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letterario. Questo contribuisce a creare un gruppo sempre più ampio di <strong>in</strong>terlocutori.<br />
Si tratta di un fenomeno nuovo che supera il tradizionale circolo che si radunava al caffè o il salotto<br />
letterario, dove si dibattevano poetiche e si discuteva di opere e di autori. Il campo di riferimento è molto<br />
più ampio e presenta un ulteriore elemento di novità: è <strong>in</strong>terattivo. È vero che dal Settecento <strong>in</strong> poi gli<br />
<strong>in</strong>dirizzi letterari sono stati dibattuti sulle riviste, molte delle quali diffuse <strong>in</strong> tutta <strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>, ma il<br />
dibattito non poteva che limitarsi allo spazio reso disponibile dal<strong>la</strong> pubblicazione. Ora, <strong>in</strong>vece, si può<br />
partecipare al<strong>la</strong> discussione <strong>in</strong> tempo reale <strong>la</strong>sciando traccia del<strong>la</strong> propria posizione.<br />
Questa riflessione, tuttavia, non deve <strong>in</strong>durre a ritenere che questa nuova situazione sia stata<br />
unicamente creata dai nuovi spazi <strong>in</strong>formatici; si tratta di un mutamento di fondo che si avvale dei nuovi<br />
strumenti.<br />
Rispetto a dieci anni fa riscontriamo un clima decisamente diverso, e diverso <strong>in</strong> senso positivo: <strong>la</strong> critica<br />
letteraria ha riscoperto <strong>la</strong> necessità di avviare un dibattito estetico e poetico per esprimere giudizi di<br />
valore argomentativo sulle opere superando <strong>la</strong> precedente netta separazione tra letteratura e filosofia; si<br />
riscontra un bisogno di superare i tradizionali sodalizi di potere con promozioni che giungono anche dal<strong>la</strong><br />
picco<strong>la</strong> editoria; è vivo e operante il desiderio di comportamenti moralmente corretti; il “vuoto di<br />
passione” nei confronti del<strong>la</strong> poesia è <strong>in</strong> parte superato dal<strong>la</strong> pubblicazione di opere di pregio e dal<strong>la</strong><br />
visibilità ac<strong>qui</strong>stata da parecchi poeti f<strong>in</strong>o a poco tempo fa conf<strong>in</strong>ati nel “limbo” di un dis<strong>in</strong>teresse<br />
generale; si avverte <strong>la</strong> necessità di rifondare un dibatto sul canone, di aprire <strong>la</strong> sfera di <strong>in</strong>teresse alle<br />
letteratura straniere, di estendere ricerche ed <strong>in</strong>teressi alle strutture <strong>in</strong>terpretative storiche e simboliche<br />
dell’attuale società.<br />
Nessuno è all’oscuro che ci troviamo di fronte ad esigenze per molti versi ancora embrionali, per il fatto<br />
che non sono ancora state recepite chiare l<strong>in</strong>ee dist<strong>in</strong>tive tra estetica e poetica, che le valutazioni<br />
letterarie sono ancora soggette alle pressioni del mercato, che i gruppi di potere esercitano ancora<br />
fasc<strong>in</strong>o di carriera e di successo, tuttavia il gioco è diventano scoperto e stanno perdendo di valore tutte<br />
le motivazioni di “copertura”.<br />
Ebbene, ripercorrendo il <strong>la</strong>voro compiuto <strong>in</strong> questi anni possiamo concludere che «Atelier», unitamente<br />
ad altri operatori, ha <strong>la</strong>vorato <strong>in</strong> questa direzione. È stato importante far emergere i problemi dal<strong>la</strong> zona<br />
socio-psicologica di un <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>to disagio, ma è stato anche rilevante non chiudersi <strong>in</strong> sterili piagnistei<br />
sul<strong>la</strong> perdita di riconoscimento sociale del letterato e <strong>la</strong>vorare con molta concretezza per creare dialogo,<br />
dibattito e confronto. Aria nuova circo<strong>la</strong> nelle lettere italiane; siamo, però, solo all’<strong>in</strong>izio di un’ulteriore<br />
“opera comune” che richiede a tutti coloro che desiderano e sono <strong>in</strong> grado un impegno per imprimere un<br />
r<strong>in</strong>novato impulso alle nostre lettere.<br />
Giuliano Ladolfi e Marco Merl<strong>in</strong><br />
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