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Il Patrimonio Unesco dell.docx - Mlbianchi.altervista.org

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Pasargadae (in persiano: پاسارگاد) è una<br />

città <strong>dell</strong>'antica Persia; il sito archeologico è<br />

stato inserito nel 2004 nell'elenco<br />

dei Patrimoni <strong>dell</strong>'umanità <strong>dell</strong>'UNESCO.<br />

Secondo alcune tavolette con iscrizioni<br />

ritrovate nella vicina Persepoli, il nome<br />

originale <strong>dell</strong>a città era Batrakataš;<br />

l’appellativo odierno deriva dalla<br />

traslitterazione in greco antico del toponimo<br />

in antico farsi Pâthragâda, il cui significato<br />

è incerto.<br />

Le rovine di Pasargadae si trovano circa 87<br />

chilometri a nordest di Persepoli, nella provincia<br />

iraniana di Fars; essa fu la prima capitale <strong>dell</strong>'Impero achemenide, fondata da Ciro il Grande<br />

nel 546 a.C..<br />

L'odierno sito archeologico include il mausoleo di Ciro, la<br />

fortezza di Toll-e Takht (situata sulla cima di una collina),<br />

e le rovine di due palazzi reali con i loro giardini, uno dei<br />

primi esempi di giardino persiano che la storia registri.<br />

Recenti ricerche hanno mostrato come le fondamenta degli<br />

edifici di Pasargadae fossero state progettate per resistere<br />

ad un terremoto che oggi sarebbe classificato come<br />

di settimo livello nella scala Richter.<br />

<strong>Il</strong> monumento più famoso di Pasargadae è la tomba di Ciro<br />

il Grande; essa è costruita su sei alti gradini che conducono<br />

alla sepoltura vera e propria, la cui camera ha un'entrata<br />

bassa e stretta. Benché non ci siano prove certe per<br />

l'identificazione <strong>dell</strong>a tomba con quella di Ciro II di Persia,<br />

gli antichi storici greci riportarono che questa era la convinzione<br />

di Alessandro Magno, il quale rese omaggio al<br />

mausoleo dopo il saccheggio e la distruzione di Persepoli.<br />

Flavio Arriano riporta nel II secolo (quindi molto dopo la<br />

morte di Alessandro Magno) che il macedone ordinò ad Aristobulus, uno dei suoi soldati, di entrare<br />

nell'edificio; qui egli trovò un letto d'oro, una tavola apparecchiata, una bara dorata, alcuni<br />

ornamenti impreziositi da pietre preziose ed un'iscrizione. Oggi non è visibile alcuna iscrizione e<br />

vi è un certo disaccordo sull'esatta interpretazione del testo.<br />

Durante la conquista islamica <strong>dell</strong>a Persia, quando l'esercito arabo si trovò di fronte alla tomba<br />

decise di distruggerla, poiché essa era considerata<br />

in contrasto con i principi <strong>dell</strong>'Islam.<br />

L'edificio si salvò grazie al fatto che i suoi<br />

guardiani riuscirono a convincere il comandante<br />

<strong>dell</strong>'esercito che la tomba non era stata costruita<br />

in onore di Ciro il Grande, bensì <strong>dell</strong>a<br />

madre del re Salomone. Come risultato di ciò<br />

l'iscrizione venne cambiata con un versetto<br />

del Corano e la costruzione stessa venne conosciuta<br />

in seguito come "Qabr-e Madar-e Sulaiman",<br />

cioè la tomba <strong>dell</strong>a madre di Salomone,<br />

nome ampiamente diffuso ancor oggi.

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