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matera - Il Resto

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«Mai più guerre e basta soldi<br />

a scuola e sanità privata: gli avventurieri<br />

alla Don Verzè vanno fermati»<br />

ne nella gente. E neanche vergogna:<br />

sì, oggi dovremmo vergognarci<br />

di essere italiani. Ma intanto<br />

bisogna fermare questa<br />

deriva, sempre che siamo ancora<br />

in tempo. Occorre quindi recuperare<br />

i valori che ci sono stati<br />

sottratti: l’eguaglianza, la solidarietà,<br />

la cultura. Questa è un<br />

fondamentale strumento di conoscenza<br />

e di sviluppo per un Paese.<br />

Ma purtroppo molti italiani<br />

non conoscono nemmeno la propria<br />

lingua, compresi gran parte<br />

dei politici.<br />

Lei quindi non li ritiene in grado di<br />

dare una svolta all’Italia.<br />

Lo dimostrano i fatti: chiunque<br />

vada al potere non fa differenza<br />

per i cittadini. Durante le campagne<br />

elettorali nessuno, né di destra<br />

né di sinistra, dice che porterà<br />

il Paese in guerra o finanzierà<br />

la sanità e la scuola pubblica.<br />

Ma poi è esattamente quello che<br />

succede. Per questo io ho smesso<br />

di votare da vent’anni, così come<br />

ora ben il 40% degli italiani.<br />

Gino Strada sul palco del Duni di Matera<br />

Ma allora cosa propone in alternativa?<br />

Intanto occorre spezzare il legame<br />

politica-denaro, a partire<br />

dalle indennità di carica: un<br />

importo giusto per i parlamentari<br />

sarebbe 3.000 euro, il doppio<br />

cioè di quanto guadagna un<br />

lavoratore medio. E invece un<br />

idiota stratosferico come il figlio<br />

di Bossi da consigliere regionale<br />

guadagna oltre 12.000 euro!<br />

E poi la sanità e l’istruzione devono<br />

rimanere pubbliche. L’Italia<br />

quindi dovrebbe tornare ad essere<br />

un Paese normale, ma questa<br />

classe politica non è in grado<br />

né ha voglia di farlo. Bisognerebbe<br />

cambiare tutto e ricominciare<br />

da capo.<br />

Ma lei si sta preparando a scendere<br />

in campo?<br />

No, la politica non fa per me. Ma<br />

se trovassi persone che accettino<br />

di sposare in pieno il manifesto<br />

di Emergency, sarei disposto<br />

a dare il mio contributo per la rinascita<br />

dell’Italia. ■<br />

Attualità<br />

<strong>Il</strong> manifesto di Emergency<br />

per il futuro dell’umanità<br />

“<strong>Il</strong> mondo che<br />

vogliamo”<br />

Crediamo nella eguaglianza di tutti<br />

gli esseri umani a prescindere dalle<br />

opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla<br />

appartenenza etnica, politica, religiosa,<br />

dalla loro condizione sociale ed economica.<br />

Ripudiamo la violenza, il terrorismo e<br />

la guerra come strumenti per risolvere<br />

le contese tra gli uomini, i popoli e gli<br />

stati. Vogliamo un mondo basato sulla<br />

giustizia sociale, sulla solidarietà,<br />

sul rispetto reciproco, sul dialogo, su<br />

un’equa distribuzione delle risorse.<br />

Vogliamo un mondo in cui i governi<br />

garantiscano l’eguaglianza di base di<br />

tutti i membri della società, il diritto<br />

a cure mediche di elevata qualità e<br />

gratuite, il diritto a una istruzione<br />

pubblica che sviluppi la persona<br />

umana e ne arricchisca le conoscenze,<br />

il diritto a una libera informazione.<br />

Nel nostro Paese assistiamo invece, da<br />

molti anni, alla progressiva e sistematica<br />

demolizione di ogni principio di<br />

convivenza civile. Una gravissima deriva<br />

di barbarie è davanti ai nostri occhi.<br />

In nome delle “alleanze internazionali”,<br />

la classe politica italiana ha scelto la<br />

guerra e l’aggressione di altri Paesi.<br />

In nome della “libertà”, la classe politica<br />

italiana ha scelto la guerra contro i<br />

propri cittadini costruendo un sistema di<br />

privilegi, basato sull’esclusione e sulla<br />

discriminazione, un sistema di arrogante<br />

prevaricazione, di ordinaria corruzione.<br />

In nome della “sicurezza”, la classe<br />

politica italiana ha scelto la guerra contro<br />

chi è venuto in Italia per sopravvivere,<br />

incitando all’odio e al razzismo.<br />

È questa una democrazia? Solo<br />

perché include tecniche elettorali<br />

di rappresentatività? Basta che<br />

in un Paese si voti perché lo si<br />

possa definire “democratico”?<br />

Noi consideriamo democratico un<br />

sistema politico che lavori per il bene<br />

comune privilegiando nel proprio agire<br />

i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi<br />

sociali più deboli, per migliorarne le<br />

condizioni di vita, perché si possa<br />

essere una società di cittadini.<br />

È questo il mondo che vogliamo. Per noi,<br />

per tutti noi. Un mondo di eguaglianza. «<br />

| iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011<br />

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