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Verso l'unità della Chiesa in Svizzera - Conferenza dei vescovi ...

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proprio ambito costituendo Commissioni per l’ecumenismo, che già esistono <strong>in</strong> molte<br />

Chiese. La <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> svizzeri non soltanto sosteneva la formazione di<br />

Commissioni di dialogo, ma nom<strong>in</strong>ava, <strong>in</strong>oltre, la “Commissione cattolica per questioni<br />

ecumeniche” la quale, già nel 1966, sollecitò ad assumere responsabilità ecumenica 25 .<br />

Questa commissione però, rimasta attiva, <strong>in</strong> verità, non per lungo tempo, fu sostituita<br />

dalla Commissione per l’ecumenismo costituita nel 1979. Essa elaborò una “riflessione<br />

di fondo a ridosso <strong>della</strong> visita del papa <strong>in</strong> <strong>Svizzera</strong>”, che presentò alla <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>vescovi</strong> nel maggio 1983 con il titolo “La <strong>Chiesa</strong> cattolico-romana <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong> nel<br />

movimento ecumenico”.<br />

Dal 23 settembre 1972 al 30 novembre 1975 si riunì il S<strong>in</strong>odo ‘72. Questo<br />

term<strong>in</strong>e “S<strong>in</strong>odo 72” significa l’<strong>in</strong>sieme di tutti i s<strong>in</strong>odi diocesani i quali <strong>in</strong>tendevano<br />

applicare il Concilio Vaticano Secondo alla situazione specifica <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong>. I s<strong>in</strong>odi<br />

diocesani furono preparati <strong>in</strong> comune, ma svolti <strong>in</strong> ogni diocesi <strong>in</strong>dividualmente. In<br />

merito a questioni che riguardavano tutta la <strong>Svizzera</strong> si cercavano soluzioni comuni<br />

con il risultato che l’una o l’altra decisione poteva entrare <strong>in</strong> vigore <strong>in</strong> ciascuna delle<br />

diocesi svizzere. Si discutevano non soltanto argomenti isolati ma anche la vita <strong>della</strong><br />

<strong>Chiesa</strong> nel suo <strong>in</strong>sieme. Grazie al contributo da parte di osservatori non cattolici si<br />

prendevano pure <strong>in</strong> considerazione punti di vista di altre Chiese, pers<strong>in</strong>o quando si<br />

discutevano argomenti che non erano immediatamente di carattere ecumenico. Le<br />

riflessioni sulla missione ecumenica stessa <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> prendevano un largo spazio.<br />

Delicati erano i temi “gruppi spontanei” e “ospitalità eucaristica”. I “gruppi spontanei”<br />

erano conosciuti soprattutto nella <strong>Svizzera</strong> francese. Un gruppo ecumenico a Losanna<br />

chiamatosi “paroisse oecuménique des jeunes” trovò accettazione ma sollevò pure<br />

critiche per le liturgie eucaristiche celebrate simultaneamente nello stesso luogo<br />

(“eucharisties simultanées”). Si temeva, tra l’altro, che si potesse dar orig<strong>in</strong>e, così, ad<br />

una terza confessione. I s<strong>in</strong>odi diocesani non ignoravano questo pericolo, ma d’altra<br />

parte vedevano anche le possibilità che gruppi spontanei potessero contribuire al<br />

processo ecumenico 26 .<br />

Si durava fatica a giungere ad una decisione sull’ospitalità eucaristica, ed anche<br />

la storia <strong>della</strong> sua applicazione non era priva di contrasti. Nel periodo successivo al<br />

S<strong>in</strong>odo ‘72, si sviluppò una prassi che oltrepassava ovviamente i limiti <strong>della</strong> decisione<br />

s<strong>in</strong>odale. Ecco il testo approvato <strong>in</strong> tutte le diocesi <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong> dal 1° al 2 marzo<br />

1975: “Nel caso che un cattolico si trovi <strong>in</strong> una situazione eccezionale e, dopo aver<br />

esam<strong>in</strong>ato tutti i motivi, giunga alla conv<strong>in</strong>zione che egli sia autorizzato secondo la<br />

sua coscienza a ricevere la Santa Cena, non si deve necessariamente considerarlo<br />

un’apostasia benché una partecipazione comunitaria all’Eucaristia rimane problematica<br />

f<strong>in</strong>ché persista la separazione delle Chiese. … Inoltre un cattolico non deve prendersi<br />

la responsabilità di una tale decisione quando rischia di cadere <strong>in</strong> un errore di fede. Lo<br />

stesso vale per il caso che si alieni dalla propria <strong>Chiesa</strong> per motivo di questa decisione<br />

o che provochi <strong>in</strong>differenza religiosa oppure sia causa di scandalo presso gli altri<br />

fedeli. … Nei matrimoni misti dovranno soprattutto i genitori provvedere riguardo ai<br />

propri figli”. 27<br />

Liturgie ecumeniche<br />

Durante l’assemblea ord<strong>in</strong>aria del 2-4 giugno 1986, la <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong><br />

svizzeri approvò un’Ammonizione <strong>in</strong>titolata “L’ospitalità eucaristica”. Secondo questo<br />

documento, il testo s<strong>in</strong>odale (sopra citato) non proibiva ad un cattolico di ricevere la<br />

Santa Cena di rito evangelico ma voleva evitare soltanto “un giudizio irrevocabile sulla<br />

25 „Katholische Kommission für ökumenische Fragen“, SKZ 134 (1966), pag. 664s.<br />

26 I risultati di tutti i S<strong>in</strong>odi diocesani sono raccolti <strong>in</strong>: Raymond Bréchet et Daniel von Allmen, Notre vocation<br />

oeucuménique (Synode 72 présenté et commenté par…,n° 2), Friburgo 1975.<br />

27 Secondo il testo pubblicato dalla diocesi di Basilea, n. 12.3.13 e 15.<br />

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