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Verso l'unità della Chiesa in Svizzera - Conferenza dei vescovi ...

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Ecumenismo oggi e domani<br />

Dopo l’euforia il realismo<br />

Nel 1989 si festeggiò sul piazzale <strong>della</strong> cattedrale di Basilea la conclusione <strong>della</strong><br />

prima Assemblea ecumenica europea, dal tema “Pace nella giustizia per tutto il<br />

creato”. Un ecumenismo nato dall’esperienza <strong>in</strong>dividuale. L’Europa si trovava d<strong>in</strong>anzi a<br />

grandi cambiamenti e nella cospicua presenza di credenti provenienti dalla Repubblica<br />

democratica tedesca si faceva sentire una forza di trasformazione. Infatti nel<br />

novembre 1989 cadde il muro di Berl<strong>in</strong>o. Una nuova era, caratterizzata da <strong>in</strong>contri tra<br />

est ed ovest, poteva com<strong>in</strong>ciare. L’ecumenismo era <strong>in</strong> un momento favorevole grazie<br />

alle possibilità politiche: “Giustizia e pace si baceranno” (Salmo 85, 11). Davvero?<br />

I temi discussi e celebrati a Basilea cont<strong>in</strong>uavano a vivere <strong>in</strong> parecchie <strong>in</strong>iziative<br />

sia sul piano locale che <strong>in</strong>ternazionale. Però l’euforia per la libertà riconquistata, come<br />

si era manifestata a Basilea nel 1989, cedette al realismo. La trasformazione<br />

democratica <strong>della</strong> società viene ostacolata da un nazionalismo diffuso; i presagi di un<br />

nuovo benessere per pochi non possono far tacere le voci che pretendono un ord<strong>in</strong>e<br />

economico giusto, visto che lo iato tra ricchi e poveri era diventato più profondo pure<br />

<strong>in</strong> Europa. L’ecumenista Ernst Lange, morto nel 1974, parlava di tre grandi croci che<br />

l’ecumenismo e soprattutto il Consiglio Ecumenico delle Chiese (ÖRK) avrebbero<br />

dovuto portare:<br />

- la croce <strong>della</strong> crescente lacuna di affidabilità, quando il consenso che dovrebbe<br />

essere conv<strong>in</strong>cente rimane soltanto un consenso riguardo alle parole, senza<br />

spronare la pratica,<br />

- la croce <strong>della</strong> duplice impotenza delle Chiese, perché il Consiglio Ecumenico non<br />

è <strong>in</strong> grado obbligare le Chiese membro ad agire, essendo queste ultime legate,<br />

per le loro strutture, alla particolarità di ogni <strong>Chiesa</strong> locale,<br />

- la croce del fatto che l’ecumenismo si svolga lontano dalla base delle comunità<br />

locali e che una trasformazione nella praxis pietatis di ogni giorno sia difficile da<br />

realizzarsi.<br />

L’atteggiamento <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> cattolica<br />

Qual è l’atteggiamento pr<strong>in</strong>cipale con cui la <strong>Chiesa</strong> cattolica partecipa oggi a<br />

questa evoluzione? Come vuole mantenere gli impegni che aveva assunto<br />

irreversibilmente <strong>in</strong> occasione del Vaticano II° per <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>arsi sulla via<br />

dell’ecumenismo? L’ecumenismo è sempre un atto mediante il quale le Chiese<br />

obbligano sé stesse con il f<strong>in</strong>e dell’unità visibile. L’ecumenismo è pure l’atto<br />

dell’espropriarsi, a patto che le Chiese siano disposte a scoprire reciprocamente le<br />

proprie ricchezze per imparare a conoscere ed a vivere ciò che hanno <strong>in</strong> proprio. Ma<br />

appunto da questo, per la <strong>Chiesa</strong> cattolica, risulta una tensione, per il fatto che essa<br />

fonda la propria identità sul mistero dell’unica <strong>Chiesa</strong> di Gesù Cristo da vivere nella<br />

comunione con i battezzati i quali confessano lo stesso credo e celebrano gli stessi<br />

sacramenti, sottostando alla guida <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> ed <strong>in</strong> comunione con il successore di<br />

Pietro, assieme a tutte le diverse Chiese particolari legate l’una all’altra. Tuttavia non<br />

tutte le comunità cristiane condividono questa identità <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> e questa visione<br />

del f<strong>in</strong>e del movimento ecumenico.<br />

Non più che un filo di speranza per l’ecumenismo.<br />

Come noto il Vaticano II°, nella Costituzione dogmatica sulla <strong>Chiesa</strong> “Lumen<br />

gentium”, voleva evitare una completa identificazione <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> cattolica con la<br />

futura natura dell’unica <strong>Chiesa</strong> che tutte le Chiese stanno attendendo. Infatti si<br />

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