Leggi gratis un estratto - Cronache dei Campi Elisi

Cammino di nuovo verso la spaccatura nella roccia e
velocemente entro nello stretto budello di pietra, tanto basso da
obbligarmi a curvare la schiena. Dopo qualche metro raccolgo
la torcia che ho lasciato infilata nel vecchio anello di ferro
appeso alla parete, è ancora tiepida. La riaccendo e scendo
ancora, sempre più in basso.
Dopo quasi un’ora di cammino in quel dedalo raggiungo la
grotta sotterranea, simile a una grande bocca di pietra
costellata da denti aguzzi. Ignoro le sentinelle e attraverso il
piccolo gruppo di casupole abitate dai miei seguaci, che vedo
immersi nei loro studi.
La mia dimora è poche centinaia di metri, due semplici
ambienti scavati nella parete della cavità.
All’ingresso della prima stanza trovo il mio servitore in
solerte attesa, come sempre. Gli consegno la torcia e accedo al
locale successivo, il mio Santuario: nere le pareti, rosso
porpora il pentacolo sul pavimento. I libri che studiavo fino a
poche ore fa sono ancora sparsi tutto intorno.
Mi siedo allo scrittoio e metto in moto gli eventi: una banale
lettera, poche righe per uno dei miei servi più devoti. La
rileggo e poi la chiudo. Usando le cera di una delle tante
candele che illuminano la stanza appongo il mio sigillo: una
rosa a cui stanno cadendo tre petali.
Questo simbolo tornerà grande, ripeto a me stesso.
Consegno la missiva al mio schiavo e mi rilasso,
soddisfatto. Adesso non mi resta che attendere.
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