matera - Il Resto
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In primo piano<br />
MOLITECNICA SUD<br />
ATTREZZATURE E IMPIANTI PER:<br />
MOLINI - MANGIMIFICI – PANIFICI E PASTIFICI -<br />
STOCCAGGIO – METALMECCANICA –<br />
MACCHINE AUSILIARIE<br />
SERVIZIO DI CONSULENZA E<br />
ASSISTENZA TECNICA PRE E POST-VENDITA<br />
TURBOPULIFAN<br />
Macchina idonea per il ripasso<br />
delle farine prima della lavorazione.<br />
Elimina eventuali corpi estranei<br />
presenti nelle farine.<br />
L’impiego della macchina<br />
e idoneo per i seguenti settori:<br />
Panifici<br />
Biscottifici<br />
Pizzerie<br />
Pasticcerie<br />
Pastifici<br />
Molitecnica Sud s.n.c.<br />
di Giuseppe Pellicola & Figli<br />
Sede legale e stabilimento:<br />
S.P. per Ruvo di P.,Km.1,300<br />
C .da Torre La Macchia<br />
70022 Altamura (BA)<br />
Tel.+39-080-3101016<br />
Fax +39-080-3146832<br />
C.C.I.A.A. Bari n.BA-269154<br />
E-mail: info@molitecnicasud.it<br />
www.molitecnicasud.com<br />
20 | iL RESTO settimanale | 26 marzo 2011<br />
Chi ci guadagna dalla costruzione di centrali che<br />
costeranno 30 miliardi di euro?<br />
I business nucleari<br />
[di Saverio Ricci]<br />
► Una cosa è certa, se la scossa di<br />
terremoto che ha colpito nei giorni<br />
scorsi il Giappone si fosse verificata<br />
in Italia, il nostro Belpaese<br />
non esisterebbe più. Se con il nostro<br />
cemento di-sarmato (e disarmante)<br />
a crollare sono in primis gli<br />
ospedali (vedi L’Aquila) non c’è da<br />
stare tranquilli. Figuriamoci per i<br />
progetti nucleari sui quali garantisce<br />
monsieur Sarkozy in cambio<br />
di una bella fetta del nostro debito<br />
pubblico. A preoccupare gli ambientalisti<br />
di tutto il mondo è stata<br />
l’esplosione nella centrale nucleare<br />
di Fukushima 1, a 250 chilometri<br />
da Tokio: il nocciolo del reattore<br />
rischia la fusione, l’impianto<br />
di raffreddamento è ufficialmente<br />
fuori uso, alcune quantità di cesio<br />
radioattivo sono state rilasciate<br />
nell’ambiente esterno, centinaia di<br />
persone già contaminate dalle radiazioni,<br />
circa 170mila abitanti costretti<br />
a evacuare la zona nel raggio<br />
di 20 chilometri dalla centrale.<br />
Perché allora tra i siti individuati<br />
per la realizzazione di impianti<br />
nucleari in Italia ce ne sono alcuni<br />
in zona sismica e (addirittura) a<br />
rischio tsunami e alluvione? E’ il<br />
caso di Scanzano Jonico che, se è<br />
riuscita a evitare grazie alla sollevazione<br />
popolare il sito unico per il deposito<br />
delle scorie, resta ancora tra<br />
quelli che potrebbero ospitare una<br />
centrale (insieme alle pugliesi Nardò<br />
e Ostuni). Ma chi ha interesse a<br />
investire 30 miliardi di soldi pubblici<br />
per ottenere con una serie di<br />
rischi non calcolabili, il 4% di consumo<br />
finale di energia , fra l’altro<br />
spendibile non prima di 20 anni?<br />
Un po’ di storia energetica italiana<br />
può servire a fare chiarezza.<br />
I BUSINESS ATOMICI<br />
La Sogin (società gestione impianti<br />
nucleari) è stata istituita nel quadro<br />
del riassetto del sistema elettrico in<br />
ottemperanza al decreto legislativo<br />
n. 79 del 16.03.1999 (che ha disposto<br />
la trasformazione dell’Enel<br />
in una holding formata da diverse<br />
società indipendenti, tra cui la Sogin,<br />
che ha ereditato tutte le attività<br />
nucleari dell’Enel).<br />
Ha avuto il compito di smantellare<br />
gli impianti del ciclo del combustibile<br />
ex Enea: l’Eurex di Saluggia<br />
(Vercelli), l’Fn di Bosco Marengo<br />
(Alessandria), l’Opec di Casaccia<br />
(Roma), il Plutonio di Casaccia<br />
(Roma) e anche il nostro Itrec Tri-<br />
Mancano anche<br />
due materie<br />
prime necessarie<br />
acqua e uranio.<br />
I casi sismici di<br />
Scanzano Jonico<br />
e Rotondella