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Verso l'unità della Chiesa in Svizzera - Conferenza dei vescovi ...

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(“Mite<strong>in</strong>ander <strong>in</strong> die Zukunft”). Già nel 1994 ne furono sviluppate le prime l<strong>in</strong>ee nel<br />

corso di una riunione <strong>della</strong> <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> con la Commissione nazionale<br />

Justitia et Pax (che festeggiava allora il suo 25esimo anniversario). Nell’anno<br />

successivo la Commissione, <strong>in</strong>sieme con altre organizzazioni associate, organizzò<br />

un’<strong>in</strong>chiesta per valutare la possibilità di un processo consultativo sulle questioni<br />

sociali. Ne scaturì la necessità di sviluppare tale progetto <strong>in</strong> forma ecumenica e<br />

mediante una procedere graduale.<br />

L’Istituto di Etica sociale <strong>della</strong> Federazione delle Chiese protestanti <strong>della</strong><br />

<strong>Svizzera</strong> fu <strong>in</strong>vitato a partecipare ai lavori preparatori. Nel settembre 1997 la<br />

<strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> e il Consiglio <strong>della</strong> Federazione delle Chiese protestanti<br />

decisero di organizzare una Consultazione ecumenica su questioni sociali ed<br />

economiche che sarebbe durata due anni. Si voleva <strong>in</strong>vitare a parteciparvi tutta la<br />

popolazione. Base per le discussioni era la pubblicazione “Quale avvenire<br />

desideriamo?” (“Welche Zukunft wollen wir?”). Questo vademecum per le discussioni<br />

si fondava su una teologia e su un’opzione di Regno di Dio e vi affiorava una teologia<br />

empirica di carattere obbligante (commitment), caratteristica che sollevò forti<br />

obiezioni. S<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e del mese di ottobre 1999, data di conclusione ufficiale <strong>della</strong><br />

procedura di consultazione, vennero <strong>in</strong>oltrate 1'047 petizioni, di cui tre qu<strong>in</strong>ti<br />

elaborate da gruppi.<br />

Il 1° settembre 2001 si concluse a Berna con una celebrazione solenne nella<br />

chiesa Offene Heiliggeistkirche la Consultazione ecumenica sull’avvenire sociale ed<br />

economico <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong>. In un quadro all’altezza dell’avvenimento, <strong>in</strong>terlocutrici ed<br />

<strong>in</strong>terlocutori provenienti da politica, economia e società civile accolsero la “Voce delle<br />

Chiese” (“Das Wort der Kirchen”) “Insieme verso l’avvenire” (“Mite<strong>in</strong>ander <strong>in</strong> die<br />

Zukunft”) ed espressero la propria approvazione. Qu<strong>in</strong>dici giorni più tardi, <strong>in</strong> occasione<br />

<strong>della</strong> Festa federale di r<strong>in</strong>graziamento, penitenza e preghiera, la Voce delle Chiese fu<br />

ripresa come filo rosso delle celebrazione <strong>in</strong> numerose parrocchie cattoliche e<br />

comunità evangeliche. Inoltre la <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> e la Federazione delle Chiese<br />

protestanti emanarono una Lettera pastorale ecumenica per il Digiuno federale rivolta<br />

a tutti gli abitanti del Paese e con lo scopo di dare “coraggio per <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>arsi”.<br />

Insieme e separati<br />

Non soltanto il fatto che le Chiese e le comunità cristiane <strong>in</strong> <strong>Svizzera</strong> dessero il<br />

loro contributo all’esposizione nazionale 2002 ma anche come lo realizzarono, era<br />

orientato al futuro. La loro presenza dal titolo “Un ange passe” sull’arteplage di Morat,<br />

come anche le giornate dedicate a diverse tematiche furono concepite e realizzate<br />

dall’associazione ESE.02. Fondata nel dicembre 1996, ne facevano parte 14 Chiese ed<br />

associazioni cristiane.<br />

Un altro progetto importante, il “progetto millenario” dal titolo “Perle <strong>della</strong><br />

speranza”, ideato dalla Comunità di lavoro delle Chiese cristiane <strong>in</strong> <strong>Svizzera</strong>, non poté<br />

<strong>in</strong>vece realizzarsi per problemi strutturali e f<strong>in</strong>anziari.<br />

Un ulteriore progetto, cui aveva dato <strong>in</strong>izio la Comunità di lavoro delle Chiese<br />

cristiane, si tramutò <strong>in</strong> un gruppo di lavoro legato alla <strong>Conferenza</strong> <strong>dei</strong> <strong>vescovi</strong> e alla<br />

Federazione delle Chiese protestanti: il gruppo di lavoro ecumenico “Nuovi movimenti<br />

religiosi <strong>in</strong> <strong>Svizzera</strong>” (NMR).<br />

Oltre agli importanti accordi che si sono verificati nel corso delle Consultazioni e<br />

<strong>della</strong> rappresentazione presso la Expo.02, gli anni successivi al 1995 furono<br />

caratterizzati dalla ricerca di chiarire e consolidare la propria identità confessionale.<br />

Così il Consiglio <strong>della</strong> Federazione delle Chiese protestanti <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong> approvò nel<br />

1995 il documento di base “L<strong>in</strong>ee fondamentali dell’attività ecumenica da parte <strong>della</strong><br />

Federazione delle Chiese protestanti <strong>della</strong> <strong>Svizzera</strong>” (Grundl<strong>in</strong>ien ökumenischen<br />

Handelns im Schweizerischen Evangelischen Kirchenbund”), che nota non soltanto<br />

come l’ecumenismo abbia condotto a risultati positivi, ma constata anche nuove<br />

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