allo spazio contemporaneo,<br />

dall’occupazione per una notte <strong>di</strong> una<br />

villa <strong>di</strong>sabitata all’invasione <strong>di</strong> un villaggio<br />

o <strong>di</strong> una città, passando per un<br />

capannone in <strong>di</strong>suso, una spiaggia,<br />

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