Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo
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30/12/07<br />
Informatio<br />
servire". È chiara e salva <strong>la</strong> intenzione di S. Francesco che i frati,<br />
qualunque fosse l'attività che svolgevano o di <strong>la</strong>voro manuale o studio<br />
e <strong>la</strong>voro intellettuale, coltivassero innanzitutto <strong>la</strong> preghiera e <strong>la</strong><br />
meditazione personale. Pertanto l'affermazione che Francesco fosse<br />
nemico dei libri e dello studio <strong>è</strong> falsa. La presenza poi di tanti santi<br />
studiosi e oranti nell'ordine, ci fa capire che le intenzioni del santo<br />
fondatore non furono mai tradite.<br />
E poi Antonio da Padova…e Bonaventura…<br />
Primo tra tutti, santo e studioso, <strong>è</strong> precisamente Antonio di Padova,<br />
dottore di Santa Romana Chiesa oltre che maestro dell'Ordine<br />
nell'insegnamento del<strong>la</strong> Scrittura e del<strong>la</strong> Teologia.<br />
<strong>Nel</strong> medesimo secolo in cui prorompe per le piazze d'Italia e Francia<br />
<strong>la</strong> voce di Antonio, da Parigi, precisamente dal<strong>la</strong> Sorbona, ci <strong>è</strong> dato di<br />
ascoltare <strong>la</strong> voce di Bonaventura da Bagnoreggio, anche egli santo,<br />
dottore e maestro nel<strong>la</strong> celebre facoltà europea.<br />
…e il beato Duns Scoto<br />
Non possiamo tacere inoltre del beato Duns Scoto, doctor subtilis:<br />
tutti questi certamente non scelsero <strong>la</strong> via del romitorio, ma si<br />
avviarono giornalmente alle aule sco<strong>la</strong>stiche universitarie, lodarono<br />
Dio, inneggiarono al<strong>la</strong> sua bontà e misericordia come tanti altri<br />
fraticelli facevano con <strong>la</strong> vanga in mano negli orti sparsi in tutta Italia.<br />
Questo gruppo di Frati letterati, teologi, maestri del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio,<br />
non esaurirono <strong>la</strong> sorgente francescana del<strong>la</strong> cultura delle scienze<br />
sacre che ha accompagnato tutta <strong>la</strong> storia francescana di qualunque<br />
denominazione.<br />
…poi il Quattrocento e Bernardino<br />
<strong>Il</strong> Quattrocento portò sulle piazze d'Italia e d'Europa uomini come<br />
Bernardino da Siena al quale non bastavano le piazze più grandi<br />
d'Italia per accogliere gli uditori che venivano per ascoltarlo e tutta<br />
una sequenza di santi frati ai quali il romitorio serviva da rifugio<br />
spirituale, da luogo di preghiera, di studio, di ammaestramento.<br />
Nacquero in queste fucine tanti santi fratelli che furono ambasciatori<br />
di Papi, di Principi, portatori di pace per le vie dell'Europa.<br />
Chi potrà negare a Bernardino da Feltre <strong>la</strong> santità (beato) e<br />
l'apertura sociale e <strong>la</strong> lungimiranza in favore dei poveri con i così detti<br />
Monti Di Pietà che batterono vigorosamente <strong>la</strong> usura?<br />
A Caltanissetta si ripropone il dilemma<br />
<strong>Il</strong> dilemma arrivò durante il periodo tristissimo del<strong>la</strong> soppressione<br />
degli ordini religiosi in Italia (27 luglio 1866), anche a Caltanissetta.<br />
Sul declinare del secolo decimonono il problema fu agitato, discusso,<br />
dibattuto: S. Francesco non ci ha voluti eremiti, ma frati nel popolo;<br />
non solitari nelle caverne o nei pagliai fatti di frasche. Ci ha voluti<br />
fratelli dei tribo<strong>la</strong>ti, dei sofferenti, dei lebbrosi; di tutti gli uomini che<br />
cercano Dio e lo possono trovare nel fratello francescano.<br />
A Caltanissetta, ancora una volta <strong>la</strong> storia dell'Ordine incrociava il<br />
dilemma: i Cappuccini nell'eremitaggio o in Convento di fraternità<br />
francescana?<br />
Si ebbero due posizioni o risposte contrastanti:<br />
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