Leggi gratis un estratto - Cronache dei Campi Elisi

Mi torna in mente, vivido, il ricordo della conversazione di
ieri sera con Christine, oggi doveva andare a Sankt Polten.
Non è lontano da Melk e potrei chiedere a lei!
La chiamo al cellulare ma mentre compongo il numero il
coraggio inizia a venirmi meno. E se la disturbassi? Siamo
amici, è vero, ma...
«Georg!», mi risponde lei allegra. «Cosa fai già in piedi?
Ieri sera dicevi che avresti lavorato fino a tardi, ti immaginavo
ancora tra le braccia di Morfeo!»
«Ciao, Christine! Ecco, senti... Ho un problema, mi serve
una mano. Mi spiace disturbarti, ma...»
«Non provarci neppure a scusarti», mi interrompe lei. «Se
riterrò la cosa troppo onerosa sarai in grave debito verso di
me.»
Poi la sento parlare con qualcuno in sottofondo.
«Scusami, Georg, ho tranquillizzato Albert. Allora... Cosa ti
è successo?»
Le racconto i fatti della mattinata: cerco di farlo con calma,
ma le parole mi sgorgano dalla gola come una neonata sorgente
che si fa spazio tra le crepe della roccia. Alla fine arrivo al
punto:
«Mi hanno chiesto di andare a Melk ma sono appiedato.
Greta ha preso l’auto e non sapevo a chi chiedere una mano.
Poi mi è venuto in mente quello che mi hai detto ieri sera, della
tua gita fuori porta. Senti», mi interrompo imbarazzato, «potrei
venire con te? Mi spiace rovinarti la giornata, ma...»
Rimango in attesa. E se mi dicesse di no? E se si offendesse
per la mia sfacciataggine? E se...
«Certo che ti accompagno! Sankt Polten non scappa di
certo! Soltanto una cosa però...»
«Tutto quello che vuoi! E... Grazie!»
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