Scarica PDF - La Libera Compagnia Padana

Cavalleria padana
e cavilleria italiana
U
na delle differenze fondamentali fra il diritto
longobardo e quello latino stava nella diversa
considerazione che veniva data alla sostanza e
alla forma: le leggi longobarde erano rudimentali ma
chiare e finalizzate al concetto morale di far prevalere
il giusto, quelle derivate da Roma e dintorni sono
invece prolisse e cavillose, fatte apposta per far trionfare
i distinguo, le eccezioni, i cavilli procedurali e
l’abilità degli avvocati ad aggirare la legge. Non è un
caso che gli avvocati più apprezzati siano proprio
quelli che riescono a fare assolvere dei colpevoli.
Quel che conta è la forma.
L’Italia è il paese della pura formalità. Tutto funziona
sulla base del rispetto dei valori formali: si passano
più guai a sbagliare una virgola sul 740 che non
a evadere miliardi. I processi (ad imputati “eccellenti”)
vengono invalidati per vizi di forma e i poveracci
(che non si possono pagare avvocati “cavillosi” e “bene
introdotti”) vengono condannati anche per stupidaggini
di poco conto, quando non ingiustamente.
I documenti e le relazioni sono pieni di “chiarissimo”,
“in fede”, “mi consenta” eccetera; l’Italia è il
paese delle “eccellenze” e dei baciamani, del protocollo,
delle formalità, dei fini pensatori che sezionano
in quattro i capelli; è un paese bizantino e borbonico,
con tutto il rispetto per i Bizantini e i Borboni
che erano assai più seri di questa fuffa qui.
Il formalismo è una malattia cui nessuno sfugge
nella mediterranea penisola. Neppure i peggiori dittatori,
criminali e despoti sono stati risparmiati.
In tutto il resto del mondo, se un mascalzone vuol
far fuori un avversario, lo fa fuori e basta. Rientra
nel normale gioco dei prepotenti e dei tiranni. Qui
no: anche i tiranni hanno bisogno di salvare la forma,
di attaccarsi a qualche codicillo.
Se Robespierre, Hitler, Stalin o Pol Pot dovevano
liberarsi di qualcuno lo facevano (con tecnologie diverse)
semplicemente dicendo che era un nemico
della patria o del partito!
In Italia non funziona: anche i fascisti hanno dovuto
costruirsi un codice Rocco (un nome, una garanzia!),
zeppo di articoli, sotto articoli, codicilli, paragrafi
e rimandi. Gli italiani sono cavillosi anche
nella prepotenza e nell’ingiustizia. Ovunque un prepotente
è prepotente e basta. In Italia è anche micra-
Mussolini e Vittorio Emanuele III
nioso: alla violenza delle sue azioni deve aggiungere
il sadismo della giustificazione formale.
Non si incarcerava un avversario semplicemente e
onestamente (se si può dire..) perchè era nemico del
duce o del regime, ma perchè aveva contravvenuto
all’articolo tale, paragrafo tale, con l’aggiunta di
quanto previsto dall’articolo talaltro. Neanche la soddisfazione
di dire: ti faccio fuori perchè mi sei nemico
e perchè rappresenti un pericolo. Prepotenti, cavillosi
e vigliacchi. Non riescono neanche a prendersi
una responsabilità ma si nascondono dietro codici
e pandette: così la colpa è sempre di qualcun altro,
della legge, della forza maggiore, della ragion di stato,
delle balle di Garibaldi.
Oggi che a comandare in Italia ci sono i comunisti,
non si comportano come Robespierre e Stalin, di cui
sono figli e nipoti, ma si aggrappano ai codicilli mediterranei
del codice fascista (e anticomunista) Roc-
Anno III, N. 9 - Gennaio-Febbraio 1997 Quaderni Padani -
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