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ANNUARIO<br />

1) Come, quando e con quali motivazioni ed <strong>in</strong>dirizzi nasce <strong>la</strong> <strong>rivista</strong>?<br />

L’Annuario nasce a Roma al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del 1994, per <strong>in</strong>iziativa di Giorgio Manacorda e dell’editore Alberto<br />

Castelvecchi. Manacorda è un poeta del<strong>la</strong> generazione che ha esordito negli anni ’70, all’epoca del<br />

“movimento per <strong>la</strong> poesia”, dell’antologia generazionale Il pubblico del<strong>la</strong> poesia, del Poeta postumo di<br />

Cordelli e del famoso Festival di Castelporziano. Amico di scrittori e critici romani come Alfonso<br />

Berard<strong>in</strong>elli, lo stesso Cordelli, Dario Bellezza, Valent<strong>in</strong>o Zeichen, Renzo Paris, Manacorda è stato parte<br />

<strong>in</strong>tegrante di quel<strong>la</strong> stagione che a Mi<strong>la</strong>no vedeva <strong>in</strong>tanto muoversi Viviani, Cucchi, Conte, De Angelis.<br />

Poi, dall’<strong>in</strong>izio degli anni ’80, Manacorda com<strong>in</strong>cia, per ragioni solo <strong>in</strong> parte <strong>in</strong>teriori, un lungo silenzio<br />

poetico. All’<strong>in</strong>izio degli anni ’90 pubblica tuttavia il “manifesto del pensiero emotivo” <strong>in</strong>tito<strong>la</strong>to Per <strong>la</strong><br />

poesia (1993). È un libro teorico sperico<strong>la</strong>to e profondo, molto letto ma poco compreso e poco criticato,<br />

anche nelle conclusioni ancora difettose. Fatto questo passo, Manacorda sente il bisogno e il dovere di<br />

passare dal<strong>la</strong> teoria al<strong>la</strong> critica militante e <strong>in</strong>venta l’Annuario, ne scrive il primo Editoriale e affida a<br />

giovani autori come Roberto Deidier, Alba Donati, Massimo Onofri ed Emanuele Trevi, <strong>la</strong> stesura di saggi<br />

e recensioni, dedicati al<strong>la</strong> produzione poetica e al<strong>la</strong> situazione dell’editoria italiana di poesia di quegli<br />

anni. L’<strong>in</strong>iziativa muove da una situazione di fastidio, e soprattutto dall’avvertimento che, nel progressivo<br />

assilentirsi del<strong>la</strong> critica, <strong>la</strong> poesia italiana sia andata via via perdendo <strong>la</strong> centralità estetica nel mondo<br />

del<strong>la</strong> letteratura. Negli anni, si andrà precisando <strong>la</strong> diagnosi, anche grazie a dei saggi di Berard<strong>in</strong>elli,<br />

Walter Siti, Elio Pecora e dei più giovani Paolo Febbraro e Matteo Marches<strong>in</strong>i: <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del “controllo critico”<br />

ha causato l’esistenza di una schiera di poeti autoreferenziali, che riproducono se stessi grazie a un buon<br />

controllo degli sbocchi editoriali, ricevuti <strong>in</strong> eredità – soprattutto a Mi<strong>la</strong>no – da autori em<strong>in</strong>enti del<strong>la</strong><br />

generazione precedente, come Giudici e Raboni. I giudizi di Manacorda e dei saggisti e recensori<br />

dell’Annuario prendono a farsi a volte sferzanti, con alcuni eccessi e molte scomode verità.<br />

