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Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo

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30/12/07<br />

Informatio<br />

Santo Padre Leone XIII e dal Sovrano, da ogni angolo d'Italia<br />

arrivavano aiuti e soccorsi.<br />

<strong>Il</strong> Card. Celesia a F. Crispi<br />

Francesco Crispi, allora semplice deputato in città, s'era <strong>la</strong>mentato<br />

dell'assistenza del clero palermitano. N'ebbe <strong>la</strong> famosa risposta dal<br />

Card. Celesia che, telegraficamente, lo invitava a dargli puntamento<br />

al letto dei colerosi. Ma Crispi non accettava simili inviti.<br />

[…] il colera, diminuendo in città, s'al<strong>la</strong>rgò nelle campagne e nelle<br />

borgate. Cessò nel dicembre, dopo aver mietuto complessivamente<br />

2710 vittime. Anche i pochi Cappuccini che c'erano allora in Palermo<br />

apprestarono l'opera loro ai colerosi per cui dall'E.mo Arcivescovo<br />

ricevettero parole d'enco<strong>mio</strong>. II Cardinale scrisse loro così:<br />

L’enco<strong>mio</strong> ed i ringraziamenti del Cardinale ai pp.Cappuccini<br />

Palermo 10 Novembre 1885.<br />

Ora che il morbo asiatico mostra di volgere al suo termine, sento il<br />

dovere di manifestare al<strong>la</strong> S.V.Rev.ma <strong>la</strong> <strong>mia</strong> soddisfazione per l'opera<br />

prestata da cotesti buoni religiosi Cappuccini. I benemeriti padri nel<strong>la</strong><br />

epide<strong>mia</strong> che afflisse <strong>la</strong> nostra città e sobborghi, sono rimasti al<br />

proprio posto per esercitare il sacro ministero al<strong>la</strong> salute delle anime,<br />

chi per debito di giustizia, chi per sentimento di carità.<br />

Ed io, nel darvi il più sentito enco<strong>mio</strong>, non posso passar sotto<br />

silenzio il Rev. P. Giro<strong>la</strong>mo da Caltanissetta che, spontaneamente,<br />

s'offrì ed assisté con indefesse cure, con zelo ed abnegazione, di<br />

giorno e di notte, nell'Ospedale militare al<strong>la</strong> Guadagna.<br />

Merita anche sentita lode e ringraziamento il Rev. P. Antonio<br />

Gaudino da Militello il quale, sin da <strong>principio</strong> dell'epide<strong>mia</strong>, si<br />

ascrisse al Comitato degli Ecclesiastici in S. Matteo ed assisté i<br />

colerosi del<strong>la</strong> Città, di giorno e di notte, con singo<strong>la</strong>re pietà ed<br />

abnegazione, e poi si portò a prestare gli uffici del sacro Ministero<br />

nelle due contrade di Boccadifalco e Settecannoli, tanto funestate dal<br />

morbo asiatico.<br />

<strong>Nel</strong> manifestare al<strong>la</strong> S.V. i sentimenti dell’animo <strong>mio</strong> grato per<br />

l'opera caritatevole apprestata dal suo Ordine religioso il quale in<br />

questa circostanza non ismentì i meriti di riconoscenza ottenuti nel<strong>la</strong><br />

Storia per simili contingenze dolorose, prego il Signore perché voglia<br />

rinumerare con le sue elette benedizioni quanti pietosamente hanno<br />

messo <strong>la</strong> loro opera in vantaggio dei poveri travagliati dal micidiale<br />

morbo.<br />

La benedico nel Signore.<br />

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