Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo
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30/12/07<br />
Informatio<br />
P. Angelico invece, uomo di Dio che santamente aveva onorato<br />
l'abito cappuccino e di cui non voleva essere spogliato al<strong>la</strong> <strong>fine</strong> dei suoi<br />
giorni, resistette alle diverse e ripetute vessazioni di p. Ammatuna.<br />
Chiedeva so<strong>la</strong>mente il permesso di abitare presso le due sorelle<br />
Da<strong>mia</strong>na e Teresa, entrambi nubili, le quali lo avevano accudito<br />
durante gli anni più ottusi e crudeli del<strong>la</strong> soppressione. Perciò egli<br />
chiedeva il permesso di abitare fuori convento per motivi gravissimi di<br />
salute.<br />
Sul tema <strong>è</strong> da ricordare <strong>la</strong> perorazione fatta in favore del p. Angelico<br />
dal benemerito Servo di Dio Mons. Augusto Intreccia<strong>la</strong>gli nel<strong>la</strong> sua<br />
veste di Amministratore Apostolico di Caltanissetta.<br />
In seguito a tale intervento, su decreto di autorizzazione del<strong>la</strong> Santa<br />
Sede di inizio 1914, p. Angelico pot<strong>è</strong> restare presso le sorelle.<br />
Tant’<strong>è</strong> che viene spontaneo tornare a domandarci quale reato avesse<br />
commesso p. Angelico nel chiedere ai suoi Superiori e per essi al<strong>la</strong><br />
Santa Sede il permesso di farsi servire dalle sorelle; e, tanto più, quale<br />
senso avesse l’insistenza di p. Ammatuna tesa ad estromettere<br />
dall’Ordine dei Cappuccini il vecchio frate che pure aveva, da tempo,<br />
portato il "peso del<strong>la</strong> giornata e del caldo" (pondus diei et aestus).<br />
g)caritas in Deum h)caritas in proximum<br />
Se <strong>la</strong> posizione del p. Ammatuna fosse prevalsa, sarebbe stata<br />
consumata una forma di ingiustizia verso un confratello più anziano,<br />
instancabile <strong>la</strong>voratore, vero francescano piantato dal<strong>la</strong> Divina<br />
provvidenza in Caltanissetta, città dello zolfo ma anche delle catastrofi<br />
minerarie con centinaia di morti, di lutti, di orfani verso i quali p.<br />
Ammatuna non aveva certamente il tempo di rivolgere un pensiero.<br />
C'era umilmente, silenziosamente, francescanamente p. Angelico. <strong>Il</strong><br />
quale, nei confronti dell’aguzzino, poteva ripetere con lettera del 14<br />
aprile 1914 al p. Provinciale:<br />
Io l'ho rispettato ed ossequiato ed in nul<strong>la</strong> mi morde <strong>la</strong> coscienza.<br />
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