Nel mio principio è la mia fine - Il Dialogo
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30/12/07<br />
Informatio<br />
procedere dal<strong>la</strong> bocca di santo Francesco, <strong>la</strong> quale era lunga insino al<br />
cielo e <strong>la</strong>rga insino al<strong>la</strong> stremità del mondo; ed era questo frate<br />
Silvestro di tanta divozione e di tanta santità che di ciò che chiedea a<br />
Dio e' impetrava ed era esaudito, e spesse volte par<strong>la</strong>va con Dio; e<br />
però santo Francesco avea in lui grande divozione.<br />
Andonne frate Masseo e, secondo il comandamento di santo<br />
Francesco, fece l'ambasciata prima a santa Chiara e poi a frate<br />
Silvestro. <strong>Il</strong> quale, ricevuta che l'ebbe, immantanente si gittò in<br />
orazione e orando ebbe <strong>la</strong> divina risposta e tornò a frate Masseo e<br />
disse così: «Questo dice Iddio che tu dica a frate Francesco che Iddio<br />
non l'ha chiamato in questo stato so<strong>la</strong>mente per sé, ma acciò che<br />
faccia frutto delle anime e molti per lui sieno salvati». Avuta questa<br />
risposta, frate Masseo tornò a santa Chiara a sapere quello ch'el<strong>la</strong><br />
aveva impetrato da Dio. Ed el<strong>la</strong> rispuose ch'el<strong>la</strong> e l'altre compagne<br />
aveano avuta da Dio quel<strong>la</strong> medesima risposta <strong>la</strong> quale avea avuta<br />
frate Silvestro.<br />
…che tu vada per lo mondo a predicare<br />
Con questo ritorna frate Masseo a santo Francesco e santo<br />
Francesco il riceve con grandissima carità <strong>la</strong>vandogli li piedi e<br />
apparecchiandogli desinare. E dopo 'l mangiare, santo Francesco<br />
chiamò frate Masseo nel<strong>la</strong> selva e quivi dinanzi a lui s'inginocchia e<br />
trassesi il cappuccio, facendo croce delle braccia e domandollo: «Che<br />
comanda ch'io faccia il <strong>mio</strong> Signore Gesù Cristo?» Risponde frate<br />
Masseo: «Sì a frate Silvestro e sì a suora Chiara colle suore, che<br />
Cristo avea risposto e rive<strong>la</strong>to che <strong>la</strong> sua volontà si <strong>è</strong> che tu vada per<br />
lo mondo a predicare però ch'egli non t'ha eletto pure per te solo ma<br />
eziandio per salute degli altri». E allora santo Francesco, udito<br />
ch’egli ebbe questa risposta e conosciuta per essa <strong>la</strong> volontà di Cristo,<br />
si levò su con grandissimo fervore e disse: «Andiamo al nome di Dio».<br />
E prende per compagno frate Masseo e frate Agnolo, uomini santi.(Da<br />
I Fioretti, CAPITOLO XVI [1845]).<br />
P. Angelico coerente con il DNA francescano<br />
Dovendo par<strong>la</strong>re di p. Angelico Li Pani "costruttore" del terzo<br />
convento sorto nel<strong>la</strong> storia dei Cappuccini di Caltanissetta, si impone<br />
il riferimento al "DNA", al codice genetico, al "depositum"<br />
fondamentale del Francescanesimo.<br />
Come vediamo direttamente dai "Fioretti", S. Francesco, reduce da<br />
ma<strong>la</strong>ttia e da crisi angosciante di coscienza, sentì il bisogno di<br />
chiedere l'aiuto di preghiera alle anime a lui più vicine. La crisi di<br />
Francesco era <strong>la</strong> stessa che ricorre in tanti altri santi francescani<br />
e in P. Angelico: il Signore mi ha chiamato per me solo, o anche<br />
perché io e <strong>la</strong> famiglio<strong>la</strong> umile e dimessa che nasce da me, ci mettiamo<br />
a servizio di tutta <strong>la</strong> Comunità cristiana?<br />
Perciò egli mandò fraticelli fidati perché ponessero <strong>la</strong> domanda a<br />
sorel<strong>la</strong> Chiara, <strong>la</strong> quale pregasse per lui il Signore che lo illuminasse<br />
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