2) Esiste nel<strong>la</strong> vostra attività l'idea di un pubblico al quale rivolgersi? In tal caso come<br />

connoterebbe questo pubblico?<br />

Il pubblico del<strong>la</strong> poesia è abbastanza scarso, <strong>in</strong> Italia, e tuttavia l’Annuario, che addirittura pone <strong>la</strong> sfida<br />

del<strong>la</strong> critica del<strong>la</strong> poesia, ha delle vendite soddisfacenti, fra le 500 e le 1000 copie ogni anno. È probabile<br />

che questo pubblico sia costituito soprattutto da giovani scrittori e critici, che desider<strong>in</strong>o orientarsi sulle<br />

vicende di un genere letterario che sconta una pratica spontanea di massa e uno scarsissimo<br />

rispecchiamento critico.<br />

3) Quali domande e riflessioni hanno improntato <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong>, quali questioni ha visto<br />

nascere nel corso del dibattito, <strong>in</strong>terno ed esterno ad essa? Quali le questioni più importanti<br />

sollevate?<br />

Manacorda non ha <strong>in</strong>terrotto il suo sforzo teorico, approdato qualche anno fa a un nuovo volumetto<br />

<strong>in</strong>tito<strong>la</strong>to La poesia è <strong>la</strong> forma del<strong>la</strong> mente (2002), e nf<strong>in</strong>e all’antologia La poesia italiana oggi (2004), con<br />

<strong>la</strong> quale lo scrittore romano ha creduto term<strong>in</strong>ata <strong>la</strong> sua attività di critico militante. Intanto, le antologie<br />

stesse, le case editrici a pagamento, i mali generazionali, <strong>la</strong> moda del<strong>la</strong> scrittura giovanile, i canoni<br />

poetici imposti, <strong>la</strong> crisi del<strong>la</strong> critica di poesia sono stati fra gli aspetti <strong>in</strong>dagati dalle pag<strong>in</strong>e dell’Annuario, a<br />

fianco tuttavia dell’attività pr<strong>in</strong>cipale, che rimane pur sempre l’analisi più attenta possibile delle opere<br />

poetiche di ogni s<strong>in</strong>golo anno, lette senza preconcetti, col pensiero rivolto al<strong>la</strong> rilevanza estetica e al<strong>la</strong><br />

dimensione culturale generale.<br />

4) In cosa consistono, nel<strong>la</strong> sua visuale, i meriti precipui del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong>, quali le <strong>in</strong>chieste più<br />

<strong>in</strong>teressanti, quali gli articoli decisivi?<br />

Seppure non è facile tradurre tout court <strong>in</strong> “meriti” le caratteristiche che si crede di <strong>in</strong>carnare, posso dire<br />

che <strong>la</strong> franchezza e l’ampiezza di orizzonti dell’atto critico praticato sull’Annuario mi fanno pensare a<br />

un’epoca diversa dal<strong>la</strong> nostra, un’epoca <strong>in</strong> cui ci si sfidava per una poesia come se ci fosse di mezzo il<br />

governo del mondo. L’Annuario <strong>in</strong>fatti sembra respirare <strong>la</strong> vecchia atmosfera <strong>in</strong> cui aveva ancora senso<br />

per Fort<strong>in</strong>i, Pasol<strong>in</strong>i, Luzi, Calv<strong>in</strong>o e Sangu<strong>in</strong>eti confrontarsi sui massimi sistemi a partire da posizioni<br />

estetiche. I suoi redattori, molto cambiati negli anni, dànno ancora per scontato che un libro di poesia<br />

debba avere rilevanza culturale generale, senza chiudersi nel<strong>la</strong> nicchia del<strong>la</strong> gratuita “espressione<br />

personale”, più o meno residuale.<br />

Fra gli articoli decisivi, secondo me, ci sono l’Editoriale di Poesia 2000, <strong>in</strong> cui Manacorda scriveva una<br />

Commemorazione provvisoria del<strong>la</strong> mia generazione di amara consapevolezza storica, e aggiungeva un<br />

paragrafo su L’Illum<strong>in</strong>ismo e <strong>la</strong> poesia <strong>in</strong> cui <strong>la</strong> hybris teorica giungeva a connettere <strong>la</strong> riflessione sul<strong>la</strong><br />

letteratura e <strong>la</strong> portata filosofica delle nuove scoperte neuroscientifiche. Anche il confronto Febbraro-<br />

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