Indice Capitolo Primo: La Quarta Ondata di Democratizzazione, La ...

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La Quarta Ondata di Democrazia Nabil Shokri 50 Kefaya non ha mai smesso di cercare di mobilitare il popolo egiziano. Sulla tribuna della sala conferenze del sindacato dei giornalisti, Abdel-Halim Qandil prende la parola in mezzo a un’ovazione. Questo lunedì sera, 14 marzo, del 2005, il Movimento Kefaya organizza una conferenza stampa davanti a 200 persone. Qandil è il portavoce del movimento, ma anche redattore capo del settimanale nassirianio Al-Arabi. È conosciuto per la sua schiettezza. Secondo molti oppositori, è evidente che l’aggressione da lui subita lo scorso ottobre da misteriosi individui, che lo hanno in seguito rilasciato nudo in una strada di Suez, sia dovuta proprio alle sue idee. Questo episodio sembra però non averlo intimidito. “Mubarak sbaglia se crede di poter insultare l’intelligenza degli egiziani”, asserisce in mezzo agli applausi: “Bisogna sbarazzarsi dell’ammuffita classe dirigente che ci governa!”. E il pubblico scandisce: “Forza Kefaya! Mubarak, vattene, ne abbiamo abbastanza!”. Ayman Nour è un altro leader importante dell’opposizione, è entrato nelle elezioni come candidato del suo partito “Al Ghad” di natura liberale. Ayman Nour è stato arrestato prima delle elezioni per ristringere l’effetto della sua campagna elettorale. Tuttora è in prigione per motivi politici. In realtà l’opposizione egiziana è addomesticata dal regime di Mubarak e a parte i Fratelli Musulmani non c’è una forza politica vera e propria che possa esercitare pressione interna coinvolgendo i cittadini. Le elezioni presidenziali del 2005 finiscono con l’aspettata vittoria di Mubarak e il suo partito. Senza la partecipazione di un popolo i risultati delle elezioni possono significare poco, ma l’aspetto più importante da studiare è la flessibilità di Mubarak e del suo partito ad oscillare fra una politica estera ipocrita e una politica interna severa e con finte riforme democratiche. Il regime di Mubarak è forte e l’eredità del potere è molto preoccupante, gli Stati Uniti da una parte esercitano una pressione per guadagnare vantaggi strategici e logistici nella guerra contro il terrorismo e in Iraq, per cui Mubarak e il suo partito riescono a ricattare Gli Stati Uniti in modo da potere allungare la vita del regime.
La Quarta Ondata di Democrazia Nabil Shokri 51 Nel tempo stesso la situazione dei copti è in continuo esacerbamento visto la costante crescita delle correnti estremiste che combattono l’esistenza di un sistema apparentemente laico come quello di Mubarak. I copti secondo la Chiesa Copta sono il 10% della popolazione, il governo invece sostiene che i copti siano solamente il 6% della popolazione. Ovviamente i copti soffrono la discriminazione politica e sociale. Nelle ultime elezioni parlamentari del 2006, i copti hanno preso solamente 5 seggi su un totale di seggi di 450 (1 con elezioni e 4 nominati dal presidente), una percentuale di seggi che non coincide assolutamente con il peso sociale e economico dei copti. 3.3 Conclusione La debolezza del regime, in cui sempre più frequentemente si parla di un ritiro anticipato di Hosni Mubarak dalla presidenza a favore del figlio Gamal, si misura però anche sulla stabilità della propria struttura istituzionale. E quando a metterla in discussione è la magistratura, significa che più di qualcosa si muove, nei sacri palazzi del Cairo. L’opposizione dei giudici era già cominciata quasi un anno fa, prima del lungo periodo elettorale. I giudici chiedevano l’indipendenza necessaria per rispondere al loro incarico, di supervisionare le consultazioni e definirne la validità. Il regime è stato inflessibile, dando inizio a un confronto duro che non solo è ancora in atto, ma che anzi in questi ultimi giorni ha raggiunto punte molto dure. Poche ore prima dell’attentato di Dahab, un alto magistrato è stato picchiato al Cairo da uomini in borghese che tutti dicono, in città, essere prezzolati dalle forze di sicurezza. Partecipava al sit-in quotidiano che i giudici, tolta la toga, inscenano di fronte alla propria associazione di categoria ormai quotidianamente. Protestano per il processo che il 27 aprile, del 2006 è stato svolto di fronte a un tribunale disciplinare. Imputati, due magistrati che hanno avuto l’ardire di chiedere un’inchiesta sulla validità delle elezioni politiche. E soprattutto sui brogli di cui molto magistrati sono stati testimoni oculari, e che hanno denunciato pubblicamente già durante le consultazioni.
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