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acconto e il n. 39 riproporrà una rilettura di Fenoglio. Cont<strong>in</strong>uerà il dibattito letterario anche mediante il<br />

blog (www.atelierpoesia.it).<br />

6) La vostra è una <strong>rivista</strong> "militante"? Se sì, <strong>in</strong> che senso?<br />

La militanza da noi viene <strong>in</strong>tesa come dialogo, dibattito e confronto. La diversità di op<strong>in</strong>ioni viene <strong>in</strong>tesa<br />

come ricchezza di pensiero che aiuta tutti a crescere e a migliorarsi. “Militante” per noi significa anche<br />

essere liberi di esprimere le nostre idee mediante appropriate argomentazioni senza condizionamenti del<br />

potere economico, politico o massmediale. Siamo nati e cresciuti senza il supporto di una casa editrice né<br />

di un giornale né di altri tipi di istituzione e questo ci ha permesso di dire quanto pensiamo <strong>in</strong> tutta libertà<br />

di idee e di ospitare ogni tipo di apporto da noi giudicato valido.<br />

7) In base all'esperienza e al<strong>la</strong> conoscenza del panorama ac<strong>qui</strong>sita con gli anni, come<br />

vedete/ descrivete/ c<strong>la</strong>ssificate il panorama dell'odierna poesia italiana, le prospettive<br />

critiche, e che tipo di l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>travedete del<strong>in</strong>eate per il futuro (prossimo e non)?<br />

A nostro parere, <strong>la</strong> poesia italiana si trova <strong>in</strong> una fase di sviluppo decisamente <strong>in</strong>teressante per merito<br />

soprattutto dei giovani. Proprio <strong>in</strong> questo periodo, dopo una fase di sperimentazione, di confronto e di<br />

riflessione, stanno producendo opere dest<strong>in</strong>ate a segnare un solco nel<strong>la</strong> nostra letteratura. Prova ne è il<br />

confronto tra le pubblicazioni degli Anni Novanta con quelle attuali ormai lontane da ogni residuo<br />

avanguardistico, tutte <strong>in</strong>centrate sul ritrovato valore del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> poetica. È per noi un onore aver<br />

pubblicato alcuni libri d’esordio che, ne siamo certi, resteranno dei punti di riferimento impresc<strong>in</strong>dibili per<br />

gli anni a venire: del resto, <strong>in</strong> un’ottica almeno generazionale, è riconosciuto il fatto che già lo siano.<br />

8) Credete <strong>in</strong> possibili confronti con realtà straniere? Sentite già attuato tale confronto dal<br />

<strong>la</strong>voro che svolgete? Se sì, <strong>in</strong> che term<strong>in</strong>i è avvenuto (esempi)?<br />

Il confronto con le letteratura straniere è essenziale <strong>in</strong> un mondo globalizzato. Da parte nostra abbiamo<br />

dedicato il n. 30 al<strong>la</strong> poesia e ogni numero presenta un autore straniero. A questo si aggiunge <strong>la</strong><br />

fondazione di una col<strong>la</strong>na di traduzione, che per ora vanta solo il testo del greco Vrettós, ma dest<strong>in</strong>ata ad<br />

arricchirsi quanto prima. Non dimentichiamo il convegno di Firenze del dicembre 2003 e quello di Orta-<br />

Stresa del febbraio 2004, che ha visto <strong>la</strong> presenza di importanti poeti stranieri.<br />

9) Credete <strong>in</strong> possibili confronti con altre discipl<strong>in</strong>e espressive ed artistiche? Se sì, sul piano<br />

dello sguardo, delle poetiche o degli strumenti?<br />

Il collegamento con le altre manifestazioni artistiche è sempre stato presente <strong>in</strong> «Atelier» sia <strong>in</strong> una serie<br />

di analisi denom<strong>in</strong>ate “contesti” (poesia e filosofia, poesia e creatività, poesia e canzone) sia nel<br />

momento del<strong>la</strong> riflessione estetica mediante <strong>la</strong> quale è stata <strong>rivista</strong> <strong>la</strong> poesia del Novecento. Per quanto<br />

non sia stato poi possibile, per necessità di scelte qualificanti e delimitazione di ambiti di azione (per<br />

andare <strong>in</strong> profondità e non con<strong>qui</strong>stare terreno solo <strong>in</strong> modo superficiale) approfondire il rapporto tra <strong>la</strong><br />

poesia e le altre arti, è sempre rimasto implicito nel nostro atelier (titolo par<strong>la</strong>nte anche <strong>in</strong> questa<br />

prospettiva) il senso di una contiguità fecondante con le altre forme di ricerca ed espressione creativa: si<br />

potrebbero citare gli <strong>in</strong>teressi per il c<strong>in</strong>ema, per <strong>la</strong> pittura, per <strong>la</strong> musica, per il teatro ecc. documentabili<br />

dalle attività “col<strong>la</strong>terali” di molti redattori.<br />

10) Più <strong>in</strong> generale, quale tipo di evoluzione avete riscontrato nel panorama del<strong>la</strong> cultura e<br />

dell'editoria italiana da quando <strong>la</strong> <strong>rivista</strong> è nata ad ora?<br />

A nostro parere, questi possono essere i punti fondamentali di questa evoluzione: l’abbandono del<strong>la</strong><br />

critica strutturalista, <strong>la</strong> ripresa del dibattito, l’attenzione dedicata ai giovani, <strong>la</strong> conclusione del<strong>la</strong> parabo<strong>la</strong><br />

avanguardistica, l’emersione del<strong>la</strong> “generazione sommersa”, <strong>la</strong> consapevolezza di una responsabilità<br />

morale nei confronti dei lettori.<br />

11) Dov'è ora (come è cambiata nel corso degli anni) e dove sta andando <strong>la</strong> vostra <strong>rivista</strong>?<br />

Quali sono le trasformazioni più vistose che ha realizzato e attraversato? Che cosa è rimasto<br />

dell'orig<strong>in</strong>ario progetto?<br />

Il progetto orig<strong>in</strong>ario descritto al<strong>la</strong> domanda 1) non è cambiato, anzi è stato approfondito ed attuato nel<br />

corso degli anni. Il “<strong>la</strong>boratorio” (Atelier) è aperto e funzionante: ci attende, come si diceva, un <strong>la</strong>voro<br />

sul<strong>la</strong> prosa e sul<strong>la</strong> riflessione estetica. La progressione che ci sta portando ad uno sguardo sempre meno<br />

legato agli “snodi generazionali” degli ultimi decenni e sempre più <strong>in</strong>ternazionale è soltanto <strong>la</strong> naturale<br />

evoluzione di un processo implicito f<strong>in</strong> dall’esordio, per quanto ad occhi esterni possa risultare, nel<strong>la</strong> sua<br />

coerenza, soltanto a posteriori.<br />

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