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Fig. 7 - Schema dello sviluppo<br />

urbano di Milano<br />

1 - Città ligure e proto-celtica<br />

2 - Città celtica<br />

3 - Primo castrum romano<br />

4 - Mura di Augusto<br />

5 - Mura di Massimiano<br />

6 - Mura medievali<br />

A - Castello Sforzesco<br />

B - Duomo<br />

C - Foro romano<br />

D - Nirone<br />

E - “Cantarana”<br />

F - Seveso<br />

G - Stagno<br />

un rilievo della scrofa semilanuta<br />

a memoria (ma anche in segno<br />

di rivincita) della città celtica<br />

finalmente liberata. (Fig. 6)<br />

Anche Sheela-na-Gig torna a<br />

campeggiare in abiti medievali<br />

su una delle porte della città. Un<br />

altro elemento urbanistico di<br />

grande significato è il disfacimento<br />

dello schema geometrico<br />

romano: la cultura medievale,<br />

come quella celtica, odiava i geometrismi<br />

da caserma e la città<br />

riacquista la sua forma a mandorla.<br />

(Fig. 7) Più tardi la rivincita<br />

su Roma sarà sottolineata<br />

dalla ricollocazione della sede<br />

della massima autorità civica<br />

nello stesso punto in cui doveva<br />

risiedere quella antica: Palazzo Marino si trova infatti<br />

all’incrocio fra i due assi antichissimi del Rosa<br />

e del Resegone.<br />

I luoghi conservano le loro valenze positive ma<br />

anche quelle negative: è inquietante osservare a<br />

due millenni di distanza come le due antiche città<br />

contrapposte continuino a trasmettere valori<br />

(ma anche percezioni e sensazioni) diversi pur all’interno<br />

di una struttura urbana completamente<br />

mutata e stravolta. Sul sedime della antica città<br />

celtica si sono conservati i centri civile e religioso<br />

della città (il Municipio, il Duomo, il Vescovado,<br />

( 24 ) Il cardo romano collegava la scomparsa Via Due Muri (dove<br />

c’era la porta che divideva le due città) con le vie Ratti, Zecca<br />

Vecchia, Nerino e Arena. Il decumano seguiva il tracciato delle<br />

vie Lupetta, Valpetrosa, Bollo e Santa Maria Fulcorina.<br />

Sul prolungamento del decumano era stata tracciata la via<br />

porticata che, fuori di Porta Romana, proseguiva nella Via<br />

il Palazzo Reale) e il cuore pulsante della più vitale<br />

quotidianità (Piazza Duomo, la Galleria, la Scala,<br />

Corso Vittorio Emanuele eccetera). Sul sito dell’antico<br />

castrum continuano invece ad arroccarsi<br />

i segni dell’oppressione romana, nel frattempo diventata<br />

oppressione e inefficenza italiana: le sgangherate<br />

stanzone delle Poste centrali, le fattezze<br />

littorie della Banca d’Italia e della Borsa, ma anche<br />

la caserma dei Carabinieri e il Commissariato<br />

di Polizia, sintomaticamente alloggiati nel palazzo<br />

dove furono fondati i Fasci di Combattimento,<br />

necrofilo rigurgito di romanità e di italianità.<br />

Emilia e costituiva la principale strada di collegamento della<br />

città con il sud. Per la realizzazione di questo collegamento<br />

e della relativa porta di accesso alla città, furono eseguiti grandiosi<br />

lavori di bonifica e di deforestazione.<br />

( 25 ) Alessandro Colombo, Milano romana, op. cit., pag. 29.<br />

( 26 ) Ibidem, pagg. 36 ÷ 69.<br />

Anno III, N. 9 - Gennaio-Febbraio 1997 Quaderni Padani - 21

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