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evidente nelle loro opere <strong>la</strong> forza del l<strong>in</strong>guaggio cha sa fare presa sul reale, unitamente al<strong>la</strong> potenza epica<br />
del dettato. Attualmente stiamo <strong>la</strong>vorando al numero 13, che sarà sul tema scottante: tra sacro e<br />
profano. Le questioni sono state sollevate da 2 domande: dove è possibile oggi, al di fuori dal quadro<br />
delle religioni costituite, trovare <strong>la</strong> presenza del sacro? E, come è possibile per <strong>la</strong> <strong>la</strong>icità salvaguardare i<br />
grandi valori del<strong>la</strong> vita se viene perso il senso del sacro che permea tutto il reale? In tal senso si<br />
muovono i saggi su Crist<strong>in</strong>a Campo di Adriana Perrotta Rabissi, l’analisi di Mariol<strong>in</strong>a De Angelis sul<br />
pensiero di Simon Weil, il saggio sul pensiero mistico orientale di Patrizia De Franceschi e i bei contributi<br />
dei filosofi e teologi Dario Cornati e Pierangelo Sequeri, ma ricordo anche il <strong>la</strong>voro di Roberto Carcci sul<strong>la</strong><br />
poesia di Danilo Bramati e quello di V<strong>in</strong>cenzo Frungillo sui “grandi” Paul Cé<strong>la</strong>n e Mario Luzi.<br />
In cosa consistono, nel<strong>la</strong> sua visuale, i meriti precipui del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong>, quali le <strong>in</strong>chieste più <strong>in</strong>teressanti, quali<br />
gli articoli “decisivi”?<br />
Al centro di ogni numero sono sempre le <strong>in</strong>terviste ai maggiori poeti italiani, fatte perlopiù da me,<br />
Annalisa Manstertta e Gigi Cannillo, tra le molte ricordo quelle a: Milo De Angelis, Giancarlo Major<strong>in</strong>o,<br />
Maurizio Cucchi, Guido Oldani, Umberto Fiori, Tiziano Rossi, Giampiero Neri, Giovanni Raboni…<br />
Gli articoli importanti, tra gli altri, ritengo siano quelli di taglio filosofico-antropologico di Aldo<br />
Marchetti, i contributi di psicologia ed etnopsichiatria di Quito Chiantia, i saggi sul<strong>la</strong> vita quotidiana nei<br />
paesi del Terzo e Quarto Mondo di Gabriele Favagrossa; ricordo le analisi sul mondo c<strong>la</strong>ssico di Mariana<br />
Napoli; le analisi su Dante di R<strong>in</strong>aldo Caddeo e quelle sul<strong>la</strong> Vienna di f<strong>in</strong>e secolo di Alessandra Paganardi.<br />
Nel tempo numerosi sono stati i <strong>la</strong>vori di traduzione e analisi di Laura Cantelmo su poeti di l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glesi<br />
(per es. su Pound e Yeats); orig<strong>in</strong>ali i saggi di L<strong>in</strong>a Angioletti, che ha tradotto per noi poeti africani <strong>in</strong><br />
l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese o portoghese. Nel numero 12 ci sono alcune traduzioni <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese di Eugenio Montale fatte<br />
da Patrizia Vil<strong>la</strong>ni, e quelle di Emanuel Di Pasquale che traduce <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese Milo De Angelis.<br />
Significativo <strong>la</strong> presenza nel<strong>la</strong> stessa rubrica del<strong>la</strong> poesia dialettale: nel numero 12, per esempio, ci<br />
sono testi di Beno Mignon, poeta friu<strong>la</strong>no e quelli di N<strong>in</strong>o Demurtas, poeta sardo. Importante poi <strong>la</strong><br />
rubrica “Macriscopio”: recensioni di libri scelti dal<strong>la</strong> redazione, dando attenzione a ciò che di buono<br />
circo<strong>la</strong>. Così come importante è <strong>la</strong> rubrica “L’Artista”, che dà ampio spazio a <strong>in</strong>editi di poeti di valore,<br />
giovani e meno giovani, e “Raccontando”, dedicata ai racconti <strong>in</strong>editi, tra cui ricordo quelli di Corrado<br />
Bagnoli e Angelo Gaccione.<br />
In base all'esperienza e al<strong>la</strong> conoscenza del panorama ac<strong>qui</strong>sita con gli anni, come vede/ descrive/<br />
