Leggi gratis un estratto - Cronache dei Campi Elisi

«Sì, certo, ma non è la stessa cosa! Albert non era sempre
con me, non sa tutto quello che ho fatto, detto o pensato in
quegli anni!»
Gli occhi le si velano di tristezza, e mi pento di aver tirato
fuori l’argomento.
«Senti, Christine, scusami...», esordisco.
«Lascia stare, non è certo colpa tua. Piuttosto, cosa devi
fare, esattamente, a Melk? Trovo strano che ti abbiano chiesto
di tornare... Sapranno anche loro se è stato rubato qualcosa,
no?»
«In effetti mi sono stupito anch’io, ma a quanto ho capito
sono in difficoltà nel capire se e cosa sia stato trafugato.
Vedremo quando arriveremo a destinazione.»
Lei annuisce, e per qualche minuto si concentra sulla strada.
Siamo quasi fuori da Vienna, ormai. Poi, un impulso
improvviso: raccontarle dello strano libro che ho trovato ieri.
Ho l’impressione che parlargliene sia la cosa giusta.
«Senti, mi daresti un parere?»
«Certo!»
«Vedi, ieri ho trovato uno strano libro. Autore e origine sono
ignoti; è del Seicento, ritengo, in base ai rituali e alle profezie
che vi ho letto.»
«Un volume di profezie?»
«Vaticini ottenuti dai morti. Defunti che sono nati e morti
nel futuro, non è strano? Non avevo mai letto prima di questo
modo di divinare.»
«In effetti è strano... Ricorda un po’ la negromanzia dell’Età
Classica!»
«Già, e non è finita: nel testo ho anche letto di una sorta di
invito a cercare la Conoscenza.»
Le ripeto i versi che mi turbano, lo sento, più del normale.
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