Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo
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30/12/07<br />
Informatio<br />
momento del conflitto, credo che vi fosse grave equivoco sul proposito<br />
perché oltre che <strong>la</strong> <strong>mia</strong> età, compié già l'ottantesimo anno, ed <strong>è</strong><br />
gravemente affiaccata in salute, certamente essendo il pa<strong>la</strong>zzo<br />
arcivescovile, per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dell'ordine, occupato dalle truppe reali,<br />
appena che io mi fossi affacciato, sarei stato ricevuto, come un altro<br />
<strong>mio</strong> predecessore, a colpi di archibugio e senz'alcun utile effetto. In<br />
quei momenti terribili, ciò che mi era lecito di fare si era di accogliere<br />
con ogni ospitalità le truppe che si erano stanziate nel <strong>mio</strong> pa<strong>la</strong>zzo; e<br />
son fiducioso che coloro che vennero da me non ebbero ragione a<br />
rimaner scontenti di cosa.<br />
Io ho salda coscienza che il governo e il paese, giudicando di me,<br />
non mi riverseranno neppure una bricio<strong>la</strong> degli eccessi perpetrati e<br />
del versato sangue cittadino che sono da imputarsi a chi <strong>è</strong><br />
contemporaneamente nemico al<strong>la</strong> religione, al governo del re, al<strong>la</strong><br />
proprietà, e che oggi, per discaricarsi del<strong>la</strong> grave responsabilità che<br />
pesa su di loro, tentano di rovesciar<strong>la</strong> su di altri.<br />
In ogni evento, siccome nei precetti del vangelo vi ha di essere<br />
ossequioso ai governi costituiti, io dal <strong>mio</strong> canto non potrei permettere<br />
che, nell'esercizio dei suoi doveri, il clero potesse ribel<strong>la</strong>rsi a questo<br />
precetto; e quindi, se el<strong>la</strong> avesse qualche cosa con ispecialità da<br />
imputare contro alcuno che si appartenesse al clero seco<strong>la</strong>re, io son<br />
pronto a sottoporlo a quelle misure di rigore che sono nei miei poteri<br />
di attuare.<br />
L'Arcivescovo Giambattista Naselli».<br />
Così il degno Pastore rispondeva, com'era giusto, al generale<br />
Cadorna che andava cercando i veri responsabili di quel<strong>la</strong> rivoluzione<br />
e non sapea o non volea trovarli, riversando il suo sdegno contro i<br />
frati, i preti, e le monache.<br />
La paro<strong>la</strong> al liberalissimo Anelli…<br />
«Chi fossero stati i veri capi di quel<strong>la</strong> ribellione ed a sommossa di<br />
chi si facesse, niuno sa; ma generalmente <strong>la</strong> malvagità <strong>è</strong> consigliera a<br />
se stessa, e l'ardimento dà i capi alle rivolte».<br />
Cadorna solo credulone?…<br />
Ma altre menzogne e persino cose impossibili furon fatte credere a<br />
Cadorna il quale, senza discernimento e senza averne prima le prove,<br />
le scrisse subito a Firenze, narrando di processioni che non erano mai<br />
state fatte, di carne umana venduta, del<strong>la</strong> quale egli od altri si sognò;<br />
disse "che quasi tutti i conventi e monasteri furono ricettacolo" dei<br />
ribelli, ed il Pagano stesso assicura che questo <strong>è</strong> falso. Narrò che i<br />
Benedettini "furono visti dal pa<strong>la</strong>zzo reale a tirare" e il luogo e <strong>la</strong><br />
distanza mostrano impossibile tale asserzione; narrò di crudeltà non<br />
avvenute mai. Disse: al Parco "fu fatta strage orrenda sui carabinieri<br />
e sugli impiegati", e colà restarono uccise invece tre sole persone;<br />
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