c<strong>la</strong>ssifica il panorama dell'odierna poesia italiana, le prospettive critiche, e che tipo di l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>travvede<br />
del<strong>in</strong>eate per il futuro (prossimo e non)?<br />
Per dare una risposta a questa domanda mi rifaccio al libro Sotto <strong>la</strong> superficie, letture di poeti<br />
italiani contemporanei (1970-2004), uscito come supplemento al<strong>la</strong> Mosca 10 nel 2004: è un libro<br />
antologico di saggi critici di analisi e critica letteraria al<strong>la</strong> cui realizzazione hanno partecipato sia alcuni<br />
redattori del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong> sia altri poeti e saggistici esterni, come Adam Vaccaro, Luigi Cannillo, Franco<br />
Romanò e altri. Il libro è nato come ampliamento di un progetto dell’Associazione Culturale Archivi del<br />
‘900, che a Mi<strong>la</strong>no aveva realizzato nel 2003 una grande <strong>in</strong>iziativa sul<strong>la</strong> poesia: un’esposizione di libri di<br />
poeti italiani significativi, suddivisa per tematiche, con un’attenzione partico<strong>la</strong>re agli ultimi 30 anni di<br />
poesia. Da questa <strong>in</strong>iziativa è scaturito il progetto - comune tra Archivi del 900 e La Mosca di Mi<strong>la</strong>no -<br />
di realizzare questo libro di saggi che ha visto <strong>la</strong> presenza di 21 poeti-saggisti, il cui <strong>la</strong>voro di analisi è<br />
stata rivolto a 90 poeti italiani, con partico<strong>la</strong>re attenzione al<strong>la</strong> Generazione Sommersa, cioè a quei<br />
poeti che - diversi per età e formazione - sono accomunati solo dal fatto di avere pubblicato il loro primo<br />
libro al<strong>la</strong> metà degli Anni Novanta. Per questo e per il peso di fattori vari di tipo socio-culturale e,<br />
soprattutto, editoriale questi poeti – seppure dotati di capacità e di <strong>in</strong>tensità di scrittura – sono spesso<br />
rimasti esclusi dal<strong>la</strong> visibilità pubblica, avendo ben poche possibilità di pubblicazione <strong>in</strong> una casa editrice<br />
a diffusione nazionale. Per questo sono “sommersi”, poco visibili al grande pubblico e con poca<br />
attenzione da parte del<strong>la</strong> critica letteraria, sempre più chiusa <strong>in</strong> se stessa, vittima del “piccolo canone”,<br />
un canone cioè tutto editoriale, impostosi grazie al<strong>la</strong> forza del<strong>la</strong> grande editoria, soprattutto<br />
mondadoriana, capace di portare i libri sul mercato, affrontando anche i problemi di distribuzione, il che<br />
vuol dire che si vengono a “imporre” libri e autori non sempre di qualità, ma che trovano spazio sul<br />
mercato. A mio avviso, oggi è compito delle riviste dare grande attenzione al<strong>la</strong> scrittura dei tanti autori<br />
significativi che pubblicano quasi fuori dal<strong>la</strong> grande editoria, ma <strong>la</strong> cui poesia è di livello.<br />
Dov'è ora (come è cambiata nel corso degli anni) e dove sta andando <strong>la</strong> <strong>rivista</strong>? Quali sono le<br />
trasformazioni più vistose che ha realizzato e attraversato? Che cosa è rimasto dell'orig<strong>in</strong>ario<br />
progetto?<br />
Più che di vere e proprie trasformazioni avvenute nel<strong>la</strong> Mosca di Mi<strong>la</strong>no, direi che si può par<strong>la</strong>re di un<br />
approfondimento degli <strong>in</strong>tenti, col conseguente chiarimento del<strong>la</strong> direzione di ricerca, questo è co<strong>in</strong>ciso<br />
con <strong>la</strong> messa a punto del progetto di ricerca e <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sul tema del conf<strong>in</strong>e, partito 2 anni fa sul tema:<br />
il sorriso, che è cont<strong>in</strong>uato con il tema: il conf<strong>in</strong>e e ora con lo straniero. Il progetto cont<strong>in</strong>ua nel<br />
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