Leggi gratis un estratto - Cronache dei Campi Elisi

stessa del maggiordomo, il suo archetipo più puro. Anziano, ma
lucido e senza acciacchi evidenti. Alto, magro, dall’aspetto
discreto, lo potresti pensare parte della casa.
«Albert, è un piacere rivederla», lo saluto entrando.
«Grazie, Georg. Entra, la signorina Tyler ne avrà ancora per
qualche minuto.»
Ubbidiente, entro nell’appartamento. Occupa due piani,
questo e la mansarda qui sopra. Il soggiorno è come lo ricordo,
caldo e accogliente. Un grande divano che mescola colori
brillanti a intrecci damascati e mobili di legno scuro. Un
tappeto completa quell’angolo di quiete con i suoi toni rossicci.
«Siediti pure. Ti porto qualcosa?», chiede lui compito.
Il maggiordomo perfetto, sempre.
«No, grazie, Albert... Credo che partiremo subito. Christine
le ha accennato...?»
«Sì, e sono molto dispiaciuto per quanto ti è successo. Non
preoccuparti, comunque, credo che ti escluderanno entro pochi
giorni dai sospettati», replica sorridendo.
«Vorrei essere ottimista come lei, Albert...»
«Io non sono ottimista, caro ragazzo... Sono troppo
vecchio!», risponde. «In realtà, già il fatto che ti abbiano
chiesto di andare a Melk per aiutarli è una prova che non
sospettano di te.»
«Lei dice? e perché?»
«Perché potresti approfittare della tua presenza sul luogo del
delitto per inquinare eventuali prove contro di te», interviene
Christine entrando nella stanza.
Mi alzo, ammirato. La gonna bianca le oscilla leggera
attorno alle gambe, come mossa da una lieve brezza. Si ferma
per un istante davanti al grande specchio posto accanto alla
porta, osservandosi con attenzione. Poi gli occhi viola si
posano su di me, attenti.
41