Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo
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30/12/07<br />
Informatio<br />
allora, perciò, provinciale fu eletto un padre di partito liberale che<br />
politicamente avea passate delle vicende. Fu costui il M. R. P.<br />
Antonino Arrigo da Partinico che noi tutti abbiamo conosciuto ed<br />
ammirato da vecchio, serio e venerando. Non ostante le sue idee, fu<br />
l'uomo che ci voleva allora, l'uomo veramente provvidenziale; perché,<br />
dotato di testa e impegno, pieno di gioventù e energia, nel suo<br />
triennio, resse <strong>la</strong> provincia come un orologio; e i frati, durante il<br />
governo di lui, o per timore o per amore, fi<strong>la</strong>rono diritti e<br />
imperturbati.<br />
Con il 7 luglio 1866 l’abolizione degli ordini…<br />
La descrizione del<strong>la</strong> situazione siciliana <strong>è</strong> affidata a mons. Ba<strong>la</strong>n:<br />
«L'iso<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Sicilia, non era per verità molto fortunata nel suo clero<br />
che, dissipato, ribelle, pieno di male inclinazioni erasi in parte<br />
mostrato; più che al<strong>la</strong> Chiesa al<strong>la</strong> politica badando e pazzamente<br />
ponendosi col Garibaldi, coi ribelli, coi liberali, né agli ammonimenti<br />
di Roma facilmente acconciandosi. Ottimi, dotti e veri ecclesiastici<br />
non mancavano…[…]<br />
Camillo Pagano, siciliano, autore liberale, moderato in politica e<br />
non molto cattolico in religione, nei suoi "Sette giorni d'insurrezione a<br />
Palermo", scrive: […] <strong>la</strong> massa enorme dei beni di manomorta 5 e<br />
delle corporazioni religiose… rispondeva quasi intieramente alle<br />
misere condizioni economiche del paese, con un centro vitale da cui<br />
traevano sussistenza migliaia di famiglie. I nuovi governanti nel<strong>la</strong><br />
smania di distruggere, nell'avversione al<strong>la</strong> Chiesa, non vollero curarsi<br />
di questo; <strong>la</strong> legge che aboliva gli ordini religiosi e che i loro beni<br />
dava allo Stato, fu fatta anche per <strong>la</strong> Sicilia; e così nell'Iso<strong>la</strong> migliaia<br />
di famiglie restavano senza modi di vivere. […] tolte quindi di uffizio<br />
molte persone rimaste senza posto e senza pane; cresciuti di assai i<br />
pesi e le imposte; provata, coi fatti, sistematicamente astiosa<br />
opposizione al clero ed alle corporazioni religiose, parve voler<br />
suscitare avversioni ed ire, che veramente da ogni parte sorsero. […]<br />
Segni premonitori di rivolta…<br />
[…] La Sicilia sotto sotto ribolliva. Già nel 1863 eransi monstrati i<br />
primi segni di tumulti; poi nel gennaio 1865 il popolo adiravasi contro<br />
una radunanza di liberali che, nel pa<strong>la</strong>zzo dell'università di Palermo,<br />
eransi accordati a chiedere al governo l'abolizione degli ordini<br />
religiosi. «Questo, dice Pagano, commoveva profondamente i nove<br />
decimi del popolo siciliano e non tanto per spirito di religione, quanto<br />
per ragioni economiche». Appena, con radunare molte milizie, poté<br />
impedirsi che <strong>la</strong> notte del 22 maggio 1865 accadesse qualche<br />
rivolgimento a Palermo.<br />
Municipio e sindaci, poco politici e meno religiosi, aggiungevano<br />
5 Con il termine manomorta si indicano i beni ecclesiastici in quanto non trasferibili (non<br />
alienabili né usucapibili)<br />
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